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Uiv, Frescobaldi confermato presidente: «Rivedere il Testo unico del vino»

Lamberto Frescobaldi riconfermato presidente di Uiv. Tra le priorità: revisione del Testo Unico del Vino, contenimento della produzione e riforma del sistema delle Dop per garantire sostenibilità

di Giacomo Cornia
 
03 luglio 2025 | 15:42

Uiv, Frescobaldi confermato presidente: «Rivedere il Testo unico del vino»

Lamberto Frescobaldi riconfermato presidente di Uiv. Tra le priorità: revisione del Testo Unico del Vino, contenimento della produzione e riforma del sistema delle Dop per garantire sostenibilità

di Giacomo Cornia
03 luglio 2025 | 15:42
 

Tra conflitti mondiali, dazi in aumento e il cambiamento climatico il comparto vitivinicolo italiano in questi primi mesi del 2025 si trova in una situazione di difficoltà rispetto il 2024, dovuta ad un’inflessione delle vendite causata da vari fattori. Per questo motivo l’UIV, giovedì 3 luglio, nella sede di Roma di Confcommercio, ha chiamato a raccolta tutti gli operatori del settore per un confronto su come arginare queste criticità.

Uiv, Frescobaldi confermato presidente: «Rivedere il Testo unico del vino»

Lamberto Frescobaldi confermato presidente Uiv

Uiv, Frescobaldi confermato presidente

Ad aprire l’assemblea è stato l’annuncio da parte di Paolo Castelletti, Segretario Generale di UIV, il quale ha annunciato la riconferma di Lamberto Frescobaldi come Presidente di UIV nel triennio 2025-2028. Una rinomina che era già nell’aria ed è stata accolta con grande entusiasmo da tutta la platea anche grazie al lavoro svolto in precedenza. «In uno scenario complesso, il settore è chiamato a una presa di coscienza. Unione italiana vini chiama a raccolta il settore per riunirsi e lanciare un piano di revisione del Testo unico del vino, in coerenza con l’attuale situazione di mercato. L’obiettivo è attualizzare la legge e i suoi decreti attuativi entro il 2026, a 10 anni dalla sua entrata in vigore».

Uiv, Frescobaldi confermato presidente: «Rivedere il Testo unico del vino»

L'assemblea Uiv

Questa è la proposta del presidente Frescobaldi che dovrà fare sintesi dell’istanza del settore, per stringere la cinghia produttiva e garantire la sostenibilità di tutta la filiera. «Visto il calo dei consumi a livello globale – ha aggiunto –, non possiamo più permetterci di inondare la Cantina Italia con vendemmie da 50 milioni di ettolitri, che rappresentano la media produttiva degli ultimi 25 anni».

Vino: calo dei consumi e rischio sovrapproduzione

L’export italiano di vino ha chiuso un 2024 positivo in termini sia di volumi venduti che di valore globale. Nei 12 mesi, il totale vino ha superato quota 21.7 milioni di ettolitri (+3,2%) per un valore di 8,1 miliardi di euro (+5,5%) record assoluto per il nostro paese. Ad eccezione dei vini sfusi (in negativo per un 10% a causa della scarsità della vendemmia 2023) tutte le principali tipologie di prodotti hanno registrato crescite piuttosto decise, in particolare riguardo i vini frizzanti (+4%) e spumanti (+12%), che hanno registrato fortissime crescite nei quattro principali mercati, ovvero USA (+18%), UK (7%), Germania (+8%) e Francia (+14%).  Tutti questi mercati occupano il 56% del totale dell’export nazionale e il protagonista di questa crescita è ovviamente il Prosecco.

