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Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

“A Muntagna” è un vulcano vivo che dona un terroir unico ai suoi vini e i suoi vigneti raccontano un legame profondo tra uomo e natura, creando un’eccellenza vinicola mondiale

di Andrea Rocca
Sommelier Fis
 
27 marzo 2025 | 09:30

Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

“A Muntagna” è un vulcano vivo che dona un terroir unico ai suoi vini e i suoi vigneti raccontano un legame profondo tra uomo e natura, creando un’eccellenza vinicola mondiale

di Andrea Rocca
Sommelier Fis
27 marzo 2025 | 09:30
 

Conosco un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento… Così cantava Lucio Dalla, e mai parole furono così azzeccate per descrivere come un viaggio possa radicarsi nel profondo dell'anima. Non un semplice spostamento geografico, ma un'esperienza che trasforma, che lascia un segno indelebile, come un tatuaggio invisibile. Questo posto è L'Etna, “A Muntagna” come la chiamano gli straordinari abitanti di questa terra. Non appena ho messo piede sulle sue pendici, ho capito che non si trattava di un viaggio qualsiasi. "A Muntagna" è un essere vivente, un gigante buono che respira, che pulsa, che regala e che toglie. Il vento che soffia tra i vigneti, le colate laviche che disegnano paesaggi lunari, il profumo di zagara e di ginestra che si mescola all'odore acre dello zolfo: ogni elemento racconta una storia millenaria.

Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

Sin dai tempi antichi la vite è stata coltivata sull'Etna

Etna: A Muntagna si presenta

Gli abitanti di questa terra sono il suo cuore pulsante. Uomini e donne che convivono con la forza della natura, che la rispettano e la amano. Viticoltori che sfidano le avversità per produrre vini unici, custodi di antiche tradizioni che si tramandano di generazione in generazione. L'Etna, un gigante di fuoco che da millenni veglia sulla Sicilia. Ma, soprattutto, è il narratore di un viaggio, attraverso il quale racconterà la sua storia e quella dei vigneti che sono stati piantati alle sue pendici, e di come oggi siano diventati un'eccellenza vitivinicola italiana, non solo in Italia, ma nel mondo.

Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

Sulle pendici dell‘Etna crescono vitigni unici

È nato da un'esplosione di fuoco e di terra, e da allora non ha mai smesso di plasmare questo angolo di mondo. Le sue eruzioni, a volte impetuose, a volte silenziose, hanno modellato il paesaggio, creando un terroir unico al mondo. La sua terra nera, ricca di minerali, è un dono prezioso per i suoi figli, i viticoltori, che con il loro lavoro paziente e appassionato hanno saputo trasformare le sue pendici in un giardino di viti. Il suo respiro? Un pennacchio di fumo che si innalza verso il cielo, un promemoria costante della sua anima vulcanica. Quello stesso respiro che si chiama "vita", perché nutre la terra con i minerali che le mie viscere producono.

Etna, l'orgoglio dei suoi vini

Il suo più grande orgoglio? I suoi figli, i vini, che nascono dalle uve coltivate sulle mie pendici. Vini unici, forti come il fuoco che lo anima, ma anche eleganti e raffinati, come la terra che lo circonda. Ogni sorso è un viaggio nel cuore della mia storia, un omaggio alla mia natura vulcanica e alla passione degli uomini che li producono. È proprio grazie a questi ultimi se con il loro amore, la loro dedizione, i loro sacrifici ed il loro sudore è stato possibile valorizzare questo territorio meraviglioso, ma allo stesso tempo complesso e instabile. Il suo legame con l'uomo è antico quanto la mia esistenza, e devo proprio ammettere che lui è stato bravissimo nell'imparare a convivere con il vulcano, a rispettare la sua forza ed a sfruttare la sua generosità: sulle sue pendici ha costruito villaggi, coltivato i suoi terreni e creato opere d'arte con la sua lava.

