Cosa si intende per birra artigianale? Nel luglio del 2016 il Parlamento ha approvato una modifica all’articolo 35 della legge 16 agosto 1962, n. 1354, introducendo un nuovo comma che recita: “si può definire birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione”.
Birra artigianale: un mondo ancora tutto da scoprire
Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente: “un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.
Birra: artigianale o industriale? Ecco quali sono le differenze
Oltre a questi parametri, che differenza c’è tra una birra artigianale e una industriale? La birra artigianale dovrebbe differire dall’omologo industriale per fragranza, freschezza e vitalità. L’assenza di pastorizzazione e microfiltrazione permette alla birra artigianale di preservare i suoi gusti e aromi naturali, dati dall’eccellenza delle materie prime utilizzate, regalando al consumatore emozioni uniche ed intense, le birre artigianali sono di fatto l’immagine del birraio che le produce e in quanto tali, hanno un’anima, una storia, un carattere, un accento.
Si può definire birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione.
Ma come si conserva una birra artigianale? La birra artigianale è un prodotto vivo e quindi sensibile alle temperature elevate, il miglior modo è conservare il prodotto a temperature da frigo e consumarlo prima possibile per esaltarne al massimo l’esperienza sensoriale. Come si serve una birra artigianale? Anche per la birra artigianale i metodi per spillare la birra sono principalmente due: alla “alpino-tedesca” e alla “belga”.
Quella alla “alpino-tedesca” avviene in tre tempi in modo da agevolare molto la dispersione di anidride carbonica lasciando la birra con la giusta quantità di gas. Questo sistema è perfetto per le birre caratterizzate dal malto: consiste nell’allontanare un poco il bicchiere dal rubinetto o dalla bottiglia mentre la birra ne sgorga e, una volta riempito, attendere che la schiuma in eccesso si depositi, procedendo con il secondo tempo nello stesso modo del primo. Il terzo è la rifinitura finale del cappello di schiuma. Il metodo “alla belga” consiste invece nel versare in un solo tempo, tagliando poi la schiuma in eccesso con una spatola.