Cascinazza, i monaci benedettini producono birra seguendo la Regola
27 dicembre 2016 | 10:50
di Andrea Radic
Ci hanno accolto con grande disponibilità a raccontare una bella storia di impegno e sacrificio, ma anche di esempio. La comunità ha sede in una cascina in piena campagna, nel campo accanto pascola un gregge di pecore tra le nebbie della pianura, non sembra in effetti di essere a pochi chilometri da Milano, il luogo è perfetto per accogliere il piccolo birrificio che i monaci hanno deciso di aprire nel 2004.
Una nuova attività necessaria per poter vivere del loro lavoro e mantenere la comunità di 21 membri. Nell'entrare, pare di essere in un grande birrificio in miniatura, i macchinari e i processi produttivi sono infatti analoghi a strutture più grandi, ma qui la produzione resta sulle 25mila bottiglie. I monaci hanno sviluppato grande professionalità supportata da costante impegno e la qualità delle birre Cascinazza lo dimostra.
Padre Claudio e Padre Marco
«Dopo avere vagliato diverse opportunità - racconta Padre Claudio - abbiamo deciso di intraprendere il lavoro di produzione della birra che, grazie all’aiuto di molti amici, ha potuto vedere l’avvio nel 2008, con la realizzazione del primo micro birrificio italiano gestito interamente da monaci. Nel 2005 due di noi hanno trascorso un periodo di formazione in Belgio, presso alcune abbazie che producono alcune tra le migliori birre del mondo».
«Lì abbiamo potuto vedere ed imparare dalla lunga esperienza dei monaci i criteri e la tecnica di produzione», racconta Padre Marco, uno dei due che ha compiuto questo viaggio di studio. Questo tipo di lavoro si inserisce così nel solco di una ricca e antica tradizione che, fin dal medioevo, ha visto molte abbazie, soprattutto del nord Europa, come luoghi importanti di produzione di questa bevanda.
«La cosa più importante - sottolinea Padre Claudio - è che questo tipo di attività, totalmente gestita e organizzata secondo i ritmi e le esigenze del monastero, ci permette di salvaguardare gli elementi essenziali della nostra vita monastica benedettina. Il lavoro di produzione della birra è quindi finalizzato al servizio della vita della Comunità e alla sua crescita, non solo materiale ma anche di fede. Per questa ragione il numero di bottiglie prodotte annualmente è volutamente limitato; questo ci permette inoltre di seguire sempre con attenzione tutte le fasi del processo produttivo».
Questo lavoro richiede infatti una particolare precisione durante tutti i passaggi a causa della complessità e il tempo è fondamentale. Non bisogna avere fretta ma rispettare il naturale processo di fermentazione e maturazione della birra per ottenere il massimo profilo aromatico.
«Seguendo il “metodo di produzione belga” - aggiunge padre Marco - le nostre sono birre rifermentate in bottiglia. La nostra lavorazione artigianale, non seguita da nessun processo di filtrazione, né di pastorizzazione, garantisce così la possibilità di gustare un prodotto “vivo”, che evolve e si affina nel tempo».
Questa la linea delle birre Cascinazza:
Blond
Birra fresca, leggera e dissetante, di colore dorato come i cereali con cui è prodotta. Una sapiente miscela di luppoli aromatici le conferisce un profumo sorprendente, note di miele con sentori floreali e agrumati. Al palato risulta fresca, con sfumature gradevolmente fruttate e un retrogusto amabile e persistente. Il grado alcolico di 5,2 % vol. ne fa una birra più leggera rispetto ad Amber e Bruin, tuttavia è di piacevole corposità. Ottima da degustare da sola o durante i pasti.
Amber
La genuinità delle materie prime attentamente selezionate, l’alta fermentazione, e la rifermentazione in bottiglia conferiscono alla birra Amber un notevole profilo aromatico. Al naso note di miele, scorza d’arancia, bergamotto, spezie e crosta di pane; al palato amaricante, piacevolmente fresca ed equilibrata. Eccellente a tutto pasto, si abbina in particolare con le costolette d’agnello, l’anatra all’arancia, la porchetta, la fontina.
Bruin
Una birra che si caratterizza per il grande equilibrio; molto corposa ma di facile bevibilità, ha un tenore alcolico medio-alto (8 % vol.) ma la forza dell’alcol passa in secondo piano rispetto alla ricchezza degli aromi e dei sapori. Al naso note tostate e di malto caramello si uniscono a sentori fruttati di uva passa, prugna California, rum e vino passito. Una luppolatura leggera fa sì che le note dolci di malto si accostino armonicamente a quelle amare del luppolo.
Kriek
Colore rosso, alla mescita presenta una schiuma compatta, cremosa e duratura. All’esame olfattivo i primi sentori sono di frutta rossa: lamponi, ciliegia marasca e amarena, presenti anche note floreali di rosa, note di lievito, profumi amaricanti e di torba affumicata. Al palato si percepisce un leggero pizzicore dato dall’anidride carbonica che risulta però non aggressivo, in bocca è secca, fruttata e di retrogusto gradevolmente amaro, che ne assicura la persistenza.
I monaci tengono molto anche a proporre abbinamenti cibo-birra come ad esempio per la Kriek, che può essere degustata in diverse situazioni. Le componenti fruttata, amara e acidula, fanno sì che si possa apprezzare con un piatto di stracciatella e tartare di gamberi rossi crudi di Sicilia con un filo d’olio, oppure con un piatto un po’ più autunnale come un flan di zucca e crema di mascarpone. Per nulla sbagliato sarebbe infine osare con una battuta di fassone di manzo.
La birra Cascinazza viene prodotta secondo la tradizione birraria belga. La lavorazione artigianale, non seguita da alcun processo di filtrazione o pastorizzazione, garantisce la fruizione di un prodotto “vivo”, il cui gusto si affina ed evolve nel tempo.
Per informazioni: birracascinazza.it
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