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Antinori, simbiosi tra architettura, turismo e natura

La cantina non solo è espressione tecnologica e ambiente di lavoro, ma percorso culturale dove s’intrecciano a doppio filo storia, arte, territorio e viticoltura

di Mariella Morosi
 
08 dicembre 2022 | 13:30

Antinori, simbiosi tra architettura, turismo e natura

La cantina non solo è espressione tecnologica e ambiente di lavoro, ma percorso culturale dove s’intrecciano a doppio filo storia, arte, territorio e viticoltura

di Mariella Morosi
08 dicembre 2022 | 13:30
 

Antinori nel Chianti Classico è la cantina "da visitare almeno una volta nella vita". Il riconoscimento della classifica World Best Vineyard 2022 assume un significato speciale perché arriva in occasione del decimo anniversario dall’inaugurazione, nell’ottobre 2012, dopo 7 anni di lavori. A firmarla è stato l’architetto Marco Casamonti, socio fondatore dello studio Archea Associati, con l’ingegnerizzazione di Hydea, sempre seguendo le indicazioni della committenza che fin dalla sua ideazione chiedeva funzionalità produttiva e bellezza estetica e in costante dialogo con la natura, valorizzando l’eccellenza di un’area dal passato con radici profonde.

Un luogo magico, disegnato dalla luce

Nella Toscana più evocativa, a San Casciano in Val di Pesa, a metà strada tra Firenze e Siena, la struttura è perfettamente integrata, tra vigneti, gli ulivi e i boschi di querce e lecci. Qui il confine tra arte e tecnologia quasi svanisce, esaltando il legame storico della famiglia di vitivinicoltori, attiva da 26 generazioni, con il territorio. La produzione del vino nei rustici edifici rurali ormai appartiene al passato. Come in altre cantine storiche degli Antinori, la scelta è stata di puntare sul dialogo con l’ambiente per offrire all’enoturista la visione di un luogo dove funzione produttiva e infrastruttura tecnologica sono perfettamente integrate con le forme architettoniche, diventando quasi invisibili all’occhio del visitatore. Si tratta di un ulteriore passo verso l’innovazione e la sostenibilità anche sul fronte dell’accoglienza. Per questo la cantina Antinori nel Chianti Classico fa parte di Toscana Wine Architecture, il circuito che riunisce cantine d’autore e di design, firmate dai grandi maestri dell’architettura contemporanea.

Scala panoramica - Cantina Antinori nel Chianti Classico Antinori, la cantina è la vera casa del vino, simbiosi tra architettura, funzione e natura

Scala panoramica a spirale - Cantina Antinori nel Chianti Classico

Riconoscimento per tutto l’enoturismo italiano

Grande la soddisfazione espressa per il riconoscimento di World Best Vineyard 2022 da Albiera Antinori, presidente di Marchesi Antinori, che aveva seguito fin dall’inizio la progettazione e la costruzione della struttura. «Oltre che un onore per la nostra famiglia e per tutta la nostra azienda - ha detto- questo prestigioso premio rappresenta un importante riconoscimento per tutto l’enoturismo italiano. Un movimento che negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale e che vede sul territorio italiano tantissimi esempi di grandissima eccellenza».

Albiera, insieme alle sorelle Allegra e Alessia, rappresenta la nuova generazione della famiglia, la cui origine può essere datata al 1385, all’iscrizione di Giovanni di Pietro Antinori all’Arte dei Vinattieri di Firenze. Il padre è il marchese Piero che prese il timone aziendale nei critici anni 60 e che fu protagonista del rilancio del brand. Come ama dire, «le antiche radici giocano un ruolo importante nella nostra filosofia, ma non hanno mai inibito il nostro spirito innovativo».

L’equilibrio tra architettura e funzione

La struttura è quasi invisibile dall’esterno perchè ricoperta da vigneti. Solo due aperture-fenditure svelano, senza evidenziarlo, l’interno ipogeo articolato in tre piani collegati da una scala elicoidale. La geometria e le linee sono essenziali, i colori caldi tra il marrone e il rosso e i materiali naturali richiamano quelli della terra.

Basso impatto e risparmio energetico

La cantina si distingue per il basso impatto ambientale e il risparmio energetico ma soprattutto offre un percorso emozionale che unisce cultura del vino e arte. La vinificazione è “per gravità”, cioè a caduta delle uve, dal piano più alto. Il processo permette di preservare al massimo l’integrità delle uve senza l’uso di pompe, facilitando anche il lavoro con un processo meno invasivo e il risultato è nel calice con un vino è più equilibrato, elegante e con tannini più morbidi. Anche la pigiatura avviene con un sistema più delicato e anche il mosto cade nei serbatoi in acciaio posti in loro corrispondenza al piano inferiore. A processo concluso, dopo la macerazione, il mosto è pronto per andare incontro al periodo di maturazione in legno nelle barrique situate proprio accanto ai tini di vinificazione. Anche le temperature sono mantenute in maniera naturale, senza refrigerazione, sfruttando la struttura ipogea, con un triplice beneficio: basso impatto ambientale, risparmio energetico e migliore espressione del vino. Niente, in questa fase, è cambiato rispetto al tempo dei Medici che usavano anche la neve compattandola nelle neviere per mantenere la temperatura giusta.

