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Bufala Campana
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Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

Allegrini, official supplier degli Open d’Italia di golf per questa edizione e per quella del prossimo anno, si prepara ad un 2025 ricco di sfide. Silvia Allegrini racconta la filosofia dell’azienda, dalla scelta di puntare sull’appuntamento golfistico alle partite di sostenibilità, biodiversità e cambiamento climatico con i riflessi che hanno sui vini

di Mauro Taino
Redattore
03 luglio 2024 | 09:30
Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf
Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

Allegrini, official supplier degli Open d’Italia di golf per questa edizione e per quella del prossimo anno, si prepara ad un 2025 ricco di sfide. Silvia Allegrini racconta la filosofia dell’azienda, dalla scelta di puntare sull’appuntamento golfistico alle partite di sostenibilità, biodiversità e cambiamento climatico con i riflessi che hanno sui vini

di Mauro Taino
Redattore
03 luglio 2024 | 09:30
 

La presenza di Allegrini agli Open d’Italia di golf, in qualità di official supplier dell’evento per questa edizione e per il 2025, testimonia una volta di più la vocazione dell’azienda, orgogliosamente ben radicata in Valpolicella, a produrre vini di qualità, ma che sappiano parlare a tutti. E più che la vittoria con un finale thrilling sul green dell’Adriatc Golf Club di Cervia (Ra) del tedesco Marcel Siem, a far notizia sono le mosse della stessa cantina, incluse le sfide di sostenibilità e cambiamento climatico con i riflessi che hanno sui vini.

Come è arrivata Allegrini agli Open d’Italia di golf?

Allegrini è stata scelta come official supplier dell’81esima edizione degli Open d’Italia di golf e lo sarà anche il prossimo anno. «L’idea nasce da un amico che si occupa di organizzare e di cercare contratti e sponsorizzazioni per grandi eventi sportivi. che ci ha fatto questa proposta ed è stato per noi subito molto interessante. perché credo che oggi il futuro del vino passi anche attraverso il fatto di portarlo un po' al di fuori dei confini naturali, di renderlo accessibile». A sottolinearlo è Silvia Allegrini, perché in fondo l’obiettivo rimane il medesimo: riuscire a parlare a tutti con uno stesso vino, all’intenditore in grado di cogliere il lavoro pregiato che si nasconde in ogni calice e al neofita che vuole portare un ottimo vino in tavola per vivere un momento di condivisione con i suoi ospiti e che ne riesce a cogliere immediatamente la piacevolezza.

Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

La buca decisiva che ha consegnato a Marcel Siem la vittoria agli Open d'Italia di golf
 

Ma soprattutto, golf e vini di qualità hanno il pregio di poter parlare ad un target di pubblico per molti versi affine, che si richiama a standard in qualche modo premium: per questo Allegrini ha scelto di portarlo fuori da un contesto forse in qualche modo più canonico, ma che al tempo stesso rischia di diventare troppo stretto. «Il vino è prima di tutto condivisione, festeggiamento, celebrazione e quindi il fatto di portare il vino di grande qualità anche in contesti nuovi e diversi e rappresenta una grande opportunità».

«Inoltre - dice ancora Silvia Allegrini - rappresenta anche delle bellissime opportunità per fare partnership con aziende di altri settori che però parlano in qualche modo allo stesso target di pubblico, di clientela e quindi si creano proprio delle occasioni di collaborazione con chi fa anche lavori diversi ma che comunque organizzano eventi assieme rendendo tutto molto più sfaccettato, molto più più stimolante ed è un bellissimo modo secondo me per portare alto il valore del Made in Italy».

