Dalla liquirizia al tabacco, sentori di spezie e ciliegie, colore rubino più o meno intenso, brillante, vivace, con riflessi violacei o granati: il Nero d’Avola è il rosso Doc Sicilia per eccellenza, che dal bacino embrionale della Sicilia sud-orientale si è gradualmente diffuso fino a essere presente in modo esteso in larga parte del territorio.
Oggi il Nero d'Avola è ambasciatore dell'isola
Il vitigno a bacca rossa più importante della Sicilia, con più di 43 milioni di bottiglie certificate Doc Sicilia nel 2022, conferma il trend positivo in atto dal 2017, quando le bottiglie erano poco più di 7 milioni. Plastico nelle sue manifestazioni, si rinnova a seconda delle esigenze del consumatore: è ambasciatore dell’isola dal carattere impetuoso e attraente, ma che al contempo si lascia addomesticare. «Il Nero d’Avola è un vitigno che riesce a sorprendere grazie alle sua innata capacità di sposarsi alla perfezione con sapori diversi e anche inaspettati - sottolinea Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia - ma è proprio questa la sua cifra stilistica, la chiave del suo successo: la versatilità».
Nero d'Avola: vino complesso che sa abbinarsi a tutti i sapori
Da un punto di vista sensoriale il vino è di colore rosso molto carico, il profumo è molto caratteristico, di particolare intensità e complessità. Si caratterizza per le elevate percezioni fruttate di ciliegia, fragola e frutta matura; a queste seguono anche note di pepe e sentori di vegetale fresco e speziato; in alcuni casi le note vegetali (mallo di noce) risultano preminenti caratterizzando in modo particolare i prodotti a base di Nero d’Avola.
A seconda della sua età, il Nero d’Avola Doc Sicilia riesce ad accostarsi con gradevolezza a pietanze a base di pesce o carne, accompagnando i commensali dall’aperitivo, fino alla celebrazione del pasto con una portata maestosa, dai ricettari di cucina tipica locale fino a quella di taglio internazionale. Un vino versatile quindi, capace di sorprendere anche con accostamenti inediti e originali: dai piatti tipici della cucina spagnola a preparazioni speziate a base di curry.
Nero d'Avola, un vitigno antico portato dai greci
Guardando alla storia di questo vitigno, il Nero d'Avola fu importato dai greci durante la loro presenza nell'isola; da loro deriva anche il tipo di allevamento a "bassa ceppaia", impiantato tipicamente a spalliera o ad alberello. Storicamente, il Nero d'Avola viene chiamato “Calabrese”, una denominazione utilizzata già nel 1600 quando, con Calavrisi o Calaulisi, venivano indicati tutti quei vini associabili al Sud Italia per caratteristiche qualitative, metodo di lavorazione, colore e zuccheri.
Il Nero d'Avola è un vitigno antico diffuso in tutta la Sicilia
Di certo il nome “Nero D’Avola, con il quale il vitigno è riconosciuto da sempre in Sicilia, sottolinea l’importanza della zona di Avola come centro, se non origine, sicuramente di antica coltivazione della cultivar. Le testimonianze più antiche inerenti la coltivazione nel territorio Siciliano provengono dal Mendola (1868), che riferisce della presenza di tale vitigno nelle province di Agrigento, Catania e Siracusa. Alla fine del 1800, come si attesta dai bollettini ampelografici delle altre provincie siciliane, il Nero d’Avola si diffonde in tutta la Sicilia.
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