Uiv, Frescobaldi confermato presidente: «Rivedere il Testo unico del vino»

Nei primi cinque mesi del 2025 si è registrata una contrazione dei consumi

Nel corso della mattinata intervenuto Carlo Flamini, responsabile dell’osservatorio del Vino UIV, il quale ha presento i dati dei primi 5 mesi di questo 2025 che hanno dimostrato i forti cali tendenziali dei volumi consumati in tutti e 4 i principali mercati di sbocco (Italia a -1,8%, Stati Uniti a -4,7%, Uk a -3% e Germania a -9,6%), che assieme quotano il 73% del fatturato italiano per le imprese di vino tricolori. Secondo le stime dell’Osservatorio, una vendemmia da 50 milioni di ettolitri (media annua nazionale), in carenza di domanda determinerebbe un quantitativo in cantina al prossimo ottobre da circa 90 milioni di ettolitri, l’equivalente di quasi 2 raccolti. Una condizione insostenibile che porterebbe a una vera e propria decurtazione dei valori del potenziale stimata attorno al 5,3%, ovvero oltre mezzo miliardo di euro di saldo negativo tra 2025 e 2024 e un prezzo medio del valore della produzione in ribasso in doppia cifra. «I problemi c’erano anche prima – ha aggiunto Frescobaldi – ma siamo stati ‘salvati’ da 2 vendemmie eccezionalmente contenute rispetto alle medie; ora serve un bagno di umiltà, produrre 7-8 milioni di ettolitri in meno per mantenere il timone di uno degli asset italiani più remunerativi della nostra bilancia commerciale».

Analisi Mediobanca: comparto virtuoso ma sotto pressione

Secondo il Report 2025 dell’Area Studi Mediobanca, il settore vinicolo italiano si conferma a prevalente conduzione familiare (65% del patrimonio netto) e strutturalmente solido, ma con marginalità in flessione: l’Ebit margin si attesta al 6,2% nel 2023. Le principali criticità segnalate dalle imprese riguardano la riduzione dei consumi globali (72%) e i dazi (66%). Seguono il cambio delle abitudini di consumo (59%), le normative sulla sicurezza stradale (41%), il cambiamento climatico (28%) e le normative sull’etichettatura (11%). La strategia ritenuta più efficace è l’apertura a nuovi mercati (77%), seguita da investimenti nel capitale umano (56%) e nello sviluppo di prodotti no-low alcohol (50%). Tra le regioni, spiccano la Toscana con il più alto Ebit margin (16,4%), l'Abruzzo per il miglior ROI (7%) e il Piemonte per la maggiore quota export (63%).

Rischio dazi e urgenza di nuovi accordi commerciali

Il tema dei dazi internazionali resta una delle principali preoccupazioni del settore. «Anche con tariffe al 10%, è un problema serio - ha dichiarato Paolo Castelletti, segretario generale Uiv -. In caso di dazi, il danno stimato per l’export verso gli Stati Uniti è del 10-12% a causa anche della svalutazione del dollaro».

Uiv, Frescobaldi confermato presidente: «Rivedere il Testo unico del vino»

Paolo Castelletti, segretario generale Uiv

Castelletti ha invocato una maggiore unità d'azione a livello europeo e la necessità di accelerare sugli accordi di libero scambio, in particolare con Paesi come Brasile e India, dove i dazi raggiungono rispettivamente il 27% e il 150%.

Le proposte Uiv: meno rese, riforma Dop e moratoria sugli impianti

Tra le misure avanzate da Uiv vi sono:

  • Abbassamento delle rese per ettaro, con l’eliminazione delle deroghe per i vini generici.
  • Allineamento dei disciplinari alle rese reali degli ultimi cinque anni.
  • Revisione del meccanismo degli esuberi per le Dop, con riduzione o eliminazione della soglia del 20%.
  • Aggiornamento dei criteri per la riclassificazione e gestione delle produzioni.
  • Moratoria annuale sulle nuove autorizzazioni agli impianti.

Infine, Castelletti ha sottolineato la necessità di riorganizzare il sistema delle denominazioni di origine: su 529 riconoscimenti, solo 20 denominazioni rappresentano l’80% del volume. «Serve un processo di accorpamento e riorganizzazione per regione, coordinato a livello nazionale dal Comitato vini, aggiornandone le competenze previste dalla legge».

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