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Tre Bicchieri, come cambia la classifica in relazione alla superficie vitata?

L'analisi dei Tre Bicchieri Gambero Rosso rivela sorprese nella classifica ponderata tra premi e superficie vitata regionale. Regioni come Valle d'Aosta, Liguria e Alto Adige dominano il podio, mentre Veneto, Sicilia ed Emilia-Romagna si trovano in fondo

07 ottobre 2024 | 12:33
Tre Bicchieri, come cambia la classifica in relazione alla superficie vitata?
Tre Bicchieri, come cambia la classifica in relazione alla superficie vitata?

Tre Bicchieri, come cambia la classifica in relazione alla superficie vitata?

L'analisi dei Tre Bicchieri Gambero Rosso rivela sorprese nella classifica ponderata tra premi e superficie vitata regionale. Regioni come Valle d'Aosta, Liguria e Alto Adige dominano il podio, mentre Veneto, Sicilia ed Emilia-Romagna si trovano in fondo

07 ottobre 2024 | 12:33
 

Sempre interessante lo scenario che sortisce dall’analisi dell’attribuzione dei Tre Bicchieri operata da Gambero Rosso. Le anticipazioni ci sono tutte. In totale, senza prendere qui in considerazione i 4 vini sloveni, i Tre Bicchieri sono 504.

Tre Bicchieri, il panorama italiano

Vuoi che la Toscana non sia la pluripremiata? Ben 91 Tre Bicchieri. Al secondo posto, anche questa è una non notizia, il Piemonte con 75 Tre Bicchieri. Al gradino più basso del podio, con i suoi 46 Tre Bicchieri, si posiziona il Veneto. Fanalino di coda, con appena due Tre Bicchieri, il Molise. Ma è proprio così? Sì, è così se ragioniamo in valori assoluti: come si dice, la matematica, ma qui è bastevole l’aritmetica (!), non è un’opinione.

Tre Bicchieri, cosa ci dicono i Tre Bicchieri

Proviamo adesso a fare correlazione, una correlazione semplice, siamo proprio all’abc della data analysis: correliamo analiticamente, regione per regione, il numero dei Tre Bicchieri alla superficie vitata atta alla produzione di vini a denominazione di origine (Dop+Igp o, detta diversamente, Docg+Doc+Igt). È un po' come se ci si ponesse la seguente domanda: “quanti ettari vitati ci vogliono per conseguire un Tre Bicchieri?”. Il ranking che ne sortisce è sorprendente.

Tre Bicchieri, come cambia la classifica in relazione alla superficie vitata?

Sono stati correlati analiticamente il numero dei Tre Bicchieri alla superficie vitata atta alla produzione di vini a denominazione di origine

Il Veneto, al terzo posto nella graduatoria in valore assoluto, rimane al terzo posto, sì, ma cominciando a contare dal basso. Sì, si posiziona al terzultimo posto (posizione 19 su 21) in quanto al Veneto necessitano ben 1.956 ettari di vigneti per ottenere un Tre Bicchieri. Al Piemonte, al secondo posto nella graduatoria in valore assoluto, di ettari a superficie vitata ne necessitano 524 per ottenere un Tre Bicchieri, e pertanto nella seconda classifica scende all’ottavo posto. La regina Toscana deve anche essa scendere di ben 10 posizioni, dalla prima andando a posizionarsi all’undicesima poiché, sono ben 563 gli ettari a superficie vitata che le necessitano per conseguire un Tre Bicchieri.

Tre Bicchieri, una nuova classifica “ponderata”

Forza, dichiariamo chi sale sul podio in questa classifica ottenuta correlando dati. Al terzo posto, con appena 245 ettari di superficie vitata per un Tre Bicchieri, troviamo l’Alto Adige. Al secondo posto, con appena 161 ettari di superficie vitata per un Tre Bicchieri, si posiziona la Liguria. The Queen è...la Valle d’Aosta, 72 ettari di superficie vitata sono sufficienti per conseguire un Tre Bicchieri.

Tre Bicchieri, come cambia la classifica in relazione alla superficie vitata?

La media Italia è 899 ettari per ogni Tre Bicchieri

La media Italia è 899. Sono ben sei le regioni a cui necessitano addirittura più di mille ettari per conseguire un Tre Bicchieri. La terzultima, come si è già detto è il Veneto. La penultima (posizione 20 di 21) è la Sicilia (2.313 ha) e l’ultima è l’Emilia-Romagna (2.434 ha). Anche a fronte di ciò, ma non solo per questo motivo, urge davvero che così come da sempre si tiene scisso l’Alto Adige dal Trentino, si scinda finalmente l’Emilia dalla Romagna. Dovrebbe essere così, si spera, sin dall’edizione 2026.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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