ll Barolo, "il re dei vini nato dal principe dei vitigni, il Nebbiolo", è la massima espressione della cantina "Livia Fontana" di Castiglione Falletto (Cn), nel cuore delle Langhe. Identifica la passione, l'amore e il rispetto per la natura di una famiglia con una storia declinata in sette generazioni. Oggi al timone ci sono Livia, che l'aveva ricevuto dal padre Ettore, e i suoi figli, Michele e Lorenzo. Secondo le carte, i Fontana sono legati alla terra dal 1820, ma certamente anche prima in quel contesto territoriale di nobili vini.

Cantina Livia Fontana: Lorenzo, Livia e Michele
Livia Fontana è venuta a Roma, al ristorante "Mamma Mia", a presentare la cantina e i suoi vini, abbinati a un menu di carni bovine selezionate dal patron Daniele Agosti. Con il contributo di Alessandro Scorsone, alfiere del vino e responsabile del Cerimoniale di Palazzo Chigi, sono emerse in degustazione l'intensità, la persistenza e la vocazione alla longevità dei vini. L'inimitabile Barolo anzitutto, nelle tre tipologie, Bussia Riserva, Fontanin e Villero, ma anche Langhe Rosso Insieme (blend di Barbera e Nebbiolo), Barbera d'Alba, Langhe Nebbiolo, Roero Arneis e un Rosé, rosa luminoso, fruttato e intenso con una produzione annuale di 60mila bottiglie.
La storia della cantina Livia Fontana
Seguire la loro storia è un itinerario nei secoli, almeno fino a che, appunto, le carte lo consentono. Un atto notarile cita la loro presenza a Castiglione Falletto dal 1450 ma una parrocchia attribuisce nel 1666 a tal Gio Berto Fontana una proprietà estesa per circa 23 giornate piemontesi, l'equivalente di 90mila mq. Tutto nasce intorno alla cascina Fontanin (diminutivo del cognome) - ancora oggi sede aziendale - che prima di essere cantina era azienda agricola con produzione di grano, nocciole e allevamento di animali da cortile, come in tutte le economie rurali di sussistenza. Ma per le prime bottiglie bisogna aspettare nonno Saverio, tra i primi imbottigliatori di Castiglione: era il numero 156. La qualità dei vini - racconta Livia - attirò anche i banditi che saccheggiarono un carico di botticelle dirette a Torino.
Ma la svolta arriva nel '92 con il figlio Ettore quando l'azienda diventa esclusivamente vitivinicola. Le altre colture vengono espiantate e sostituite da viti selezionate dai cru Mariondino e Villero che si affiancano allo storico Bussia. Una seconda svolta arriva nel '95 con Livia, giovanissima e inesperta a cui il padre affida la gestione con totale fiducia, in tempi in cui in cantina non entravano donne. È stata determinante, questa ripartenza, anche grazie alla collaborazione con l'enologo Donato Lanati. Ma quando viene a mancare il padre, arrivano subito al suo fianco i figli, il maggiore Michele, che si diploma in enologia, e poi Lorenzo.

Le vigne di Livia Fontana nelle Langhe
«Hanno avuto cuore, coraggio e passione - dice Livia - per intraprendere questo nuovo capitolo della nostra lunga storia gettando le basi per il prossimo futuro». Forse un calice non può raccontare i dettagli di una lunga storia familiare, ma può esprimere la passione, il rispetto della natura e del frutto, accompagnato nella sua evoluzione. E prima ancora del riconoscimento mondiale per quei vini di alto pregio c'era l'orgoglio di essere vignaioli. Dai 10 ettari vitati condotti con tradizione rinnovata e nuovo stile nascono in armonia con le risorse della terra vini identitari con caratteristiche e sfumature diverse, come ha dinostrato la degurazione.
L'identità dei vini di Livia Fontana
Non erano presenti i due ragazzi, ma gli assaggi riportavano a loro, soprattutto a Michele, con la sua idea di vino nata in un percorso graduale ma determinato di maturazione stilistica. Ma più che la scuola enologica, a formarlo sui segreti e gli equilibri della terra, è stato un agronomo, Daniele Gilberti, che lo ha guidato nello studio del terreno e del suo patrimonio biologico. Insieme hanno ripensato la vigna secondo un sistema parcellare dettato da suoli ed esposizioni, sempre in stretto dialogo con la natura. Via i diserbanti e i concimi chimici, solo stallatico per far vivere i microrganismi, utili alla biologia della vite e importanti anche per gli esiti qualitativi del processo di vinificazione.

