Belle Epoque Rosé 2013, lo champagne più stravagante di Perrier-Jouët

Perrier-Jouët svela l’annata 2013 di Belle Epoque Rosé, che tra tutti i suoi champagne è forse quello che meglio cattura lo spirito libero della Maison. Combina uve Pinot Noir (50%), Chardonnay (45%) e Meunier (5%)

09 novembre 2021 | 10:30

Rigoglioso, vivace, delizioso e anticonvenzionale, Belle Epoque Rosé è stato assemblato per la prima volta dalla vendemmia del 1976, quando la famosa ondata di calore di quell’anno produsse vini dal gusto insolitamente morbido. Da allora, questa rara e preziosa cuvée è ricercata dagli intenditori per la sua stravagante interpretazione dell’intricato stile floreale della Maison Perrier-Jouët. Il fatto che sia prodotto solo in annate eccezionali e in quantità estremamente limitate non fa che accrescere la sua attrattiva, così come, naturalmente, l’iconica bottiglia con il motivo dell’anemone creato dal maestro dell’Art Nouveau Emile Gallé, che rende Perrier-Jouët Belle Epoque immediatamente riconoscibile in tutto il mondo.

L’annata 2013 è stata caratterizzata da un inverno freddo e da una primavera fresca e asciutta che hanno portato le viti a fiorire nei primi giorni di luglio, più di due settimane dopo rispetto alla media. Il mese di luglio è stato caldo, secco e soleggiato anche se colpito da diversi violenti temporali, condizioni simili si sono verificate anche ad agosto con temperature più fresche. L’autunno ha portato un clima favorevole fino alla vendemmia, iniziata il 30 di settembre. Le uve hanno raggiunto piena maturità con un buon equilibrio tra alcol e acidità, dando al vino finezza e carattere.

 

Eleganza, ricchezza e finezza

Emblema dell’arte dell’assemblaggio, Perrier-Jouët Belle Epoque Rosé 2013 combina uve Pinot Noir di Ay, Mailly, Verzy e Rilly con Chardonnay dai migliori terroir di Cramant, Avize e Le Mesnil. La ricchezza del Pinot Noir (50%) è completata dall’eleganza floreale dello Chardonnay (45%), che fornisce il tocco di finezza caratteristico della Maison Perrier-Jouët. Infine, le uve Meunier (5%) di Dizy contribuiscono con il loro carattere rotondo e aromatico. Il sentore di pesca distintivo di questa cuvée è creato dall’aggiunta di una piccola quantità di Pinot Noir vinificato in rosso, proveniente principalmente da Les Riceys.

 

Uno champagne floreale e stravagante

Perrier-Jouët Belle Epoque Rosé è la straordinaria e inaspettata interpretazione del suo genere. Uno champagne rosé millesimato raro e prezioso, la cui particolare tonalità di rosa cela la sua personalità stravagante e sensuale, caratterizzata da intriganti note di fiori rosa e piccoli frutti rossi. «Perrier-Jouët Belle Epoque Rosé è uno champagne molto fine e delicato caratterizzato da aromi fragranti di peonia rosa e fiori di ciliegio, completati da bacche rosse e un pizzico di mandarino», dice Séverine Frerson, Chef de Caves della Maison.

 

 

Perrier-Jouët, una delle Maison di Champagne più storiche

Fondata nel 1811 a Epernay, Maison Perrier-Jouët è una delle Maison di Champagne più storiche, ma anche una delle più caratteristiche, riconosciuta per i suoi champagne floreali e complessi che rivelano la vera essenza delle uve Chardonnay oltre che una lunga tradizione di artigianalità e una expertise senza eguali ottenuta grazie al lavoro di soli otto Chef de Caves sin dalla sua fondazione. Perrier-Jouët è una Maison dallo spirito familiare, profondamente influenzata dall’amore dei suoi fondatori per la natura e per l’arte, due ispirazioni che permettono di creare esperienze eccezionali e momenti di meraviglia che arricchiscono la vita quotidiana. Dalla sua collaborazione nel 1902 con il pioniere dell’Art Nouveau Emile Gallé, creatore dell’anemone per la sua cuvée de prestige Perrier-Jouët Belle Epoque, Perrier-Jouët ha commissionato lavori ad artisti affermati ed emergenti come Bethan Laura Wood, Daniel Arsham, Noé Duchaufour-Lawrance, Miguel Chevalier, Makoto Azuma, Tord Boontje, Studio Glithero e Simon Heijdens, e più recentemente Vik Muniz, mischer’traxler, Ritsue Mishima, Andrew Kudless, Luftwerk e Andrea Mancuso.

 

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Alberto Lupini


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