Due vini italiani nella classifica che va dalla decima alla seconda posizione. Ed una prima volta per un vino del Sud. L'autorevole rivista statunitense Wine Spectator, come ogni anno da 35 a questa parte, pubblica la graduatoria delle migliori etichette degli ultimi 12 mesi. Per il 2023 la presenza del bel Paese è rappresentata da Antinori con il suo Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020 (posizione numero 7) e dalla cantina Mastroberardino e il Taurasi Radici Riserva 2016, due posizioni più in alto. Mai un vino del Sud Italia si era piazzato così in alto.
Due vini italiani nella classifica 10-2 di Wine Spectator
C'è attesa per scoprire quale sarà il vino migliore del 2023 secondo il Wine Spectator (lo scorso anno fu un californiano), che intanto ha reso noti i nomi dal decimo posto fino al secondo.
Wine Spectator, la classifica dei best wines 2023 dalla 10 alla 2
Importante la presenza di etichette californiane nelle 9 posizioni svelate dal magazine (ben 3), mentre Francia e Italia sono rappresentate dallo stesso numero di vini, con due rappresentanti a testa. Un po' a sorpresa a piazzarsi più in alto tra i nostrani (in attesa della prima posizione) non è un piemontese o un toscano, bensì un vino campano, a dimostrazione di come nella Regione stiano facendo un grande lavoro sotto l'aspetto vinicolo. Ci aspetterà qualche sorpresa anche per il vincitore?
Le vigne di Antinori
- 10 Greywacke - Sauvignon Blanc Marlborough 2022 (Nuova Zelanda)
- 9 Résonance - Pinot Noir Willamette Valley 2021 (Oregon, Stati Uniti)
- 8 Château Pichon Baron - Pauillac 2020 (Francia)
- 7 Antinori - Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020 (Italia)
- 6 Dunn - Cabernet Sauvignon Howell Mountain 2019 (California)
- 5 Mastroberardino - Taurasi Radici Riserva 2016 (Italia)
- 4 RAEN - Pinot Noir Sonoma Coast Royal St. Robert Cuvée 2021 (California)
- 3 Château Lynch Bages - Pauillac 2020 (Francia)
- 2 Occidental - Pinot Noir West Sonoma Coast Freestone-Occidental 2021 (California)
La tenuta di Mastroberardino
Vino, la produzione globale ai minimi da 63 anni
Una classifica, quella che il Wine Spectator ha stilato per il 2023, che a suo modo chiude un anno non proprio positivo per l'intero comparto vinicolo (recentemente, almeno in Europa, "salvato" dalla Commissione Parlamentare). A livello globale, infatti, la produzione è ai minimi da oltre 6 decenni.
2023. Produzione di vino ai minimi da 63 anni
Per l'Italia si tratta di dati già confermati, ma a livErano infatti 63 anni che non si otteneva una quantità così bassa di prodotto, come fa anche sapere Federvini in una nota. «Dalla relazione dell'Oiv sulla produzione di vino 2023 - si legge - pubblicata il 7 novembre 2023, si evince che, dalla base delle informazioni raccolte su ventinove Paesi, che rappresentano il 94% della produzione globale nel 2022, la produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) nel 2023 è stimata tra 241,7 e 246,6 mhl, con una stima intermedia di 244,1 mhl. Ciò rappresenta un calo del 7% rispetto al volume già inferiore alla media del 2022». Si tratterebbe della produzione più bassa dal 1961 (214 mhl).
Le cause principali di questo calo così drastico? Questo scenario negativo può essere attribuito a cali significativi nei principali Paesi produttori di vino in entrambi gli emisferi, dovuto principalmente a fenomeni atmosferici estremi «... come gelate precoci, forti piogge e siccità hanno avuto un impatto significativo sulla produzione del vigneto mondiale. Tuttavia, in un contesto in cui il consumo globale è in calo e le scorte sono elevate in molte regioni del mondo, la bassa produzione prevista potrebbe portare equilibrio sul mercato mondiale».