La cantina di Livia Fontana
L'attenzione delle lavorazioni in vigna, filare per filare è maniacale, si raccoglie solo a maturazione fenolica e la pulizia è scrupolosa. Si lavano persino le cassette tra un trasporto e l'altro dell'uva in cantina. Monitoraggio con cinque capannine meteo e controlli capillari consentono anche di programmare i trattamenti. La malolattica viene fatta il prima possibile, seguendo ogni passaggio fino alla fase finale con le bottiglie che riposano nella cantina sotterranea a temperatura controllata fino alla vendita. È questo l'imprinting del rinnovato brand, la "nuova" Livia Fontana. «Il nostro obiettivo - dice Michele - è di interpretare la natura, dando vita a vini longevi, eleganti, identitari della nostre vigne e in cui, in futuro, grazie proprio alle loro peculiarità, tutti vi possano riconoscere l'impronta Fontana». Si esporta nella Svizzera tedesca - mercato già conquistato a suo tempo dal papà Ettore - e negli Stati Uniti, seguiti dai Paesi del Nord Europa come Belgio, Danimarca, Olanda.

«Ora i nostri vini iniziano realmente a rappresentarci e la reazione del mercato stesso ne è la dimostrazione» dice Lorenzo, in veste di ambassador, incaricato della comunicazione e posizionamento dei vini. Organizza spesso eventi in cantina con amici, opinion leader e appassionati, con un grande rapporto di fiducia. Li chiamano "La Carica dei 202", numero palindrono, che si legge allo stesso modo da destra o da sinistra e che richiama l'armonia, in riferimento al vino ma anche al rapporto familiare. La cornice è la bellezza di quelle terre, rigate dalla geometria regolare dei filari alternata a macchie di verde, in una simmetrie di luci e colori. Erano meta una volta di aristocratici soggiorni in ville e castelli, prima di senatori e cavalieri e poi di conti e marchesi. Tutti contribuirono ad accrescere la fama internazionale del Barolo, portabandiera dell'alta enologia piemonese.
Livia Fontana, la degustazione a Roma
La degustazione romana si è aperta con l'Arneis 2023 il grande bianco presente da secoli in questa terra di rossi. Viene da due ettari a Priocca e Castagnito. Paglierino con lievi riflessi ambrati, note floreali ed di erba limonina, ha toni erbacei e gradevilmente amaro nel finale.La pressatura è soffice e le fermentazione e l'affinamento sono in acciaio. Il Langhe DOC Nebbiolo 2022, rosso con tonalità rubino e riflessi granati, profumo delicato con sentori floreali e fruttati. Armonico ed elegante, tannini fini. Nasce in tre ettari a Castiglione Falletto. Pigiatura soffice con ulteriore selezione degli acini, fermentazione in vasche di acciaio con rimontaggi e délestages. Affinamento: 18 mesi in botti di rovere tradizionali e dopo in bottiglia. Può essere anche affidato al tempo anche per 7-8 anni. Analogo processo per la Barbera d'Alba Doc, 3 ettari a Castiglione Falletto, poi affinamento di 30 mesi in botti di rovere. Rosso rubino vivo, è profumato, intenso, ricco e fruttato con toni speziati, di ciliegia e frutti di bosco. Ed ecco i tre grandi Barolo Docg, dai cru di Nariondino, Villero e Bussia.

Tre bottiglie di Barolo di Livia Fontana
Il Fontanin, rosso rubino che tende al granato, è complesso, di grande struttura e tannini morbidi. Ha sfumatue speziate di noce moscata e liquirizia, note di violetta e balsamiche. Viene da due ettari a Castiglione Falletto (zona Villero e Mariondino) da suoli sabbiosi con marne e fossili. Vendemmia a metà ottobre, selezione degli acini, pigiatura soffice, fermentazione in acciaio e macerazione di 20 giorni. Poi 40 mesi in botti di rovere tradizionale. Può sfidare i 12-15 anni. Processo simile per il Barolo Villero, va in rovere per lo stesso tempo. Ha profumi complessi con note floreali, grande sruttura, elegante, tannni forti con finale balsamico. Chiude la serie il grande Barolo Bussia Riserva, da mezzo ettaro di vigna. Lunga macerazione e rovere per 54 mesi. Il profumo è complesso con sentori di china, le fave di cacao, il ginepro e caffè tostato. Tannino pieno e deciso con finale morbido ed elegante.
Via Fontana 1 12060 Castiglione Falletto (Cn)
Lun-Ven 09:00-12:30, 14:00-17:00