Allegrini: una piacevolezza figlia della qualità

Lo stile di Allegrini, pur mantenendo un profilo che vuole essere premium, è quello di cercare di fare vini molto approcciabili, a prescindere dal fatto che si tratti di un vino fresco come può essere un Lugana o un Valporicella Classico, ma anche arrivando a vini più strutturati come l’Amarone o La Poja. «Cerchiamo di dare – illustra Silvia Allegrini - sempre un grande indice di gradevolezza e di piacevolezza, proprio perché il vino deve risultare accogliente e deve riuscire a essere interessante sia al grande esperto che ovviamente saprà accoglierne le sfaccettature più particolari, i risvolti più nascosti, ma anche a chi magari beve per la prima volta e quindi il fatto di trovare una buona bevuta, un buon sorso, gradevole, piacevole, che soddisfa, ma che non impegna troppo e che non risulta in qualche modo esagerato».

Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

Silvia Allegrini agli Open d'Italia di golf

Un vino insomma che può piacere a tutti, secondo le proprie inclinazioni, le proprie caratteristiche e le proprie capacità interpretative, senza sentirsi inadeguati, ma, al contrario, magari stimolati e incuriositi dal produttore. Un vino che si pone l’obiettivo ambizioso di riuscire a parlare a tutti con il linguaggio che gli è più affine.

Allegrini, i vini protagonisti agli Open d’Italia di golf

Nella Corporate Area degli Open d’Italia di golf, l’unico vino ad essere servito era targato Allegrini. Diverse le proposte in carta, a cominciare dal Lugana, l’ultimo arrivato: un vino bianco prodotto nella parte meridionale del lago di Garda, a cavallo fra le province di Verona e di Brescia, molto sapido, ma che sa «dare di sé diverse sfaccettature». Come da stile della casa, la scelta di Allegrini per il proprio Lugana è quello di un vino che enfatizzi proprio la piacevolezza, la gradevolezza e che non fosse troppo impegnativo, pur facendo sentire la mano del produttore e le sue diverse qualità. Il Lugana, in annata 2022, è stato proposto in accompagnamento ad un vitello tonnato o ad una parmigiana di zucchine.

Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

Il Lugana 2022, il Valpolicella Classico 2023 e l'Amarone Classico 2020 di Allegrini degustati agli Open d'Italia di golf

È stata quindi la volta di un Valpolicella Classico del 2023, servito ad una temperatura più bassa, quasi da cestello, da un lato per adattarsi alla giornata torrida che ha caratterizzato la domenica degli Open di golf, dall’altro per esaltarne la natura di vino d’annata, con un tannino morbido, ma non verde, riportando a quelle che erano le origini di questo vino che, nel caso di Allegrini, affina solamente in acciaio. «È un vino che rimane fresco, piacevole al palato, gradevole, che però ha anche una bella personalità, una bella struttura e ha un aroma molto spiccato di frutti rossi, ciliegie in particolare, che sono un po' il tratto distintivo di tutti i vini della Valpolicella. È un vino molto giovane, che non fa legno e quindi  rimane un vino anche molto estivo, molto fresco, servito a qualche a qualche grado di temperatura in meno, specialmente in giornate così calde, ne fanno un vino perfetto per l'estate».

Il Valpolicella Classico è stato proposto con la portata principale, sia primi che secondi. Il menu proponeva Tortello di patate al forno, crema di zucchine, menta e pistacchi tostati, Paccheri, crema di pomodoro datterino, basilico e crumble di parmigiano o Insalata di riso integrale alla greca, feta, pomodori, cetrioli, olive e basilico. Orata arrosto e pomodori gratinate e Roast-beef e patate arrosto speziate erano invece le proposte per la seconda portata. A concludere tre dessert (Macedonia di frutta fresca, Mini meringata, ananas e menta e Sorbetto al limone) che hanno anticipato l’arrivo in tavola dell’Amarone. Classico del 2020, che nell’interpretazione di Allegrini vuole superare il concetto di vino da fine pasto e meditazione, ma che al contrario si possa aprire con frequenza anche a tavola. Un vino in cui la Cantina cerca di non andare a esasperare quelle caratteristiche di grande tannicità e grande struttura che l'Amarone esprime, ma che invece sia molto equilibrato e contemporaneo. In carta anche un Prosecco millesimato extra dry Doc del 2023 di Corte Giara (sempre brand Allegrini), un Soave Doc del 2023 e il Palazzo della Torre 2021, uno dei vini storici della Cantina.

