Perchè tre cantine con storie, identità territoriali e progettualità produttive diverse dovrebbero presentarsi insieme a Roma ad un evento dedicato alla comunicazione enologica? Ad accomunarle è un elemento: l'appartenenza alla Toscana, regione dal grande panorama vitivinicolo, la più vasta del Centro Sud con la sua prima eccellenza pilastro dell'economia agraria. L'incontro non voleva essere una vetrina tra griffe affermate, ma un confronto tra progetti produttivi talvolta anche fuori dalle regole in cui alla materia prima, il frutto, viene data una maggiore libertà di espressione. Un selezionato pubblico di wine lovers romani, al Beef Bazar di Via Germanico, ha potuto così apprezzare rossi, bianchi e spumanti, espressioni di un mosaico enologico, ma con in comune la valorizzazione della diversità e il valore etico della sostenibilità.
La cantina Landò
Le tre aziende, Il Viaggio di Landò di Pisa, la Sala del Torriano del Chianti Classico di San Casciano Val di Pesa (FI) e La Vigna sul Mare di Pescia Fiorentina (GR) hanno accettato la sfida di presentarsi unite su proposta di Roberta Perna, giornalista e responsabile della comunicazione e del marketing del progetto: dal 2010 organizza Life of Wine un evento unico dedicato alle vecchie annate.
Vendemmia 2023 in Toscana, nonostante le avverse condizioni climatiche il frutto ha mantenuto le sue qualità organolettiche
In una rappresentazione corale e conviviale in questo tempo di fine vendemmia, i titolari e gli enologi delle tre cantine si sono raccontati guidando una degustazione dei loro vini più rappresentativi. Non poteva che essere l'occasione per tracciare il bilancio di un'annata dall'andamento climatico anomalo e, in qualche areale, decisamente punitivo. Ma nonostante una riduzione del frutto, si può sperare in una buona annata 2023. Le tre aziende hanno scelto di percorrere strade nuove nella vinificazione, sperimentando e restituendo valore a vitigni autoctoni in ombra, se non utilizzati tradizionalmente come blend per il principe regionale dominante, il Sangiovese.
Il viaggio di Landò: una passeggiata verso le origini
Lo ha fatto David Landini de Il Viaggio di Landò con il Canaiolo che anche in purezza si è ben espresso. La spiegazione sul nome dell'azienda è romantica: è come se la strada verso i vigneti più antichi avvenisse su di un’antica carrozza, il landò, il cui nome evoca anche il soprannome di Landini, Lando, e simboleggia l'importanza di un percorso senza fretta e lo sguardo verso il passato, senza artifizi in cantina e affidando il vino al tempo. C'è stata una prima e una seconda "Fermata" del landò. La terza, in divenire, mira agli spumanti.
La vigna di Landò
Le etichette sono firmate da Sergio Staino, vignettista amante del buon vino, con Bobo e Bibi che naturalmente vanno su un landò. La Prima Fermata, riguarda il Canaiolo di un piccolo vigneto di oltre novant'anni in località Palaia, a 180 metri s.l.m.. gestito in maniera totalmente naturale: potature, inerbimenti e pochi trattamenti. Per l'annata 2020 sono state ottenute 2889 bottiglie, per la 2021, 3000 e per la 2022, 1800. I grappoli sono in parte diraspati (60%) ed in parte interi (40%) e le fermentazioni avvengono in acciaio con lieviti indigeni.Dopo una macerazione di qualche settimana ed una leggera pressatura delle uve il vino staziona per alcuni mesi nei tini e successivamente in bottiglia.
Etichette de "I Viaggi di Landò"
Risultato della Seconda Fermata è un blend di Trebbiano 85% e Malvasia 15%, da un vigneto quasi centenario. Per l'annata 2021, ha ottenuto 1100 bottiglie numerate e per la 2022 appena 880. Non ci sarà un 2023, causa annata sfavorevole. Landini, classe '75, è laureato in agraria ed in enologia. Dal 2015 amministra la fattoria Villa Saletta di Palaia. Tra le esperienze lavorative quella da Frescobaldi dal 2003 al 2007, da Antinori dal 2008 al 2014 e poi con il Gruppo Bertani Domains nelle le tenute a Montalcino, Montepulciano ed a Castellina in Chianti.
