Continuano a far discutere le etichette del vino. E no, stavolta non sono quelle "salutistiche" tanto care all'Irlanda. Stavolta al centro della questione, avanzata dal Consorzio Asti Docg, ci sono 20 milioni di etichette già stampate che, però, risultano inutilizzabili a causa di una decisione presa a livello comunitario. Il presidente del Consorzio, Lorenzo Barbero, ha espresso preoccupazione riguardo a un'imprevista complicazione derivante da un cavillo introdotto dalla Commissione Ue, che potrebbe compromettere la corretta commercializzazione di Asti Spumante e Moscato d'Asti durante le prossime festività natalizie. Ma cosa sta succedendo?
Vino e spumanti, caos etichette
Dall'Europa una modifica alle linee guida sulle etichette
Al centro della questione la nuova interpretazione della normativa che incide sull’aspetto che dovrebbero avere le etichette. Il Regolamento sull'etichettatura, rilasciato due anni fa, prevedeva l'utilizzo dell'e-label (QR code) per fornire informazioni elettroniche sugli ingredienti e le dichiarazioni nutrizionali dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati. I produttori, in previsione di ciò, avevano già stampato centinaia di milioni di etichette. Tuttavia, una settimana fa, la Commissione Ue ha inserito un'inattesa modifica nelle linee guida, richiedendo l'identificazione del QR code con la parola "ingredients" anziché la sola lettera "i", inizialmente considerata valida. Questo cavillo, giunto fuori tempo massimo, rappresenta un problema critico, considerando che per apportare le necessarie modifiche e ristampare le etichette servono almeno due settimane di lavorazione.
Consorzio Asti Docg: serve intervento delle istituzioni
Il Consorzio afferma che le imprese della denominazione si erano già conformate al Regolamento (2021/2117) riguardante le nuove etichettature dei vini europei, preparandosi per la campagna natalizia. Tuttavia, l'esecutivo europeo ha fatto marcia indietro, pubblicando le linee guida solo il 24 novembre, a una settimana dall'entrata in vigore del nuovo sistema di etichettatura il 8 dicembre.
Il presidente del Consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero
Il Consorzio Asti Docg sta chiedendo alle istituzioni italiane e europee di intervenire con urgenza per risolvere la situazione critica, ripristinando la certezza giuridica necessaria agli obiettivi comunitari. Per superare l'impasse, si propone l'utilizzo delle etichette già stampate prima della pubblicazione delle linee guida, fino a esaurimento scorte, chiedendo il consenso da parte di Bruxelles. La campagna per le festività, che coinvolge oltre mille aziende consorziate e 10 mila ettari di vigneti, con una produzione di oltre 100 milioni di bottiglie, potrebbe altrimenti trovarsi in difficoltà.
Anche l'Unione italiana vini si fa sentire
«C’è un’Europa che a volte si fa matrigna con le sue imprese – aveva dichiarato, sempre sulla questione etichette, il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti – e purtroppo ciò sta accadendo sempre più spesso con quelle del nostro settore. Le aziende vinicole, assieme a Uiv, sono da sempre sostenitrici della trasparenza nei confronti dei consumatori, come dimostra il fatto che, per primo, l’intero comparto abbia già adottato quanto previsto dal Regolamento Ue 2021/2117. Poi un dietrofront, con la sorpresa di una nuova interpretazione al regolamento che rappresenta un buco nero sul futuro delle nostre imprese».