«La partita è più che mai aperta e si giocherà fino ai primi di maggio, quando si eleggerà il nuovo Consiglio di amministrazione del Consorzio Franciacorta. A seguire il presidente. Alcuni nomi sono già in pista». Con occhio attento e il necessario distacco, Alessandro Caccia, delegato bresciano e vice lombardo di Ais, l'Associazione italiana sommelier, non si sbilancia ed è molto, molto prudente. Conosce (eccome!), essendo pure della zona, le manovre note (e meno note) al centro del rinnovo del Cda del prestigioso ente, con sede a Erbusco (Bs). E proprio mentre si moltiplicano le smentite e i silenzi, iniziano a farsi largo tre nomi in particolare, sempre più ricorrenti nei corridoi della Franciacorta: Emanuele Rabotti (Cantina Monte Rossa), Arturo Ziliani (Berlucchi) e Paolo Pizziol (Villa Franciacorta).
Decisioni chiave per il nuovo presidente del Consorzio Franciacorta
Lo scorso anno l'organismo - ricordiamolo - ha guidato con mano ferma (soprattutto a livello qualitativo) la vendita di oltre 19 milioni di bottiglie. Sono giorni di consultazioni per il comitato elettorale, i nomi che circolano rischiano di essere bruciati anzitempo. Insomma, bocche cucite e carte coperte. Lo stesso presidente uscente del consorzio, Silvano Brescianini, alla festa dei 35 anni di vita, era stato ermetico: «Inutile fare previsioni, saranno gli oltre 120 aderenti al consorzio tra produttori e imbottigliatori a scegliere i nuovi amministratori dal quale poi uscirà il nome del presidente».

Il presidente uscente del Consorzio Franciacorta, Silvano Brescianini
Brescianini, non candidabile perché giunto al secondo mandato, non si era nemmeno sbilanciato sull'ipotesi di una donna: «I nomi che circolano sono tanti - aveva puntualizzato -, aspettiamo a fare previsioni anche perché il consorzio nei prossimo sarà chiamato a fare scelte decisive per la sua crescita e sviluppo. Abbiamo avuto la fortuna e la responsabilità di avere ereditato un territorio straordinario, da preservare con cura per le generazioni future. Dobbiamo continuare su questa strada».
Nell'immediato invece, ad esempio, i nuovi amministratori dovranno ragionare sull'ipotesi dei dazi annunciati da Trump. Gli Stati Uniti sono un mercato in crescita per i vini franciacortini, un mercato che viene solo dopo Svizzera (12%) ma che ha bisogno di sempre maggior visibilità. Brescianini è lapidario: «Un agricoltore, soprattutto un produttore di vini, è ottimista per definizione. Altrimenti farebbe un altro mestiere».
Consorzio Franciacorta: i tre candidati e le rispettive aziende
Comunque, al di là della prudenza, delle smentite e dei telefoni muti (in buona fede e certi dell'affidabilità delle nostre fonti), sono tre, come già annunciato in apertura, i nomi che circolano su tutti: Emanuele Rabotti (Cantina Monte Rossa), Arturo Ziliani (Berlucchi) e Paolo Pizziol (Villa Franciacorta). In Franciacorta in questo momento ci sono solo categorici imperativi, appunto: smentire e fare silenzio. Il 9 maggio, come direbbe Alessandro Manzoni, l'ardua sentenza.
Intanto, a scopo informativo, vi diamo una panoramica delle aziende dei tre forti candidati:
- Monte Rossa: fondata nel 1972 da Paolo Rabotti, è attualmente guidata dal figlio Emanuele. L'azienda gestisce 70 ettari di vigneti distribuiti su diversi terreni, consentendo la creazione di cuvée complesse e strutturate. La produzione annua si attesta su circa 500mila bottiglie, includendo varietà come Satèn, Brut, Extra Brut, Brut Nature e l'iconico Flamingo Rosé.

Franciacorta: l'esterno della cantina Monte Rossa
- Berlucchi: pioniera nella produzione di Franciacorta, ha ottenuto la certificazione biologica per i suoi vigneti nel 2016. L'azienda utilizza tecnologie avanzate e progetti come Mille1Vigna e Biopass per monitorare la biodiversità e la salute del suolo. La produzione annua supera i quattro milioni e mezzo di bottiglie, tutte dedicate al Franciacorta Docg, nelle versioni Brut, Satèn, Rosé, Nature e Millesimati.

Franciacorta: l'ingresso della cantina Berlucchi
- Villa Franciacorta: fondata negli anni '60 da Alessandro Bianchi, l'azienda coltiva 37 ettari di vigneti di proprietà, senza acquistare uve da terzi, producendo esclusivamente Franciacorta Docg. La produzione annua è all'incirca tra le 250mila e le 300mila bottiglie, comprendendo Brut, Satèn, Pas Dosé, Millesimati e Rosé. Attualmente è guidata da Roberta Bianchi, figlia del fondatore, affiancata dal marito Paolo Pizziol e dai figli Alessio e Matteo.

Franciacorta: il cortile del quartier generale della cantina Villa Franciacorta
Che cosa sapere sul Consorzio Franciacorta
Per l'occasione, poi, ricordiamo che il Consorzio Franciacorta, fondato il 5 marzo 1990 con sede a Erbusco, nel cuore della Franciacorta, ricordiamo, è l'organismo che garantisce e controlla il rispetto della disciplina di produzione di questo celebre spumante, primo vino italiano prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di origine controllata e garantita. Le sue funzioni spaziano dalla tutela del marchio e del territorio alla promozione del prodotto, passando per la valorizzazione della denominazione, e oggi conta ben 123 cantine associate.