Una vendemmia che si prospetta tutt’altro che semplice, quella di Cantina Torrevilla, storica realtà dell’Oltrepò Pavese. Il cambiamento climatico pienamente in corso si prepara a mettere alla prova il lavoro dei viticoltori, a cominciare dalla raccolta delle uve. Già si calcola un calo della produzione, seppure i parametri qualitativi si assestino su un livello ottimale. «L’Oltrepò Pavese è caratterizzato da una conformazione del territorio prettamente collinare che, già di per sé, rende il lavoro delle squadre di raccolta complicato per le diverse pendenze su cui si trovano ad operare - spiega il presidente Massimo Barbieri - la siccità che ha contraddistinto l’estate 2022 e il forte caldo creeranno un’ulteriore sfida per la vendemmia di quest’anno. La viticoltura oltrepadana si sta sempre più profilando come eroica e caratterizzata da fattori, morfologici e soprattutto climatici in continuo cambiamento che noi, come cantine, e le istituzioni non possiamo ignorare».
Il quadro generale che va a delinearsi comprende anche l’ulteriore complicazione legata ai costi in fortissimo rialzo connessa alla situazione economica nazionale e internazionale in corso: «Nel ruolo di presidente di una realtà sociale come Torrevilla - continua Barbieri - non posso non manifestare la reale e tangibile necessità di calmierare i costi per le imprese. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere uno strumento fondamentale in questa fase ma servono chiare leggi attuative dei finanziamenti e bisogna accelerare i tempi. A pochi giorni dalle elezioni è importante fare presente questo aspetto alle istituzioni».
Alla previsione di una resa quantitativamente minore per la vendemmia 2022 e ad una conseguente produzione in calo, si aggiunge anche la previsione di una diminuzione dei consumi che durerà anche per il 2023 e che porterà molte aziende del territorio ad essere in difficoltà nell’anno a venire. Per questo motivo si presenta la necessità di avere progetti di applicazione del Pnrr delineati con una reale ricaduta sui viticoltori e sulle aziende agricole oltrepadane.
«Il rischio che corriamo - conclude il presidente Barbieri - è che si finisca per parlare di aiuti finanziari certamente necessari, ma che saranno esauriti senza aver raggiunto il tessuto produttivo. Ci auspichiamo che le istituzioni realizzino un piano attuativo che ricada in modo tangibile sul territorio e per chi lo lavora nel settore della viticoltura, attività simbolo dell’Oltrepò Pavese».
Torrevilla
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