A "Berebianco 2024", svoltosi al The Westin Excelsior Hotel di via Veneto a Roma, 65 cantine e 150 etichette sono state protagoniste di un percorso di degustazioni tra le più interessanti realtà bianchiste italiane provenienti da 13 regioni del Paese. Nonostante l'immagine del vino bianco per i consumatori sia ancora legata a modelli di giovinezza, semplicità e profumo, da cominciare a consumare già prima dell’inizio della primavera successiva alla vendemmia, sta meritando sempre più attenzione una produzione che, per esprimersi al meglio, abbia bisogno di tempo, conservando per anni caratteristiche di complessità e piacevolezza. «Salvo pochi casi - ha detto Francesco D'Agostino, direttore di Cucina & Vini e ideatore di "Berebianco" - questi vini longevi fanno fatica a raggiungere sui mercati internazionali il posizionamento che loro compete. Molto importante è una comunicazione corretta».

Berebianco 2024: a Roma protagoniste 65 cantine e 150 etichette
Berebianco 2024, protagonista il Consorzio tutela del Gavi Docg
Ospite d’eccezione dell'evento, alla sua seconda edizione, è stato il Consorzio tutela del Gavi Docg con oltre venti etichette diverse nella degustazione libera che hanno dimostrato tutte le potenzialità della varietà autoctona Cortese, al 100%, prevalentemente vinificato in acciaio. È una varietà millenaria di un territorio a circa 30-40 km dal mare, compreso tra Lombardia e Liguria, con a Nord la Pianura Padana e a sud l'Appennino ligure ed occupa circa 1.600 ettari in 11 comuni della provincia di Alessandria, tra Novi Ligure e Bosio.

Ospite d’eccezione di Berebianco 2024 è stato il Consorzio tutela del Gavi Docg
Le prime testimonianze storiche di questo vino storico di un'enclave tra terre dei grandi rossi piemontesi sono datate 3 giugno 972. Un documento conservato nell'Archivio di Genova parla dell'affitto a due cittadini di Gavi di vigne e castagneti da parte dell'Arcivescovo di Genova. A dargli il nome, secondo la leggenda, sarebbe stata la bella e cortese Principessa Gavia, figlia di Clodomiro, Re dei Franchi, e il borgo di Gavi la ricorda anche nel nome.
Berebianco 2024, masterclass e degustazione
Molto attesa e sold out la masterclass con degustazione in verticale di sei etichette Gavi, dal 2021 al 2007 condotta per conto del Consorzio di tutela da Davide Ferrarese, agronomo di Vigna Veritas, insieme a Francesco D'Agostino. È stato così dimostrato come questi vini evoluti, all’apice della loro maturità, mostrano uno spettro olfattivo più ampio, oltre a morbidezza, tannini più setosi e un’acidità meno spiccata. Ha sorpreso, inoltre, una freschezza insospettabile.

Berebianco 2024: alcuni dei vini in degustazione
Queste le etichette degustate:
- Marchese Luca Spinola Gavi Docg del Comune di Gavi Carlo 2021
- Nicola Bergaglio Gavi Docg del Comune di Gavi Minaia 2020
- La Raia Gavi Docg Riserva Vigna Madonnina 2019
- Tenuta San Pietro Gavi Docg Del Comune Di Tassarolo Il Mandorlo 2017
- Tenuta La Giustiniana Gavi Docg del Comune di Gavi Montessora 2016
- La Mesma Gavi Docg Riserva Vigna Della Rovere Verde 2015
- Villa Sparina Gavi Docg del Comune di Gavi Monterotondo 10 20110
- Produttori del Gavi Gavi Docg del Comune di Gavi Gg 2007
Berebianco 2024, l’eleganza del Gavi
Il Gavi è un vino elegante, riconosciuto come Doc nel 1974 e Docg dal 1998, tutelato dal Consorzio nato mel 1993, con circa 190 aziende associate tra produttori, vinificatori e distributori . La produzione è di circa 15 milioni bottiglie, in gran parte destinate a un centinaio di Paesi del mondo, dimostrando così la sua vocazione internazionale . Ricordiamo che Andrea Doria esportò il vino Cortese in Sud America al 1854 .

Il Gavi è un vino elegante, riconosciuto come Doc nel 1974 e Docg dal 1998
Quattro le tipologie previste: Tranquillo, Spumante, Frizzante e Riserva, tipologia soprattutto dedicata all'invecchiamento. Sono grandi vini che si distinguono anche per un equilibrato rapporto qualità-prezzo. C'è molta attenzione alla mappatura e alla tutela del territorio, già favorito da una notevole biodiversità delle colline che Mario Soldati descriveva come “un crocevia di culture, di paesaggi, di ambienti. Un fertile bastione che separa, e nel contempo unisce,il mare e la pianura".
Berebianco 2024, progetti e ospiti speciali
Un progetto curato dall'agronomo Davide Ferrarese, prevede anche l’installazione di 5 centraline meteo con l'obiettivo di determinare le epoche di germogliamento, fioritura, invaiatura e profilare un vero e proprio modello specifico di viticoltura. Le rese in vigna sono basse col risultato di migliorare la concentrazione nell’acino e sembra che il vitigno Cortese regga meglio di altri alla minaccia del surriscaldamento climatico.

Sempre più attenzione sta meritando una produzione dei vini bianchi che per esprimersi al meglio ha bisogno di tempo
A "Berebianco 2024", format del nerwork la Cucina & Vini che segue Sparkle (2002) e Bererosa (2006), i wine lowers romani hanno potuto degustare oltre 250 etichette di varie regioni d'Italia, olio Evo selezionato da Olives Road e cibi d'autore. Altro grande ospite di questa seconda edizione, l’associazione dei Piccoli Vignaioli delle Marche per un tour nelle grandi denominazioni bianchiste della regione, dal Verdicchio dei Castelli di Jesi a quello di Matelica, al Pecorino e la Passerina di Offida.