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Bufala Campana
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Lambrusco, 50 anni di Doc festeggiati al Museo Ferrari di Modena

L'importante traguardo è stato ricordato con un evento, accompagnato da una cena di gala, che si è svolto nel Museo Enzo Ferrari di Modena, luogo simbolo dell’estro, della maestria e del genio creativo del territorio

 
11 aprile 2023 | 12:57

Lambrusco, 50 anni di Doc festeggiati al Museo Ferrari di Modena

L'importante traguardo è stato ricordato con un evento, accompagnato da una cena di gala, che si è svolto nel Museo Enzo Ferrari di Modena, luogo simbolo dell’estro, della maestria e del genio creativo del territorio

11 aprile 2023 | 12:57
 

Il Consorzio Tutela Lambrusco ha celebrato con i suoi soci i 50 anni delle più storiche Denominazioni del Lambrusco. A giugno, in occasione del World Lambrusco Day, il Consorzio sta organizzando a Parigi un evento internazionale dedicato a questa eccellenza emiliana. Emilia e Lambrusco è un sodalizio che dura da secoli. Questo rosso frizzante, giovane, brioso ed esuberante per natura, appartiene ai territori di Modena e Reggio Emilia da tempi lontanissimi. Intanto il nome lambrusco, sembra avere a che fare con il latino “labrusca”. Un termine che indicava una vite selvatica che produceva acini dal sapore aspro e che cresceva in modo spontaneo ai margini dei campi coltivati.

Lambrusco 50 anni di Doc festeggiati al Museo Ferrari di Modena

La vendemmia a Castelvetro

Poeti e scrittori dell’età classica quali Virgilio, Catone e Varrone raccontano di una “Vitis Labrusca”con acini dal sapore “brusco” cioè acidulo. Virgilio in particolare nell’egloga V delle sue Bucoliche , in un dialogo tra due pastori, Mopsus e Menalcas, il primo si rivolge al secondo con queste parole: “Aspice, ut antrum silvestris raris sparsit labrusca racemis” ovvero “guarda come la vite selvatica labrusca ha coperto l’ingresso della grotta con i suoi rari grappoli”. Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia  descrive con precisione una delle principali caratteristiche del “labrusca”, un “singolare remedium ad refrigerandos in morbis corporum ardores”. In epoca ben più recente  Giosuè Carducci nella corrispondenza intrattenuta con la contessa Ersilia Caetani Lovatelli, così parlava di tale eccellenza emiliana: «Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per annaffiare la carne dell'animale caro ad Antonio Abate? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza...». Modena infatti è il principale luogo di elezione di questo vino sincero ed esuberante, decantato da musicisti e poeti. Qui prendono vita i Lambruschi più noti, che sono il Sorbara, il Salamino e il Grasparossa di Castelvetro: tre  tipologie tutelate da DOC assegnate oltre mezzo secolo fa.

Lambrusco: energia effervescente delle bollicine emiliane

Quando si parla di Lambrusco si parla sempre al singolare. Invece andrebbe trattato come un soggetto plurale, in quanto ha alle spalle una dozzina di vitigni a bacca nera che permettono un’ampia gamma di interpretazioni e di anime, pari almeno ai suoi tanti colori ed alle sue mille bollicine, tutte diverse, in un bicchiere. Infatti nell’ultimo decennio,  in aggiunta al frizzante che ne è senza dubbio la declinazione più diffusa (con oltre il 90% della produzione), si sono affermate altre versioni, da quelle più fresche ed immediate alle più ricche e strutturate, da quelle prodotte col metodo charmat a quelle col metodo ancestrale, fino ai lambruschi prodotti con rifermentazione in bottiglia, che danno origine a vini molto diversi tra loro che ben si prestano ad accompagnare l’intero pasto, dall’aperitivo al dessert. Insomma un universo di vitigni, territori e vini sempre però saldamente legati alla storia ed alle tradizioni emiliane di cui ne raccontano la natura allegra, conviviale e briosa.

I 50 anni delle Doc Lambrusco celebrati al Museo Ferrari

Oggi della tutela e promozione di sei denominazioni di Lambrusco si occupa il Consorzio Tutela Lambrusco, un ente nato nel 2021 dalla fusione di  tre realtà e che oggi raggruppa una settantina di cantine, dai piccoli produttori alle grandi cooperative,  che  producono complessivamente circa 50 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc all’anno. Quattro delle sei denominazioni  tutelate (nella fattispecie Sorbara, Grasparossa di Castelvetro, Salamino di Santa Croce e Reggiano) hanno raggiunto e passato con grande esuberanza il mezzo secolo di vita. Tale importante traguardo è stato ricordato con un evento, accompagnato da una cena di gala, che si è svolto nel Museo Enzo Ferrari di Modena, luogo simbolo dell’estro, della maestria e del genio creativo del territorio.