Aree espositive e produttive

La struttura comprende zone produttive ed espositive che vanno dall’auditorium, l’area museale, le sale di degustazione e il negozio fino al piano che ospita l’orciaia, la vinsantaia e il ristorante Rinuccio 1180. Gli uffici sono in una successione di corti interne che prendono luce attraverso fori circolari disposti sul vigneto-copertura. La cantina è circondata dai vigneti con la varietà tipica del Chianti Classico, il Sangiovese, insieme alle altre storicamente affiancate: Canaiolo, Ciliegiolo, Colorino, Malvasia nera, Mammolo. Presenti anche in limitata quantità vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon e il Cabentet Franc. Una parte di essi, coltivati direttamente sul tetto, ricoprono la cantina come un manto. Un’etichetta, “Vigna sul tetto” Chianti Classico Docg Riserva è nata proprio dalla sfida avvincente: produrla da questa vigna di Sangiovese. E così è stato, a partire dalla vendemmia 2015.

La storia valorizzata in chiave moderna

La scelta della classificazione della varietà dei vitigni è mirata a valorizzare la storia del territorio mediante l’utilizzo in chiave moderna di varietà tipiche della zona. I vini prodotti nella cantina Antinori nel Chianti Classico sono il Pèppoli Chianti Classico Docg e il Villa Antinori Chianti Classico Docg Riserva. Presupposto per ottenere vini di qualità, sono le colline argillose tra i 150 e i 200 metri sul livello del mare che garantiscono un buon drenaggio delle acque e danno le giuste condizioni per un’ottimale maturazione delle uve, con bassa densità di impianto. Tutte le attività viticole sono gestite manualmente nel segno di una viticoltura sostenibile.

Il legame con l’arte

A partire dalla storica vocazione mecenatistica, il legame con le arti della famiglia Antinori non è nuovo. Oltre all’arte di far vino, ci sono l’architettura, con la pittura e la scultura. Il loro stemma cinquecentesco è opera di Giovanni della Robbia e con Accademia Antinori gran parte della collezione di famiglia di dipinti, ceramiche, tessuti pregiati e antichi manoscritti ha trovato la sua collocazione in questa cantina ed è accessibile al pubblico. Poi c’è Antinori Art Project indirizzato verso le arti e gli artisti contemporanei e a giovani ma già affermati protagonisti della scena artistica internazionale e che prevede esposizioni temporanee e seminari in collaborazione con fondazioni e musei. Gli interventi hanno visto il coinvolgimento, a cura di Chiara Parisi, di artisti come Yona Friedman, Rosa Barba e Jean-Baptiste Decavèle, poi con l’arrivo di Ilaria Bonacossa, di Tomàs Saraceno autore di Biosphere 06. Altre opere installate, “Clessidra” di Giorgio Andreotta Calò, “Giant Fruit” di Nicolas Party, “Portal del Angel” di Jorge Peris, "Altorilevo” di Stefano Arienti, opera nata per essere in dialogo con un capolavoro dell’arte rinascimentale: La Resurrezione di Cristo, lunetta realizzata agli inizi del XVI secolo da Giovanni Della Robbia su commissione di Niccolò di Tommaso Antinori. Ultima, nel 2019, l’opera site-specific “Untitled” (Antinori) a cura dell’artista americano Sam Falls.

 

 

Il ristorante sul tetto

Sul tetto della cantina c’è il ristorante, Rinuccio 1180 con ampie vetrate, dedicato a Rinuccio degli Antinori, capostipite della famiglia. L’ambiente confortevole e informale si ritrova anche nel menu con piatti della tradizione chiantigiana ma con un tocco contemporaneo. È una cucina semplice caratterizzata dai sapori autentici, realizzata con prodotti del territorio in accordo con il ritmo delle stagioni. In abbinanento, la più ampia selezione dei vini delle tenute di famiglia. Tutte le etichette delle varie tenute sono disponibili nel wine shop, da degustare anche al calice, così come i prodotti provenienti dalle tenute toscane di famiglia e produzioni artigianali.

Numerose sono le atre realtà produttive degli Antinori in Toscana e ognuna racconta l’espressione sensoriale di un terroir ben preciso, un capitale enologico e culturale che l’azienda si impegna a tutelare e valorizzare attraverso l’esaltazione delle sue diversità. Nel Chianti Classico sono presente anche le tenute Tignanello, Badia a Passignano e Pèppoli, mentre a Montalcino c’è Pian delle vigne, a Bolgheri la Tenuta Guado a Tasso, Villa Antinori (Del Cigliano), dove tante generazioni sono nate e vissute dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori ne divenne proprietario.

 

Cantina Antinori nel Chianti Classico
via Cassia per Siena 133, loc. Bargino 50026 - San Casciano in Val di Pesa (Fi)
Tel 055 2359700

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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