Nuccio Caffo, amministratore delegato di Gruppo Caffo 1915, è stato invitato come relatore all'evento organizzato da Mediobanca, la principale banca di credito finanziario e investimento d'affari italiana. L'evento ha presentato lo studio intitolato "I fattori di competitività delle medie imprese: il ruolo dei 'capitali' strategici", che ha esaminato diverse tematiche derivate dall'indagine annuale sulle medie imprese industriali italiane condotta da Area Studi Mediobanca, Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne. La partecipazione di Caffo al dibattito come rappresentante dell'industria del beverage italiano ha suscitato grande interesse tra i presenti, poiché il suo Gruppo è considerato una delle punte di diamante del made in Italy alimentare. Durante il suo intervento, Caffo ha evidenziato il ruolo importante che il Gruppo sta svolgendo nel settore delle medie imprese e come esempio di successo nella creazione di impresa nel sud Italia.
La sfida di Gruppo Caffo 1915 al Sud
Uno dei punti chiave affrontati da Caffo è stata la sfida unica che le aziende del sud Italia devono affrontare, a causa della mancanza di distretti industriali consolidati e della scarsa attrattività per i talenti. Ha sottolineato che una delle cause di questa situazione è la mancanza di istituti tecnici di Agraria valorizzati, come quelli presenti in altre parti d'Italia, come ad esempio quelli di San Michele all'Adige, in Trentino, o di Conegliano Veneto, dove si insegna anche l'enologia. Gruppo Caffo 1915 ha affrontato queste sfide investendo nella digitalizzazione e nell'automazione, seguendo i principi dell'industria 4.0, per aumentare la propria competitività sul mercato. Per superare la carenza di risorse professionali specifiche e percorsi formativi adeguati, soprattutto nel sud Italia, l'azienda ha investito nella formazione interna dei propri dipendenti. Alcuni di essi sono figli che lavorano insieme ai genitori con mansioni diverse, o hanno preso il loro posto dopo il pensionamento.
Nuccio Caffo: «Nonostante le difficoltà siamo riusciti a emergere come un'oasi nel deserto»
«Nonostante le difficoltà che affrontiamo, siamo riusciti a emergere come un'oasi nel deserto e a far valere la nostra presenza sul mercato», ha dichiarato Caffo, sottolineando la necessità di creare una zona a fiscalità di vantaggio per favorire il rilancio del sud Italia, anziché continuare a elargire contributi indiscriminati che, in sessant'anni, non hanno portato sviluppo. Durante l'evento, Nuccio Caffo ha anche parlato del successo di Vecchio Amaro del Capo, diventato il leader di mercato nel settore dei liquori amari, con una notorietà che supera i confini nazionali. Ha inoltre affrontato il tema dei mercati internazionali, che è di grande interesse per le medie imprese familiari, che hanno un forte radicamento produttivo in Italia e praticano una delocalizzazione oculata e selettiva, esportando importanti volumi di prodotti.
Nuccio Caffo e Andrea Prete
Durante il dibattito sono stati affrontati anche i temi delle acquisizioni e delle prospettive future di Gruppo Caffo 1915. Caffo ha ricordato che la prima acquisizione dell'azienda è stata la storica Distilleria Durbino in Friuli, per avvicinarsi ai mercati del centro e del nord Europa. Successivamente, il Gruppo ha acquisito il marchio Borsci San Marzano nel sud Italia e, durante la pandemia, è stata effettuata anche l'acquisizione del marchio olandese Petrus Boonekamp, considerato il padre di tutti gli amari, che ha portato all'apertura di una filiale del Gruppo in Olanda.
Gruppo Caffo 1915 si espande anche nel settore degli integratori
Inoltre, ha menzionato un'altra acquisizione significativa, quella di Ferrochina Bisleri, un marchio storico noto per i suoi integratori e ricostituenti. L'azienda ha sviluppato una versione analcolica del suo prodotto principale e ha ampliato la sua presenza nel settore degli integratori di ferro con Robur, un integratore alimentare registrato dal ministero della Salute, ideale per contrastare la carenza di ferro e ritrovare forza ed energia.