Il 2024 si è rivelato un anno difficile per molte aziende quotate nel settore delle bevande alcoliche. I principali indici internazionali hanno chiuso l'anno con performance generalmente positive: il Ftse Mib di Milano ha registrato un incremento del 12,6%, il London Stock Exchange ha segnato un +5,9%, lo Standard & Poor's 500 ha evidenziato un rialzo del 23% e il Nikkei 225 di Tokyo ha chiuso con un +19%. Tuttavia, le aziende vinicole, birrarie e dei distillati non hanno beneficiato di questo trend, risentendo di un contesto economico incerto, dell'inflazione e di cambiamenti strategici che non hanno convinto gli investitori. È quanto emerge dall'analisi diffusa da Pambianco.
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Il 2024 è stato un anno complicato in Borsa per le bevande alcoliche
Vino in Borsa, un 2024 difficile
Nel comparto del vino, i dati raccolti dallo studio Pambianco evidenziano una flessione complessiva del 9,6% nei titoli dei 15 principali player mondiali per fatturato. Tra le performance più negative si distingue Australian Vintage, il cui titolo ha subito una riduzione del 65%, passando da 0,40 a 0,14 dollari australiani. Questa perdita è stata determinata da un bilancio in rosso con perdite pari a 93 milioni di dollari e dal mancato accordo di fusione con Accolide, il secondo produttore vinicolo australiano.
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Il comparto del vino ha evidenziato una flessione complessiva del 9,6%
Anche il comparto dello champagne ha registrato difficoltà, in parte legate alla contrazione dei consumi in mercati strategici come la Cina. Le spedizioni di champagne hanno subito una riduzione del 7,2% rispetto al 2023, secondo il Comité Champagne. Laurent-Perrier ha visto il valore delle sue azioni scendere del 13,4%, influenzato da una riduzione delle vendite nel primo semestre del 16,6%. Lanson-BCC, dopo una crescita del 29,8% nel 2023, ha chiuso il 2024 con un calo del 12,5%, con il prezzo delle azioni sceso da 39,99 a 35 euro. Vranken Pommery ha registrato una diminuzione del 14,3%, con il titolo passato a 13,15 euro per azione, anche a seguito del cambio di leadership con Nathalie Vranken subentrata a Paul-François Vranken.
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Anche lo Champagne ha registrato difficoltà in Borsa
In controtendenza si è distinta Italian Wine Brands, con una crescita del 27,9% e un prezzo delle azioni salito da 18,29 a 23,40 euro. La società ha beneficiato di risultati di bilancio positivi, con un incremento degli utili netti e la distribuzione di un dividendo di 0,5 euro per azione. Anche le acquisizioni passate, come Enoitalia nel 2021 ed Enovation Brands nel 2022, hanno contribuito al risultato positivo. Masi Agricola ha invece registrato un calo del 5,3%, attribuibile alla riduzione delle vendite e all'uscita dalla compagine societaria di Renzo Rosso.
Birra in Borsa, flessione diffusa
Anche il settore della birra ha affrontato una fase di flessione. AB InBev, primo produttore mondiale, ha chiuso il 2024 con una perdita del 17,1% nel valore delle sue azioni, mentre Heineken ha registrato una riduzione del 23,4% alla Borsa di Amsterdam. Entrambe le aziende hanno sofferto la contrazione dei consumi e la difficoltà nel mantenere alti volumi di vendita, fattori che hanno inciso sui margini operativi. Inoltre, il comparto brassicolo industriale ha dovuto affrontare una crescente concorrenza da parte di birrifici artigianali e regionali, che hanno eroso quote di mercato.
Spirits in Borsa, un periodo complesso
Il mercato dei distillati ha subito un periodo complesso, caratterizzato da una riduzione dei consumi e da cambi ai vertici societari che hanno generato incertezza tra gli investitori. Campari ha registrato una perdita del 39,9% in Borsa, con il titolo sceso a poco più di 6 euro per azione. La società ha vissuto un cambio di leadership con l'uscita di Matteo Fantacchiotti, che ha lasciato la carica di ceo dopo soli cinque mesi dalla sua nomina, una decisione che non ha rassicurato il mercato, anche se le prospettive sembrano essere migliori per il prossimo anno.
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Anche il mercato dei distillati ha subito un periodo complesso
Pernod Ricard ha chiuso l'anno con una riduzione del 27,5% nel valore delle sue azioni, dopo aver annunciato la cessione dei suoi marchi vinicoli per focalizzarsi su distillati e champagne premium. Remy Cointreau ha visto il prezzo delle sue azioni diminuire del 46,7%, a causa di un forte calo nelle vendite di cognac nei mercati chiave di Stati Uniti e Cina. Anche Diageo, tra le società con maggiore capitalizzazione quotate a Londra, ha subito un calo del 9,4% nell'anno. Secondo Alessio Candi, consulting ed M&A director di Pambianco, il settore dei superalcolici sta attraversando una fase di ristrutturazione, con scarsa innovazione nel lancio di nuovi prodotti e una crescente competizione da parte di alternative analcoliche che erodono quote di mercato.
Alcolici in Borsa, le prospettive per il prossimo anno?
L'anno appena iniziato presenta ancora elementi di incertezza. Sebbene vi sia un cauto ottimismo, il settore delle bevande alcoliche dovrà affrontare sfide significative. Per il comparto vinicolo, l'attenzione sarà rivolta agli effetti del cambiamento climatico sulle vendemmie, che potrebbero influenzare la disponibilità di uve di qualità e i relativi prezzi di mercato. Per birra e spirits, non si prevedono scossoni rilevanti, anche se la pressione competitiva e i mutamenti nei consumi continueranno a rappresentare fattori determinanti.