A ideare e realizzare i piatti degustati nella serata sono stati Emilio Barbieri, Stefano Corghi ed Andrea Medici: il primo chef del Ristorante Anna di Modena, il secondo de Il Luppolo e L’Uva e dell’Osteria Santa Chiara entrambi all’ombra della Ghirlandina  ed il terzo del Ristorante Osteria in Scandiano (Re). «Aver raggiunto e superato i 50 anni dal riconoscimento delle più storiche DOC del Lambrusco è un traguardo importante - ha commentato Claudio Biondi, presidente del Consorzio Tutela Lambrusco - Una storia che, prima di tutto, ci tenevamo a celebrare insieme ai nostri produttori. Sono loro i principali protagonisti di questo percorso».

Lambrusco 50 anni di Doc festeggiati al Museo Ferrari di Modena

Claudio Biondi, presidente del Consorzio Tutela Lambrusco

«Se da un lato è importante celebrare i traguardi - ha continuato il presidente Biondi - dall’altro è indispensabile  restare al passo con i tempi e capire come comunicare al meglio e promuovere l’identità e le peculiarità dei nostri vini negli anni a venire. Per tale motivo – sono sempre parole di Biondi - con lo sguardo siamo già proiettati ai prossimi 50 anni per cercare di dialogare al meglio con un pubblico sempre più attento, informato ed esigente. Per farlo al meglio è essenziale un costante confronto tra generazioni. Per questo ci teniamo che i produttori più esperti così come le giovani leve possano avere spazio e voce nelle iniziative promozionali, lavorando fianco a fianco per rafforzare l’immagine del Lambrusco in Italia e nel mondo».

Da Modena a  Parigi per il World Lambrusco Day

In tale ottica il Consorzio, in occasione del World Lambrusco Day in programma il prossimo 21 giugno, sta preparando un evento internazionale, in collaborazione con Apt Servizi Emilia-Romagna, per raccontare  le caratteristiche e la qualità dei vini Lambrusco. Ad accompagnare le bollicine rosse ci sarà anche un’altra eccellenza del territorio emiliano, il Parmigiano Reggiano, partner dell’appuntamento. Al centro dell’evento una masterclass guidata da Gabriele Gorelli - l’unico Master of Wine italiano - che presenterà una selezione di Lambrusco accuratamente studiata, per raccontare in 12 assaggi il “nuovo corso” di questi vini. Ad ospitare questo momento, dal titolo “Rediscovering Lambrusco: Terroirs, Styles, Savoir-Faire”, sarà il Salon Gustave Eiffel Lounge, al primo piano della Tour Eiffel.

 

«Quest’anno, in occasione del World Lambrusco Day - ha spiegato il presidente Biondi - abbiamo deciso di dare il via ad un appuntamento che si ripeterà, a cadenza triennale, in diverse capitali del mondo. Per un vino come il Lambrusco, presente in moltissimi mercati esteri, è giunta l'ora di dar vita ad un momento di racconto e di presentazione dedicato agli interlocutori esteri e quella di Parigi sarà la nostra prémière». Con questo evento il Lambrusco si aprirà al mondo - da Taiwan agli Stati Uniti, dal Brasile al Canada -   per svelarsi, con un appuntamento dedicato all’approfondimento ma che lascerà spazio anche alla convivialità. Un valore fondamentale dell’identità del Lambrusco. «Infatti il Lambrusco è il vino dei colori, uno diverso dall'altro - ha completato il direttore del Consorzio, Giacomo Savorini - Nel mondo è identificato come un vino rosso scuro frizzante: abbiamo l'esigenza di far comprendere che esistono tante varietà di lambrusco, con colori e sentori diversi, che possono veicolare esperienze completamente differenti e che, grazie alla loro versatilità e ampia gamma di referenze di qualità, si possono perfettamente abbinare a diverse e numerose tipologie di cucina».

Un unico Consorzio tutela sei Doc Lambrusco

L’ente è nato nel gennaio 2021 dalla fusione di tre realtà: Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, Consorzio Tutela e Promozione dei Vini Reggiani DOP e Consorzio Tutela Vini Reno. Oggi comprende circa 70 soci che, tra Modena e Reggio Emilia, coltivano uve Lambrusco su oltre 10.000 ettari. È incaricato della tutela e della promozione di ben otto denominazioni: sei di Lambrusco (Grasparossa di Castelvetro Doc, di Sorbara Doc, Salamino di Santa Croce Doc, Modena Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc) più Reno Doc e Castelfranco Emilia Igt. Sono circa 50 milioni le bottiglie di Lambrusco Doc prodotte ogni anno. A queste si aggiungono oltre 100 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia Igt. Nel loro complesso, i vini prendono per il 60% la strada dell’export.

Consorzio Tutela Lambrusco
Viale Virgilio 55, 41123 Modena (Mo)
Tel. 059208610

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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