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Pomario, la cantina dell'Umbria che non ti aspetti

A pochi chilometri dalla Toscana l'ecosistema incontaminato che ha fatto innamorare i coniugi Spalletti Trivelli, proprietari a Roma dell'omonima Residenza d'Epoca. Una cantina in rampa di lancio, che produce anche olio

di Mariella Morosi
 
30 dicembre 2023 | 11:14

Pomario, la cantina dell'Umbria che non ti aspetti

A pochi chilometri dalla Toscana l'ecosistema incontaminato che ha fatto innamorare i coniugi Spalletti Trivelli, proprietari a Roma dell'omonima Residenza d'Epoca. Una cantina in rampa di lancio, che produce anche olio

di Mariella Morosi
30 dicembre 2023 | 11:14
 

Venti anni fa, prima di appassionarsi all'idea di fare vino, il conte Giangiacomo Spalletti Trivelli e sua moglie Susanna d'Inzeo, oggi titolari della Cantina Pomario, si innamorarono un colle di una decina di ettari, Pomario, al confine tra l'Umbria e la Toscana, a Piegaro, vicino a Monteleone di Orvieto (PG). C'era tutta la suggestione di un ambiente naturale incontaminato, tra Orvieto e il Lago Trasimeno. Ma anche una piccola vigna con vecchie viti di Sangiovese, Trebbiano e Malvasia ancora a piede franco, un oliveto e una struttura colonica risalente al secolo XVII. Cercavano solo un buen retiro. Nel tempo, la proprietà si è ingrandita. I colli sono diventati due, per complessivi 230 ettari, di cui 9 a vigneto. E il casale è stato ristrutturato con materiali in armonia con l'ambiente.

 Pomario, la cantina dell'Umbria che non ti aspetti

L'ecosistema incontaminato di Cantina Pomario

Arale e Sariano, i due vini simbolo di Pomario

Da quella vigna, un tempo abbandonata, nascono le sei annate di Umbria bianco IGT “Arale” protagoniste di una degustazione condotta dagli enologi della cantina Pomario, Maurizio Castelli e Mary Ferrara. «Non volevamo vini che fossero semplicemente “da vendere” - spiega Giangiacomo Spalletti Trivelli - ma ci siamo interrogati sulle potenzialità enologiche di questo territorio, rispettandone gli equilibri. Per ampliare la produzione abbiamo effettuato una selezione clonale delle varietà indigene. Solo dopo l'acquisto dell'azienda confinante, nel 2016, abbiamo impiantato altre varietà».

«Oggi produciamo 35 mila bottiglie nelle diverse tipologie - continua il patron di Pomario - che potrebbero diventare 50 mila a pieno regime. Crediamo che il vino debba essere sano e di qualità e siamo convinti che i nostri siano come volevamo che fossero: veri». La prima vinificazione, nel 2009, venne fatta nella rimessa degli attrezzi. Una barrique di Trebbiano e Malvasia e un tonneau di Sangiovese. Nascono così, rispettivamente, i futuri “Arale” e il “Sariano”, altro vino simbolo di Cantina Pomario: un Sangiovese in purezza da vigne di oltre 40 anni di età».

Il volto umbro di Trebbiano e Malvasia

 

Nella verticale di ”Arale”, che prende il nome del monte che sovrasta il lago Trasimeno e il lago di Chiusi, si è scelto di partire dalla vendemmia 2019, andando a ritroso per 5 anni consecutivi. La diversità delle annate è comunque legata da un filo unico. A chiuderla è stata l'annata 2010, per dimostrare l'evoluzione del primo processo di vinificazione, che negli anni successivi ha subìto cambiamenti. La raccolta è tardiva, perché l'altitudine di 500 metri e lo sbalzo termico portano alla formazione di componenti aromatiche, rallentando però la maturazione zuccherina.

Fermentazione in barrique con inoculo lieviti pied de cuve, batonnage quotidiani e poi affinamento in barrique per 6/7 mesi e un anno di bottiglia. È giallo dorato intenso, luminoso, con diverse tonalità a seconda del tempo di fermentazione, con notevole profilo olfattivo tra il floreale e l'agrumato e una traccia fumé. Ognuna delle annate esprime caratteri diversi e sensazioni sapide che rendono coinvolgente la degustazione.

