Birra artigianale, in continuo fermento e al passo con la tecnologia

Il caso Mad One a Casalmaggiore (Cr): un microbirrificio con annesso un locale, per un’esperienza 100% artigianale dalla produzione al consumo. Un progetto di un coraggioso ragazzo di 29 anni, Nicolò Daolio

05 ottobre 2021 | 10:30

La birra artigianale è nata negli anni ’80, eppure è solo negli ultimi anni che è diventato un trend diffuso. Inizialmente, infatti, il mondo brassicolo era riservato a pochi eletti ma oggi, grazie all’evoluzione dei trend di consumo e a brand diventati “modaioli” esso vive un suo personalissimo Rinascimento. Secondo Unionbirrai, oggi in Italia ci sono circa 700 birrifici artigianali e 300 “beer firm” (produttori che si appoggiano ad altri birrifici). Le aperture sono continue e tra il 2010 e 2016 il numero di birrifici è triplicato. Oggi, in media, un birrificio produce all’anno circa 730 ettolitri (il 4,2% della produzione italiana) rispetto ai 450 ettolitri di qualche anno fa (1,1%). Tra i pionieri della birra artigianale possiamo citare, ad esempio, Baladin a Piozzo (Cn), Beba a Villar Perosa (To), Birrificio Italiano a Lurago Marinone (Co), Birrificio Lambrate a Milano e Birrificio Turbacci di Mentana (Rm).

Interessante la storia da un coraggioso ragazzo di 29 anni, Nicolò Daolio, che ha aperto durante un periodo storico così particolare il birrificio Mad One, una realtà fresca e innovativa con sede a Casalmaggiore (Cr). Mad One è un microbirrificio che vende, produce e serve birra. Sono partiti subito con la vendita e il delivery, successivamente con il “beer garden” dove si possono consumare molte tipologie di hamburger ascoltando musica dal vivo durante i weekend. Da poco hanno ultimato la zona interna, in previsione dell’autunno, dove saranno disponibili diversi posti al coperto.

 

Nicolò, com’è nata la tua passione per la birra? E come è nato Mad One?

La passione per la birra si è concretizzata nel 2014 quando acquistai un kit da home-brewer e feci la mia prima birra. In realtà fin da piccolo ho sempre avuto molto interesse e curiosità nei confronti della cucina, in particolare verso l’artigianalità dei prodotti. Il progetto Mad One nasce nel 2015 durante gli studi universitari, mosso dal desiderio di unire queste mie due grandi passioni: birra e cucina.

 

Siete una realtà molto giovane, aprire un locale in questo momento storico è stata una sfida?

Assolutamente sì! L’andamento del mercato e il periodo che i consumatori hanno vissuto non ci hanno permesso inizialmente di lavorare come speravamo. Grazie alla perseveranza e all’impegno di tutto lo staff siamo riusciti a non demordere e ad arrivare ad oggi trasmettendo la nostra filosofia iniziale. Questo ci ha dimostrato che anche se il periodo non era dei migliori ciò in cui credevamo era più forte ed estremamente importante da realizzare.

 

Che tipologie di birre producete?

Grazie al nostro mastro birraio Riccardo produciamo 8 tipologie di birre: “Moana” una Session Ipa con luppoli neozelandesi, “Home” una classica Hells, “Paint it Black” una Stout in versione irlandese, “Lochtrip” una Ipa, “March Hare” una Marzen, “Genesis” una Pilsner, “Banana Soul” una Weiss ed infine l’ultima arrivata una Red Ipa. Ci piace continuare a sperimentare e offrire ai clienti tanti stili diversi, per accontentare tutti i palati.

 

Dalla birra agli hamburger, siete in continua evoluzione; ci saranno novità sul fronte ristorazione?

Molte novità! Oltre a nuovi hamburger abbiamo in programma di inserire dei piatti di orientamento fusion rimanendo comunque sullo stile della cucina italiana. Proseguendo con il concept artigianalità anche i dolci verranno preparati direttamente dal nostro chef.

 

Le etichette delle vostre birre sono molto particolari, quanto è importante per voi il packaging?