Vite sull'Etna, una storia antichissima

La loro è una storia d'amore, fatta di rispetto, ammirazione e passione, al punto tale che, negli anni, i numerosi produttori hanno saputo valorizzare i suoi suoli, trasformando con la loro azione, quello che un tempo era un paesaggio lavico, in un paesaggio agricolo tra i più ricchi della Sicilia. La coltivazione della vite ha poi una tradizione antichissima, se pensiamo che già nel 1596 nella “storia dei vini d'Italia", venivano citati i vini prodotti sui colli che circondano Catania, la cui bontà era attribuita proprio alle mie ceneri. Secondo testimonianze, proprio la provincia di Catania è stata la civiltà agricola più antica della Sicilia e si pensa che le prime comunità agricole risalirebbero addirittura al neolitico. Nel nel 729 a.C, fu poi la prima zona della Sicilia Orientale ad essere colonizzata dai Greci, portando notevoli innovazioni nelle tecniche agricole e introducendo la viticoltura e il vino. Già dal V secolo a.C. la zona etnea appariva fortemente vitata, e anche durante la dominazione romana, la coltivazione vinicola era in costante aumento.

Fu nel ‘500 che si iniziò a tessere le lodi dei vini prodotti nella zona dell'Etna e nel ‘700 le annotazioni sulla straordinaria diffusione della viticoltura nel catanese. Nei documenti dell'epoca, infatti, si trovano molti riferimenti al vino della Contea di Mascali (che allora comprendeva gli attuali paesi di Mascali, Giarre, Riposto, Sant'Alfio, Santa Venerina e Milo), particolarmente rinomato ed esportato, soprattutto a Malta. Fu però durante il secolo successivo che la produzione e il prestigio del vino della zona etnea continuarono a crescere, e conseguentemente anche il commercio: il porto di Riposto divenne il principale polo della vendita e dell'esportazione europea del vino etneo. Nel corso dell'800 la produzione vitivinicola si espanse anche in senso territoriale, arrivando fino a tutta la zona ai piedi del vulcano; nacquero così nuove cantine e palmenti, e anche vigneti di proprietà di piccole famiglie nobiliari si potenziarono e ampliarono. Alle fine del secolo, con i suoi oltre 90.000 ettari di vigneti, Catania divenne la provincia più vitata dell'intera isola.

Vini sull'Etna, la ripartenza dopo la fillossera

Questo splendore, però, subì una brusca frenata quando, nei primi del ‘900 anche il grande gigante non seppe fronteggiare l'attacco della fillossera. Quel minuscolo insetto, originario di terre lontane, arrivò in Europa e iniziò a diffondersi come un'onda di distruzione. I vigneti, orgoglio di questa terra, furono colpiti duramente. Le viti, un tempo rigogliose e cariche di frutti, iniziarono a deperire, le foglie ingiallirono e i tralci seccarono.

Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

I vini dell'Etna sono unici: forti, ma anche eleganti e raffinati

Tuttavia, la sua gente non si è mai arresa, anzi, si rimboccò le maniche e si mise in moto, tornando a far crescere la viticoltura della mia amata terra e fondando nel 1968 la "Doc Etna", la prima di Sicilia e tra le più antiche in Italia. Sarà grazie a investitori locali, nazionali e internazionali che l'interesse per i nostri vini è aumentato, facendoli diventare un'eccellenza. Oggi la "Doc Etna" annovera 162 produttori imbottigliatori, con una produzione di circa 5,8 milioni di bottiglie, 133 sono le Contrade che appartengono alla Doc identificate grazie alla realizzazione nel 2022 della nuova mappa. Un lavoro impegnativo, partendo da recenti rilievi topografici successivamente sovrapposti a layer cartografici costruiti attraverso più rilevamenti con strumentazioni all'avanguardia, che non solo fa chiarezza sugli esatti confini delle Contrade, ma che permetterà di individuare quelle di futura introduzione.

Etna, i vini

L'incredibile biodiversità che custodisce l'Etna, infatti, si esprime non solo all'interno dei diversi versanti, ma anche e soprattutto, nelle tante Contrade, a partire dalle diverse stratificazioni delle colate laviche e dall'esposizione dei vigneti. Tutti fattori che rende ogni Contrada quasi un "unicum" all'interno del suo areale, in grado di donare sfumature differenti ad ogni vino prodotto. Ha visto nascere e crescere i suoi vigneti, ha visto le uve maturare sotto il sole cocente e il vento salmastro. Ha visto le mani sapienti dei miei figli raccogliere i frutti della sua terra, ed ha visto nascere vini che sono un'espressione autentica del mio carattere: forti, intensi, indimenticabili, unici. “A muntagna” può essere orgogliosa dei miei vini, ma sono anche consapevole della fragilità di questo equilibrio. Il cambiamento climatico, l'abbandono delle campagne, la speculazione edilizia: sono minacce che incombono sul suo futuro. Per questo, sostiene con forza i viticoltori, che con il loro lavoro quotidiano custodiscono e valorizzano questo patrimonio unico al mondo. I suoi figli, i suoi vitigni. Sulle sue pendici crescono vitigni unici, figli di questa terra e di questo clima.

