Barolo Il re dei vini, il vino dei re

La storia delle Langhe è legata al vitigno Nebbiolo, coltivato in zone uniche, nel tempo divenute fiori all’occhiello, orgoglio e vanto che ogni anno i quasi 800 produttori mostrano al mercato mondiale

26 gennaio 2020 | 14:40
di Andrea Lupini
Come vogliono tradizione e disciplinare di produzione, i comuni in cui l’uva Nebbiolo diventa Barolo sono 11, distribuiti su un’area di circa 1.700 ettari: Cherasco, Verduno, Roddi, La Morra, Grinzane Cavour, Castiglione Falletto, Diano d’Alba, Barolo, Novello, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba. Le 11 essenze, i volti che compongono la Docg Barolo dal 1980. Ogni comune, zona, sottozona, vigneto e parcella sono espressioni magiche ed eterogenee, che si celano dentro ogni singola annata e bottiglia.


Barolo “Classic” di Cascina Adelaide

Nel 1600 l’uva Nebbiolo era già apprezzata e consumata dai nobili e dai Reali di Casa Savoia, ma è grazie al contributo del Conte Camillo Benso di Cavour e alla sua chiamata all’enologo francese Alexandre-Pierre Odart, che i processi di produzione migliorarono, portando alla creazione del “re dei vini”, che da quel momento vide iniziare la propria scalata al successo e alla conquista dei palati più sopraffini del mondo.

I primi riconoscimenti arrivarono a partire dal 1873, con ben 7 medaglie d’oro vinte al concorso di Vienna, che confermarono che il Barolo era un vino adatto all’invecchiamento. Da allora il successo non si è mai fermato e oggi il Barolo si presenta come un vino di sicura presenza sulle nostre tavole, un invito al concedersi un momento di estasi, un viaggio dalle dinamiche evolutive che solo il tempo è capace di trasformare in importante ed esclusivo, un vino da aprire nelle ricorrenze più significative.

Il Barolo “Classic” di Cascina Adelaide è uno dei nove Baroli prodotti da questa cantina e nasce da uve di vigne situate nei comuni di Barolo e La Morra. Le viti sono allevate a controspalliera, con potatura medio-corta a guyot; la densità media di impianto è di 5mila ceppi per ettaro e la produzione è ridotta a circa 1,5 kg per ceppo mediante il diradamento dei grappoli. Questo blend di vigne produce un vino dal colore rosso rubino con ampi ri¬flessi mattonati; al naso si colgono le note di ciliegie selvatiche e sottobosco con delicato sentore di rovere, il palato è giustamente tannico con un lungo finale che delinea una fresca acidità.

Distribuito da: www.quattroerre.com

Per informazioni: www.cascinaadelaide.com

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Alberto Lupini


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