Il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria ha preso ufficialmente posizione riguardo alla polemica scaturita dalle 73 bottiglie di vino "Rosso Jannik", regalate al campione di tennis Jannik Sinner. Il Consorzio ha chiarito che le bottiglie in questione non possono essere considerate autentiche, poiché sprovviste della fascetta di Stato, elemento imprescindibile per garantire l’autenticità e la tracciabilità del Primitivo di Manduria Doc e Docg.
Secondo il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria le bottiglie deidacate a Jannik Sinner
Rosso Jannik, la vicenda
Jannik Sinner era diventato il volto di un'iniziativa che unisce sport e tradizione enologica con l'edizione limitata del "Rosso Jannik", un Primitivo di Manduria Doc prodotto dalle vinerie Baldari. Le 73 bottiglie, in omaggio alle vittorie del campione, celebrano il legame tra Manduria (Ta) e Sesto (Val Pusteria), città natale della famiglia di Sinner. Il progetto, ideato da Gianni Ippoliti e sostenuto dal sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro, include un’etichetta arancione con il volto stilizzato di Sinner e un QR code per ascoltare un brano dedicato. Le bottiglie sono state inviate come simbolo di gemellaggio tra le due città.
Rosso Jannik, non c’è la fascetta
La fascetta di Stato è un requisito fondamentale per i vini Doc e Docg, e la sua applicazione è stata introdotta per proteggere le denominazioni di origine da frodi e contraffazioni. Come sottolineato dal presidente del Consorzio, l’avvocato Novella Pastorelli, la fascetta contiene informazioni vitali, tra cui l’emblema dello Stato italiano, la sigla Doc, un numero progressivo unico, un codice a barre e sistemi di sicurezza per garantire la tracciabilità del prodotto. Inoltre, l’Ispettorato Centrale per la tutela della qualità e la repressione delle frodi (Icqrf) supervisiona l’applicazione corretta delle fascette.
Novella Pastorelli, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria
Il Consorzio ha immediatamente segnalato alle autorità competenti un possibile uso fraudolento del nome del Primitivo di Manduria e ha attivato una serie di verifiche. Secondo il Consorzio, l'assenza della fascetta di Stato sulle bottiglie in questione rappresenta un danno per l'immagine del prodotto e delle filiere che rispettano il disciplinare di produzione. È stato inoltre confermato che sono stati attivati gli agenti vigilatori per monitorare la situazione e prevenire pratiche scorrette. Il Consorzio ha anche comunicato di aver avviato azioni per far sì che Jannik Sinner riceva il vero Primitivo di Manduria Doc e Docg.