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Asti Docg: in arrivo l'Asti Rosé, un nuovo traguardo per la storica denominazione

L'arrivo dell'Asti Rosé è una novità interessante che apre nuove prospettive per la storica denominazione piemontese. Un prodotto che ha tutte le carte in regola per conquistare il palato dei consumatori, in particolare dei più giovani, come ci racconta il presidente del Consorzio di tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti, Lorenzo Barbero

17 aprile 2024 | 11:32
Asti Docg: in arrivo l'Asti Rosé, un nuovo traguardo per la storica denominazione
Asti Docg: in arrivo l'Asti Rosé, un nuovo traguardo per la storica denominazione

Asti Docg: in arrivo l'Asti Rosé, un nuovo traguardo per la storica denominazione

L'arrivo dell'Asti Rosé è una novità interessante che apre nuove prospettive per la storica denominazione piemontese. Un prodotto che ha tutte le carte in regola per conquistare il palato dei consumatori, in particolare dei più giovani, come ci racconta il presidente del Consorzio di tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti, Lorenzo Barbero

17 aprile 2024 | 11:32
 

L'Asti Docg si prepara ad accogliere una nuova tipologia: il Rosé. Una novità importante che strizza l'occhio alle tendenze del mercato e che punta ad avvicinare anche i più giovani a questo vino aromatico e versatile.

Per saperne di più, abbiamo intervistato il presidente del Consorzio di tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti, Lorenzo Barbero, che ci ha parlato di questo nuovo progetto durante il Vinitaly. Ma prima non poteva mancare una panoramica sullo stato di salute del Consorzio, dei nuovi trend e delle sfide del mercato attuale.

L'intervista a Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio dell'Asti e del Moscato d'Asti

«L'unicità dell'Asti Spumante è data dal vitigno, che ha un profumo floreale molto gradito, e che dà vita a un vino a basso contenuto di alcol - ha spiegato Barbero. Infatti, i nostri prodotti vanno dai 5.5° del Moscato ai 7.5° di alcol dell'Asti. Proprio come alcune birre che sono in circolazione. Le bollicine sono un trend in crescita in generale, quindi anche come Asti lo stiamo seguendo. Siamo una denominazione con una forte vocazione all'esportazione: siamo molto presenti negli Stati Uniti e nell'Est, dei mercati che stanno rispondendo bene».

Come sono andate le vendite a inizio anno?
«Attualmente non abbiamo ancora la situazione delle vendite, ma solo quelle delle fascette consegnate. Dopo due mesi molto positivi (gennaio-febbraio), abbiamo avuto un rallentamento su marzo. Ma era prevedibile perché le aziende avevano fatto stock e avevano riempito i magazzini che si erano svuotati a Natale. Poi abbiamo delle situazione di mercato particolari: vedi la Russia e l'introduzione di dazi e accise. Per cui le aziende hanno cercato di fare scorta per superare questo momento».

Il vostro vino aromatico si può accostare a molti piatti, tendenzialmente dolci. E si avvicinano molto ai nuovi trend di cucina...
«I nostri vini possono essere accostati alle cucine che si stanno scoprendo oggi, come quelle asiatiche. Ma anche a piatti agrodolci, con cui l'Asti che si sposa perfettamente. Per questo, stiamo cercando di far conoscere l'Asti in tutto il mondo.

Per il 2024 avete una novità all'orizzonte, visto che oggi c'è una tendenza dei rosati...
«Abbiamo la fortuna che nel territorio dell'Asti esiste un vitigno rosso aromatico, il Bracchetto, che si sposa perfettamente con il Moscato per dare vita all'Asti Rosé. Il Consorzio si è già attivato per porre delle modifiche al Disciplinare per arrivare a produrre Asti Rosé. Speriamo di avere questa novità nella prossima vendemmia, soprattutto per avvicinare i giovani a un prodotto che conoscono ancora poco».

Il Consorzio di tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti: una storia lunga quasi un secolo

Il Consorzio di tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti nasce nel 1932 con l'obiettivo di tutelare, valorizzare e promuovere i due celebri vini prodotti nelle colline piemontesi. Da allora, il Consorzio ha svolto un ruolo fondamentale nel garantire la qualità e l'autenticità dell'Asti Spumante e del Moscato d'Asti, contribuendo al loro successo in Italia e nel mondo. Oggi, il Consorzio riunisce oltre 1.000 aziende tra produttori di uve, vinificatori e imbottigliatori. Grazie al suo impegno costante, l'Asti Docg e il Moscato d'Asti sono diventati due dei vini italiani più conosciuti e apprezzati a livello internazionale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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