Allegrini, le sfide della biodiversità e della sostenibilità

«Con il mondo del golf - evidenzia Silvia Allegrini - c’è una grande connessione anche per quello che riguarda rispetto per la natura: ovviamente dove c'è il golf in genere ci sono bellissimi paesaggi che vengono tutelati, protetti, difesi e riqualificati e anche questo credo sia un altro degli elementi che ci può legare: basta guardarci attorno, siamo immersi nel verde, abbiamo davanti scenari bellissimi e anche nelle grandi zone enologiche d'Italia, con ovviamente un paesaggio diverso, si ritrova questa tutela della natura, questo rispetto della natura degli animali che la abitano, della biodiversità».

Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

In quasi tutti i vigneti di Allegrini sono presenti degli apiari
 

Quindi aggiunge: «Non siamo un’azienda biologica, ma abbiamo ottenuto diverse certificazioni. Faccio un esempio: in quasi tutti i nostri vigneti ci sono degli apiari, questo dimostra che la viticoltura “intensiva”, se così si vuole definire, e la biodiversità possono tranquillamente convivere felicemente. Ed è chiaro che quello verso la sostenibilità ambientale è assolutamente un grandissimo impegno che portiamo avanti nelle grandi e nelle piccole scelte che si fanno ogni giorno».

Allegrini alla prova del cambiamento climatico

La sostenibilità e la promozione della biodiversità rimangono sfide stringenti che Allegrini sta già giocando all’interno della grande partita del cambiamento climatico che porta anche ulteriori variabili in un mondo che da sempre fa i conti con le caratteristiche diverse di ogni vendemmia che si riflette naturalmente anche nelle bottiglie e nel calice. «Quello del cambiamento climatico è ovviamente un tema molto attuale, molto sfidante. Noi abbiamo la fortuna di avere tutti i vigneti dalla media alla alta collina e quindi questo ad oggi ci consente di gestire quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni con una certa tranquillità, dato che i nostri vigneti di alta collina sono ventilati e hanno un terreno molto più povero, molto più sciolto - e quindi molto drenante - e questo è positivo sia in caso di estati molto piovose sia in caso di stagioni torride perché la pianta è stimolata a sviluppare le proprie radici in profondità e non in orizzontale».

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Allegrini, una nuova era per l’Amarone?

Cambiamenti, come l’innalzamento delle temperature medie, che rischiano di imporre anche dei cambiamenti ai disciplinari, soprattutto per vini come l’Amarone già di natura portati ad avere un’alta gradazione alcolica con le alte temperature che rischiano di far crescere ulteriormente. «Ci sono varie sperimentazioni in corso - riconosce Silvia Allegrini -, ma dire oggi che c'è una soluzione è ancora troppo presto. Anche perché durante l'appassimento non si ha una semplice concentrazione delle uve, ma c'è proprio un complesso biochimismo che modifica alcuni elementi appunto microbiologici e chimici all'interno dell'acino e quindi bisognerà capire se per esempio accorciando l’appassimento tutti questi processi avvengono comunque».

Allegrini, vini che “parlano” a tutti.. anche agli Open di golf

L'Amarone per Allegrini non è più solo un vino da fine pasto, ma da poter aprire a tavola

Quindi conclude: «Il segreto ovviamente sarebbe riuscire a fare un Amarone meno alcolico, ma che non manchi di nessun'altra delle sue caratteristiche e questo è un processo che richiederà un po' di anni di studio e di sperimentazioni, perché abbiamo a che fare con una materia viva che ogni anno è diversa e quindi serve un tempo più lungo per poter avere delle sperimentazioni che ci diano conforto sui risultati, anche in vendemmie tra loro molto diverse».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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