Fondamentale! L’etichetta è il primo impatto sul cliente. Ci piace l’idea che ogni etichetta racconti una storia e che il cliente possa riviverla durante la degustazione. Per non andare fuori tema anche le etichette sono disegnate a mano… artigianalità al 100%! Un esempio può essere la birra “Home”, dedicata al nostro territorio, l’etichetta rappresenta la nostra casa, Casalmaggiore, con il fiume Po alla luce del tramonto.

 

Partecipare al concorso “Birra dell’anno - Unionbirrai 2021” vi ha portati alla vittoria del 3° posto nella categoria “Birre ambrate e scure, bassa fermentazione, basso grado alcolico d’ispirazione tedesca”; secondo te qual è il punto di forza di questa birra?

La nostra March Hare ci ha dato soddisfazioni fin dai primi assaggi! Il suo punto di forza è il gusto che la differenzia dalle classiche birre perché ricercato. Abbiamo cercato di creare una birra ambrata con sentori di frutta secca e retrogusto tostato, non troppo amaro. A quanto pare ci siamo riusciti!

 

Come comunicate con i vostri consumatori? Utilizzate i social? App per il delivery?

Si, cerchiamo di rimanere sempre al passo coi tempi. L’80% del nostro mercato viene influenzato dai social che sono aggiornati e nutriti di contenuti quotidianamente. Per il delivery abbiamo creato una piattaforma legata al gestionale che permette al cliente di effettuare ordini e pagamenti in completa autonomia da casa, accessibile comodamente da un link presente nella bio del nostro profilo Instagram.

 

Negli ultimi anni, la birra artigianale è passata da prodotto di nicchia ad uno sempre più di moda. Cosa ti aspetti dai consumatori? Quali sono quelli di oggi e quali saranno quelli di domani?

Finalmente il consumatore moderno sta iniziando a comprendere la differenza tra birra commerciale e artigianale perché la ricerca del “buono”, inteso come qualità, lavorazione ed eticità sta diventando sempre più una moda, per questo mi aspetto un trend di consumo in continuo aumento perché il bacino d’utenza si sta ampliando: non è più formato solo da grandi appassionati ma anche da “persone comuni” che, anche non conoscendo tecnicamente i processi di produzione, si avvicinano al mondo della birra artigianale con curiosità e passione.

 

Invece, riguardo ai progetti futuri, ci saranno delle novità da Mad One? Puoi svelarci qualcosa?

Mad One esiste da un anno e il locale ha aperto a maggio di quest’anno. Siamo all’inizio di un viaggio che fin da subito ci ha portato soddisfazioni, sicuramente le tappe sono ancora molte e i progetti anche a breve termine non mancano. Sul fronte birrificio avremo differenti novità come la Red Ipa, appena uscita, oppure la birra di Natale che sarà lanciata sul mercato i primi di dicembre. Inoltre, da ottobre raddoppieremo la produzione! Vogliamo lasciarvi con un po’ si suspence e non svelarvi troppo per lasciavi scoprire le prossime novità senza spoiler.

 

 

Un settore in continua espansione

Grazie all’apertura di Mad One sono nati un nuovo punto di incontro, nuovi posti di lavoro per molti giovani e un nuovo birrificio italiano. La tradizione brassicola è sempre in continua espansione su tutto il territorio con la missione di proporre sempre più prodotti di alta qualità, valorizzando il territorio e le antiche lavorazioni. Va ricordato che il Covid naturalmente non ha risparmiato i microbirrifici che, nel 2020, hanno subito chiusure improvvise e impossibili da programmare: si parla di 100 attività che hanno perso circa il 70% del fatturato secondo Assobirra. Stando ai dati, c’è un normale rallentamento nelle aperture, ma i numeri sono comunque in aumento. Infatti, il trend dei birrifici è in continua espansione: secondo Microbirrifici.org, ad oggi sono presenti in Italia 1.920 birrifici, a fine 2020 invece 271 brewpub e 616 beerfirm. Possiamo confermare che la gente è interessata al tema e i consumatori esistono, si informano e sono alla ricerca di prodotti di alta qualità. Per gli amanti della birra non rimane che restare sintonizzati sulle nuove aperture e sulle diverse tipologie di birra in continua evoluzione.

 

Per informazioni: www.jacleroi.com

 

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Alberto Lupini


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