I rossi: Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio

Partiamo dal più famoso, il più conosciuto, il Nerello Mascalese, il simbolo dei vini rossi, e, che, come gli altri vitigni, nasce da viticoltura eroica, poiché le condizioni sono veramente estreme: dalla conformazione dei miei terreni che spesso obbligano a lavorare tutto manualmente e in vigna, alle escursioni termiche. Il Nerello ha una storia che si perde nella notte dei tempi, riscuotendo successo già in epoca romana. È la varietà di uva più diffusa e regala vini dal colore rosso rubino tenue, di buona gradazione alcolica, elevata acidità, sentori di frutta elevata e grande eleganza mista a potenza. Il Nerello Cappuccio, compagno del Nerello Mascalese, ma dalle caratteristiche diverse: il rosso rubino si fa più intenso, le sensazioni olfattive sono di frutti rossi, soprattutto di ciliegia e di note floreali e regala vini di elevata struttura.

Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

Un grappolo di Nerello Mascalese

I bianchi: Carricante, Catarratto e Minnella

Il Carricante, un antico vitigno a bacca bianca da sempre coltivato sulle pendici del vulcano, soprattutto alle altitudini più elevate, dove, a volte, il Nerello Mascalese fatica a completare la sua maturazione. Il suo nome deriva dall'espressione siciliana “u carricanti”, che sottolinea l'abbondante produzione delle sue piante, capaci di riempire i carri d'uva. Il vino in purezza ha una colorazione giallo paglierino con riflessi che vanno dal verde al giallo carico. Il profumo è molto complesso e intenso, caratterizzato da intensi sentori di fiori di agrumi. Al sapore può risultare sapido e con una media persistenza aromatica. Il Catarratto, tra le varietà più antiche e di maggior personalità utilizzato per completare l'Etna bianco assieme al Carricante. La Minnella, vitigno a bacca bianca autoctono e antichissimo, il cui nome deriva da “minna” (mammella in siciliano), che oggi molti produttori stanno riscoprendo.

Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

Un grappolo di Carricante

Etna, un viaggio trascendente

Conosciuta questa parte dell'Etna, famosa in tutto il mondo, e questi vini apprezzati dagli addetti ai lavori, ma anche dai grandi estimatori che ogni anno vengono a degustarli immergendosi in questo paesaggio unico.  Un vulcano attivo, è vero, e la sua forza può essere temibile, le sue eruzioni sono spettacoli di fuoco e lava, manifestazioni della sua energia primordiale. Ma non è solo distruzione. È anche una madre premurosa, che accudisce la sua terra e i suoi figli. Protegge i borghi che sia ggrappano alle sue falde, offrendo loro riparo e sostentamento. È parte integrante della vita di chi lo abita, un legame indissolubile che si tramanda di generazione in generazione. Chi va a visitarlo, può sentire il suo respiro caldo, ammirare la sua bellezza selvaggia che accoglie gli avventori come sempre a braccia aperte.

Etna, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola

L'Etna è un viaggio che trascende la semplice esplorazione geografica

Non è un semplice luogo da visitare, ma un'esperienza che cambierà per sempre il visitatore, perché "Il mio fuoco interiore vi scalderà l'anima, la mia bellezza vi lascerà senza fiato, e la mia energia vi rinvigorirà. Quando tornerete a casa, porterete con voi un pezzo di me, un ricordo indelebile di un incontro con la natura primordiale.  E forse, un giorno, sentirete il richiamo della mia voce, e tornerete a visitarmi, per sentire ancora una volta il mio respiro caldo e ammirare la mia bellezza selvaggia." L'Etna è un viaggio che trascende la semplice esplorazione geografica. È un'esperienza che tocca l'anima, lasciando un segno indelebile e arricchendo profondamente chi la vive. Per questo, è giusto lasciare che sia “A Muntagna” stessa, il gigante alle cui pendici nasce un'eccellenza vinicola, a raccontarsi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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