Pomario, l'Umbria (ancora) da scoprire

Fin dall'inizio sono risultate chiare le potenzialità di Pomario: l'altitudine di 500 metri, i suoli ricchi di scheletro ma con struttura sciolta limo-argillosa, la buona esposizione e la vicinanza al lago Trasimeno, in grado di mitigare la calura estiva. Ma non è stato solo questo agro-ecosistema incontaminato a convincere gli Spalletti Trivelli a diventare vignaioli, secondo i principi dell’agricoltura biologico-biodinamica. A influire, per certi versi, fu anche la genetica dei proprietari, che possono vantare predecessori nel mondo del vino. A fine Ottocento, infatti, un altro Spalletti Trivelli, Vencenslao, senatore del Regno d’Italia, con la moglie Gabriella Rasponi, nipote di Carolina Bonaparte, comprarono una tenuta in Toscana.

Qui il figlio Cesare, negli anni Venti, cominciò a produrre Chianti. Una tradizione che si mantenne viva sino agli anni Settanta, con il “Chianti Spalletti” capace di conservare ancora oggi la sua fama. In questo senso, Pomario è il volto fresco di una storia centenaria di famiglia. La cantina è nata dalla ristrutturazione della vecchia rimessa degli attrezzi. I diversi ambienti di lavorazione vantano vasche in acciaio termo controllate, sale di affinamento e imbottigliamento funzionali alla produzione e sistemi per il controllo dei parametri di una produzione che mettono al centro la qualità.

La svolta tecnologica, in vigna e in cantina

 

La visione enologica dell’agronoma Federica De Santis e dell'enologa Mery Ferrara hanno portato ad una produzione di alto livello. Ogni fase viene seguita con attenzione, a cominciare dall’epoca di raccolta delle uve, da inizio settembre per il rosato, a novembre per il Muffato delle Streghe. Le temperature sono controllate tramite un impianto geotermico a zero emissioni di CO2. E l’impianto elettrico è coadiuvato da pannelli fotovoltaici, posti sul tetto del parcheggio della cantina, per non coprire superfici agricole e con il minore impatto visivo possibile. Anche lo spazio per l’imbottigliamento e il confezionamento può contare su attrezzature moderne.

La barricaia interrata è dotata di un naturale sistema di termo-idro regolazione con temperature e umidità costanti. Spazi che accolgono una produzione, quella di Cantina Pomario, piuttosto articolata. I vitigni a bacca bianca sono Trebbiano Grechetto, Riesling Renano, Sauvignon Blanc, Malvasia, Chardonnay, Vermentino e Incrocio Manzoni. Quelli a bacca rossa sono Sangiovese, Merlot, Ciliegiolo, Alicante, Malavasia Nera, Colorino e Foglia Tonda. Lo spirito dell’azienda è collaborativo, nell’ottica di fare rete per il successo di un territorio ancora poco conosciuto nel panorama dell’Umbria, ma di grandi potenzialità.

Dalla Vicciuta, vitigno autoctono da salvare, all'olio extravergine biologico

Pomario affianca alcune cantine della zona e il Cra-Vit, l’Istituto sperimentale per la viticoltura, per un progetto di recupero del vitigno autoctono Vicciuta. Nella parte superiore della cantina sono stati poi realizzati gli spazi per le degustazioni, con tre accoglienti terrazze panoramiche coperte. Qui vengono organizzate masterclass ed eventi enogastronomici, con gli abbinamenti creati da un giovane chef, Luca Mancioppi, nel segno del connubio tra vino e cucina.

La famiglia non è nuova all'idea di accoglienza: è titolare a Roma di Villa Spalletti Trivelli, elegante residenza d'epoca presso il Quirinale, appartenuta alla dama di compagnia della regina Margherita. Stessa attenzione per il frantoio di ultima generazione dotato di un frangitore a coltelli, di una gramola orizzontale continua e di un decanter a due fasi. Accorgimenti che hanno consentito di migliorare a livello esponenziale la qualità dell’olio extravergine di oliva Pomario nel corso degli anni, valorizzando le cultirvar Leccino, Moraiolo e Frantoio. Ma, ancor più, chiudendo il cerchio di una realtà dal cuore agricolo meritevole di essere scoperta e approfondita.

Cantina Pomario
Loc. Pomario, 06066 Piegaro (Perugia)
Tel. +39 075 8358579

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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