Analizzare le proprietà nutritive del vino è un compito complesso, poiché richiede lo studio e l'interpretazione delle azioni biologiche e della biodisponibilità dei suoi composti fenolici, più di un centinaio. È necessario considerare i fattori sociali associati al consumo di vino, confrontando i vari effetti dell'alcol puro, il cui consumo frequente, anche in piccole quantità, non offre gli stessi benefici per la salute. Il consumo costante e moderato di vino può apportare benefici alla salute nel tempo, poiché alcuni parametri ematici indicativi di determinate malattie migliorano gradualmente con il consumo di vino, rendendo questi effetti difficili da percepire immediatamente. La vera notizia è che questo è vero se il vino è contestualizzato in uno stile di vita sano. E non è poco.
Il vino, se bevuto con moderazione, è l'elisir di lunga vita della dieta mediterranea
Il resveratrolo: la chiave della longevità?
La prestigiosa rivista scientifica Science ha pubblicato un editoriale dal titolo: "Red wine, toast of the town (again)", che si può tradurre "Vino rosso, di nuovo in auge". E il perché è presto detto. È noto da tempo, a chi si occupa dello studio dei meccanismi genici che governano senescenza e longevità, che una molecola chiave per la cascata di eventi cellulari che consentono l'allungamento dell'aspettativa di vita di molti organismi, dal monocellulare lievito all'uomo, è SIRT1. L'attivazione di SIRT1 si può ottenere artificialmente e sperimentalmente in vari modi, tra cui la restrizione dietetica e l'utilizzazione di “composti attivatori di SIRT1” (STACs), il più efficace dei quali si è rivelato essere proprio il resveratrolo, il famoso componente salutistico del vino rosso.
Fin dagli anni '90, al resveratrolo, un polifenolo, fu attribuito il merito del "paradosso francese", fenomeno per il quale i francesi, pur alimentandosi con cibi ricchi di grassi e accompagnandoli con del buon Bordeaux, risultavano avere un rischio minore di arteriosclerosi rispetto ad altri europei a dieta analoga. Dopo numerosi studi sperimentali, il resveratrolo è oggi ritenuto un potente antinfiammatorio, oltre che efficace antiossidante e potenziale agente antitumorale. L'editoriale di Science esamina una serie di studi che indicano come il polifenolo, per ben esplicare le sue qualità, ha bisogno di essere attivato e che il miglior modo per renderlo efficace è quello di inserirlo nell'ambiente chimico in cui si trova naturalmente: nel vino rosso.
La metanalisi conferma: il vino fa bene (se bevuto con moderazione)
Intanto la metanalisi è una tecnica clinico-statistica quantitativa che permette di combinare i dati di più studi condotti su di uno stesso argomento, generando un unico dato conclusivo per rispondere a uno specifico quesito clinico. Ecco il dato unico rispetto al consumo di vino fornito dalla metanalisi “Moderate Wine Consumption & Health: A Narrative Review”, uno studio pubblicato a fine 2022 e firmato da ricercatori di diverse discipline ed Università tra i quali Laura Di Renzo (Tor Vergata di Roma), Luigi Bavaresco (Università Cattolica del Sacro Cuore), Elisabetta Bernardi (Università degli Studi di Bari Aldo Moro) e Attilio Giacosa (Policlinico di Monza).
In sintesi, “l'assunzione moderata di vino nell'età adulta e per lo più ai pasti nello stile della Dieta mediterranea (due bicchieri al giorno per uomini e uno per le donne) favorisce la longevità, riduce il rischio delle malattie cardiovascolari, di diabete e disturbi cognitivi, e non influenza in maniera significativa il rischio di sviluppare un cancro, eccetto per le donne con storia personale o familiare di cancro alla mammella. Il vino non è un farmaco: è indubbio che gli astemi non devono iniziare a bere alcolici per ridurre il loro rischio di malattie. Non esiste medico che possa suggerire una cosa simile. Ma l'evidenza epidemiologica indica che non c'è motivo di suggerire a coloro che bevono vino con moderazione di smettere di farlo”.
L'assunzione moderata di vino nell'età adulta e per lo più ai pasti nello stile della Dieta mediterranea favorisce la longevità
Oggi, dopo tanti studi, possiamo dire che bere vino, mangiando mediterraneo, in maniera moderata in età adulta porta senza dubbio benefici contro malattie cognitive, malattie metaboliche, mortalità per patologie cardiovascolari e così via. È dimostrato che chi beve soprattutto vino rosso, con moderazione, ha una riduzione del 26% del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto a chi è astemio, e del 51% di morire di malattia cardiovascolare. Vale anche per il diabete.
Conclusioni
È sempre la dose a fare il veleno; io preferisco dire che è la dose a fare la differenza. Anche se non voglio soffermarmi sul consigliarvi il consumo di uno o due bicchieri di vino, esistono le linee guida e sono chiare. L'obiettivo è comprendere l'importanza di contestualizzare uso e consumo del vino all'interno di uno stile di vita mediterraneo, a partire da quello che pensiamo, oltre a ciò che mangiamo e beviamo.