Non solo votazioni e medaglie. I concorsi internazionali dedicati al vino escono dalla dinamica ristretta dei vecchi stilemi e diventano player capaci di operare direttamente sul mercato, lavorando sugli eventi ed entrando anche nell’horeca. Basti considerare il percorso del Concours Mondial de Bruxelles, sempre più una piattaforma multicanale anziché una semplice competizione per la valorizzazione del vino.
A Seoul la nuova vetrina del Concours Mondial de Bruxelles
È di fine marzo, infatti, l’inaugurazione a Seul della Wine & Spirits Experience Seoul by CMB, un vero restaurant-winebar dedicato alla scoperta dei vini e degli spiriti premiati al Concours. Oltre 2mila metri quadrati distribuiti su quattro piani che possono ospitare fino a 250 appassionati di vino e distillati, con spazi di degustazione, sale VIP e due ristoranti che offrono una vasta gamma di abbinamenti cibo-vino. La carta dei vini e degli spiriti, che attualmente conta diverse centinaia di referenze provenienti da 35 paesi, comprende anche 32 vini italiani.

La Wine & Spirits Experience Seoul by CMB inaugurata a Seul
L’apertura nella capitale coreana rientra nella strategia di espansione internazionale, che ha visto in precedenza l’inaugurazione di Wine & Spirits Experience a Città del Messico (2020), Wine Corner nel lounge United Airlines dell’aeroporto di Città del Messico (2021) e Wine & Spirits Experience di Cotonou in Benin (2024). E quest’anno il CMB potrebbe fare il bis proprio in Corea.
Dall’AI ai wine bar
La nuova vetrina in Corea è il tassello più recente di un progetto ad ampio respiro che comprende l'ampliamento della rete di wine bar, ma anche partnership con il mondo horeca - soprattutto in Italia - e l'integrazione dell'intelligenza artificiale nei percorsi di degustazione da parte di CMB. E l’avvio a Bourgas, in Bulgaria, dell’edizione 2025 della Sauvignon Selection by CMB (quello che era conosciuto come Concours Mondial du Sauvignon) offre l’occasione per fare il punto sul ruolo e sul valore dei concorsi in ambito enoico con Quentin Havaux, direttore del CMB. L’approccio multicanale parte infatti già dal momento della degustazione dei panel internazionali, rispetto alle quali lo storico concorso ha deciso di espandere il proprio ruolo diventando un attore sulla scena del vino.

Quentin Havaux, direttore del CMB
«Ci sono così tante competizioni dedicate al vino nel mondo - osserva infatti Havaux - ma il meccanismo è morto o comunque superato. Poiché però il nostro obiettivo è portare maggiore valore per i produttori e anche per i consumatori, ci siamo chiesti cosa potevamo fare. La prima idea è stata di investire sull’intelligenza artificiale per portare maggiori informazioni e feedback ai produttori, anziché ricevere solo un voto e (in caso) una medaglia. Ogni etichetta degustata nelle varie edizioni del Concours riceve una valutazione ancora più accurata e obiettiva. E quella scheda di sintesi, elaborata dall’AI sulla base delle annotazioni dei giudici, può essere utilizzata come strumento di riflessione enologica e di marketing».
Dal concorso alla tavola del consumatore
Inoltre, dato che il CMB ha molti partner tra Horeca e distributori in Europa e nel mondo, si è deciso di portare le valutazioni al consumatore nei wine bar e nei Wine & Spirits Experience. Le schede tecniche elaborate con l’AI sono dunque disponibili nei locali e possono anche esser collegate all’etichetta (ad esempio con un QRcode). «Il nostro obiettivo è mostrare al winelover che tutte le etichette premiate dal CMB sono di qualità eccellente - aggiunge Havaux - poiché abbiamo l’ambizione di coinvolgere il consumatore, che non può esser coinvolto nelle competizioni ma rimane un interlocutore essenziale». In quest’ottica il CMB vuole essere un ambasciatore del vino. «Siamo davvero convinti di voler portare più valore ai produttori che talvolta sono molto bravi in cantina, ma non sanno come promuovere il loro prodotto. E per questo noi ci inseriamo nel percorso di avvicinamento a chi assaggi», aggiunge il direttore CMB.

La scheda di sintesi delle valutazioni del concorso delle etichette può essere utilizzata come strumento di marketing
L’esempio viene proprio da Seul: «Ci siamo resi conto del fatto che spesso in Oriente molti consumatori non hanno la cultura del vino legato ai territori e alle denominazioni che c’è in Europa e piuttosto sono legati ai brand. Per questo noi li avviciniamo proponendo loro di assaggiare dei vini che sono buoni grazie alla garanzia del CMB, che funge da brand per attrarli. E poi ciascuno può scegliere di approfondire, studiare, esplorare i territori e le denominazioni». Se dunque i voti non rimangono fine a se stessi, ma - come avviene anche in Italia - le guide e le competizioni si spingono a organizzare eventi, a costruire occasioni di contatto con i consumatore, allora i panel di degustazione continuano ad avere un senso anche oggi.