Bruno Vespa: per apprezzare il vino lo si deve conoscere coi giusti tempi
Battute finali per Vinòforum 2018 a Roma. Tra i super ospiti, il conduttore di Porta a Porta, Bruno Vespa, che spiega il suo raporto col mondo del vino, di cui è produttore in Puglia
Si chiude il 24 giugno il sipario della15esima edizione della manifestazione che per dieci giorni ha fatto da palcoscenico all’Italia enoica e del gusto, ospitando 500 cantine nazionali e internazionali con le loro 2.500 etichette, insieme al gotha della gastronomia tricolore.
Bruno Vespa e Bruno Vernuccio a Vinòforum 2018
Anche quest’anno infatti Vinòforum, di cui Italia a Tavola è media partner, ha richiamato i più importanti chef e maestri pizzaioli dello Stivale, ma anche vip del calibro di Bruno Vespa, per una volta non nella veste di noto conduttore Rai ma di produttore di vino (ha un'azienda in Puglia). Con lui – ospiti nello stand di Bruno Vernuccio, storico distributore di tante aziende top level - abbiamo fatto una breve intervista, anzi una piacevole chiacchierata, concedendoci pure un brindisi per l’estate, naturalmente en rose.
Dottor Vespa, come giudica eventi come Vinòforum che permettono al grande pubblico, quindi giovani, famiglie, neofiti, appassionati e esperti, di toccare con mano le eccellenze del made in Italy, a partire dal vino?
«Una manifestazione che avvicina tantissima gente al vino è benvenuta. A Vinòforum c’è una tradizione ormai ben collaudata, qui vengono migliaia di persone che imparano ad approcciare correttamente il prodotto ed è una cosa splendida. Io ho imparato a conoscere il vino bevendone ogni giorno uno diverso, altrimenti è difficile comprenderlo a pieno. E’ come per l’arte, se si va spesso al museo o a vedere delle mostre, prima o poi si comincia a capire la differenza tra Giotto e qualcuno che invece non è affatto bravo».
Cosa bisogna fare, secondo lei, per diffondere la cultura del vino tra i giovani e, allo stesso tempo, avvicinarli a questo mondo affascinante ma complesso?
«Intanto occorre far capire che una bevanda con le bollicine non deve essere necessariamente la coca-cola, visto che in ambito enoico abbiamo degli esempi davvero significativi. Poi occorre insegnare loro la differenza tra degustare un buon vino e abusare di qualsiasi sostanza alcolica. Onestamente, un bicchiere di whisky o di vodka ogni tanto ci sta, ma bisogna imparare a bere in modo equilibrato. Credo comunque che siamo sulla strada giusta ormai. Oggi si beve meno e meglio e Vinòforum è un’occasione ideale per farlo capire».
Quale dei suoi vini proporrebbe per l’estate? Ci suggerisce anche un abbinamento tipo?
«Gli abbinamenti sono quanto di più soggettivo esista sulla faccia della terra. Quelli classici ormai sono superati, tipo il vino bianco necessariamente con il pesce. Certe volte mi capita di avere tra le mani un Primitivo o altri vini importanti come gradazione che vengono affiancati a piatti che 15 anni fa erano impensabili. Guardando ai miei vini, solo autoctoni e niente che non sia storicamente pugliese, consiglio per l’estate “Noitre”, uno spumante rosato, Negroamaro in purezza e fatto affinare per 36 mesi sui lieviti, oppure anche il bianco, un Fiano in purezza che va molto bene per questa stagione. A cosa li abbinerei, guardando non necessariamente al mare? Alla luna».
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Alberto Lupini
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