Si è chiusa la 29ª edizione della Chianti Classico Collection, svoltasi alla Leopolda di Firenze alla presenza di 180 produttori del Gallo Nero. Un'edizione di successo, con oltre 2mila esperti accreditati e la visita a sorpresa del sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, che è stata l'occasione per degustare le ultime annate di Chianti Classico ma anche per fare il punto sull'andamento del mercato, con un occhio attento all'export e agli Stati Uniti, che si confermano mercato di riferimento per il Gallo Nero.
Chianti Classico, 2021 in crescita
Il Consorzio Vino Chianti Classico si è presentato alla Collection in un momento molto positivo per la denominazione. Il 2021, infatti, pur caratterizzato dall’evento eccezionale della pandemia, si è concluso con un bilancio migliore delle aspettative, con un + 21% rispetto al 2020 e +11% rispetto al 2019.
Un trend di crescita che continua anche nel 2022 che, a fine febbraio, fa registrare già un +7% rispetto al primo bimestre del 2021. In generale, è aumentato il valore globale della denominazione, anche a partire dalle uve: la quotazione al quintale della vendemmia 2021 è stata più alta del 20% rispetto all’anno precedente, offrendo una maggiore remuneratività anche alle aziende che non imbottigliano.
Per quel che riguarda il prodotto imbottigliato, si è confermata la tendenza alla crescita del peso - in volumi venduti e in valore - delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2021 le due tipologie hanno rappresentato, congiuntamente, il 43% della produzione e il 55% del fatturato.
Stati Uniti primo mercato del Chianti Classico
Guardando ai mercati del Chianti Classico, gli Usa si confermano ancora una volta al primo posto, una posizione che ormai detengono da oltre 15 anni: una bottiglia su tre di Chianti Classico trova infatti sbocco in questo Paese (33% delle vendite totali); stabile al secondo posto il mercato interno dove oggi viene venduto il 20% del totale dei vini Chianti Classico commercializzati. Segue il Canada al terzo posto (10%), un mercato che negli ultimi anni ci ha dato grandi soddisfazioni.
Buona anche la performance del Regno Unito che si attesta al quarto posto (8%): un paese dove il Consorzio Vino Chianti Classico continuerà ad investire anche nel 2022 con vari eventi e attività promozionali. Poi, fra i mercati consolidati, la preziosa Germania, anch’essa oggetto di particolare attenzione nella strategia consortile (6%). A seguire i Paesi Scandinavi, la Svizzera, il Benelux e il Giappone.
Un momento di Chianti Classico Collection
Corea del Sud mercato emergente
Da evidenziare, fra i mercati emergenti che hanno mostrato maggiore dinamicità ed interesse verso la denominazione Chianti Classico, la Corea del Sud che nel 2021 ha raddoppiato le importazioni di Chianti Classico rispetto all’anno precedente e addirittura quadruplicato il numero delle bottiglie importate nel 2019.
Dall’indagine sulle vendite del Gallo Nero effettuata dal Consorzio, il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero particolare; pur rimanendo infatti spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici, i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: i vini a denominazione sono infatti distribuiti in oltre 130 paesi in tutto il mondo.
Le parole del Consorzio Chianti Classico
«Siamo molto soddisfatti dell’affermazione del Chianti Classico sui mercati internazionali – dichiara Giovanni Manetti, presidente del Consorzio – e, in particolare, del trend positivo degli Stati Uniti e del Canada e della tenuta di tutti gli altri mercati storici per i vini del Gallo Nero. Apprezziamo anche il risultato del mercato interno, che premia il lungo lavoro di rilancio della denominazione svolto negli anni che ha visto l’introduzione della tipologia Gran Selezione nel 2014 e che oggi presenta il progetto UGA del Chianti Classico. Ancora molto può e deve essere fatto ed è uno dei principali obiettivi del mio mandato di Presidente quello di “valorizzare ulteriormente” la denominazione continuando a consolidarne il valore e l’immagine nella sfera delle eccellenze enologiche mondiali».