Bollicine senza sbronza? In Monferrato si può brindare con Winot
“Perché no?”, si è chiesto Pietro Botto, l’erede della storica dinastia vitivinicola. Nasce così Winot, il primo spumante senz’alcol del Monferrato, base di Sauvignon dealcolato pronto a conquistare le nuove generazioni
Il Monferrato, patria di grandi vini, apre le porte a una piccola rivoluzione: Winot, lo spumante senz’alcol creato da Pietro Botto a base di Sauvignon dealcolato, giovane di 21 anni e ultimo discendente della famiglia Botto, viticoltori dal 1898. E non è un vino qualsiasi: è il primo spumante analcolico prodotto in questa regione iconica. La prossima settimana, 3mila bottiglie verranno lanciate sul mercato al prezzo di 18 euro l'una. E dietro questa etichetta c'è una domanda semplice ma potente: "Il futuro è senza alcol)".
Il vino senza alcol che non può chiamarsi vino
«Un'azienda vitivinicola in Italia non può produrre vino dealcolato, ma una società alimentare sì», spiega Pietro al Corriere della Sera. Da qui l'idea di affidarsi alla Princess di Trento per lavorare le uve e creare questo spumante unico. Il nome Winot? Un gioco di parole che arriva dall'inglese “Why not?”, ovvero "perché no?". E la domanda non potrebbe essere più appropriata: perché non innovare, perché non offrire qualcosa di nuovo a chi ama le bollicine ma non vuole l'alcol?
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Vini senza alcol, un mercato che vale miliardi
Nel mondo, la dealcolizzazione dei vini è un business in piena espansione, con un giro d'affari globale che sfiora i 7,5 miliardi di euro. «In un momento in cui i consumi di vino tradizionale calano, questa nicchia è una miniera d'oro,», afferma Botto. In Italia, però, le leggi non sono ancora allineate a questa tendenza. Ma Pietro guarda avanti, anticipando una richiesta sempre più forte.
Un brindisi per tutti: il vino senz'alcol conquista i giovani
Per Pietro, il vino senza alcol non è solo una moda, è una risposta alle esigenze di una nuova generazione: «Non intendiamo rimpiazzare il vino tradizionale. La mia famiglia continua a produrre Grignolino, Barbera, Nebbiolo e Freisa. Ma c'è una grande fetta di consumatori che cerca alternative di qualità, e sono soprattutto i giovani a guidare questo cambiamento».
Sempre più ragazzi evitano gli alcolici, chi per motivi di salute, chi per questioni religiose o semplicemente perché sono neopatentati. «I miei coetanei non vogliono rinunciare al piacere di brindare, ma senza gli effetti dell’alcol. Il vino free alcol è il futuro, e io sono qui per dargli voce».
Winot non è solo un prodotto: è una nuova visione del vino. E se il futuro del vino è senza alcol, allora Pietro Botto è già pronto a stappare la prima bottiglia.
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Alberto Lupini
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