La Sala del Torriano: due realtà, un solo credo vinicolo
Proseguendo da nord a sud della Toscana ecco a Montefiridolfi, in Chianti Classico, la seconda azienda: La Sala del Torriano di Francesco Rossi Ferrini. E' una realtà virtuosa ed attenta alla natura, in cui si intrecciano le storie di due cantine accomunate in un unico progetto: Il Torriano a Montefiridolfi e La Sala, in località Sorripa, con al centro una torre medievale, entrambe a San Casciano Val di Pesa (Fi). Oggi la proprietà conta 75 ettari tra cui 34 di vigneti, l’80% è coltivato a Sangiovese mentre il restante 20% vede sia vitigni internazionali, Merlot e Cabernet Sauvignon, sia autoctoni come Colorino e Pugnitello, recuperato dall'oblio e rivalutato nelle sue potenzialità un decennio fa.
La vigne di La Sala
«Poche le referenze - dice il responsabile dell'accoglienza Lorenzo Mugnaini- perchè non rincorriamo i numeri e vogliano vini che nascono pronti. C'è grande selezione di uve, raccogliamo a scalare e tutto è manuale. Facciamo un forte studio delle differenze attraverso microzonazioni con l'individuazione di 40 particelle.
Ma è dal 2010 che comincia il sogno del titolare: quello di produrre vini di qualità rispettando la natura ed il territorio. La diversità dei suoli - alberese, galestro e massiccio del Chianti- consente un'ampia possibilità di scelta nella creazione dei blend. I vini che si ottengono da La Sala sono minerali e freschi, mentre quelli prodotti nei vigneti del Torriano, socio del Consorzio del Chianti Classico dal 1941, sono più strutturati e dai colori più intensi.
La complementarietà dei due diversi microclimi permette inoltre di ottenere prodotti dalla forte identità territoriale e di grande equilibrio ed eleganza, massima espressione del Chianti Classico di zona. Dalle due aree nascono 5 vini rossi, ovvero Chianti Classico Annata, Chianti Classico Riserva, Chianti Classico Gran Selezione, Rosso di Toscana Igt 70% Merlot e 30% Cabernet Sauvignon e Rosso di Toscana Igt 100% Pugnitello, oltre a l'Olio Extravergine di Oliva Chianti Classico Dop Biologico.
La Sala Torriano Riserva Gran Selezione e Campo all'Albero
Attente ed ecosostenibili sono le pratiche in vigna ed in cantina. Certificata bio dal dal 2020, La Sala del Torriano minimizza l’uso della plastica, utilizza prevalentemente energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili, rispetta il suolo e lo lavora solo quando necessario Si avvale inoltre di due stazioni meteorologiche che riducono al minimo l’impiego dei fitofarmaci, consentiti in regime bio, e usa letame biologico. Anche qui le etichette sono frutto della mano di un artista: Silvano Campeggi, in arte “Nano” (Firenze 1923 – 2018) che ha dipinto tutti i cartelloni del grande cinema americano in Italia tra cui, per citarne solo alcuni, Colazione da Tiffany, Ben Hur, Casablanca, Via col Vento. La cantina era presente come placement all’evento multimediale a lui dedicato a Palazzo Vecchio a Firenze nel 2017 e a Berlino per supportare un progetto del Sanktstudio a favore dei rifugiati siriani. Dispone anche di una struttura agrituristica sulla strada panoramica che dal Castello di Bibbione porta a Tignanello curata da Patrizia Cateni, mamma di Francesco.
La Vigna sul Mare: la Maremma in bottiglia
La terza azienda, La Vigna sul Mare è nel sud della Maremma Toscana, presso Capalbio (GR). Si trova in un anfiteatro affacciato alla costa tirrenica e circondato dal Bosco della Capita. I titolari sono Francesca Serena Monghini e il marito Massimo Masini che non vengono dal mondo del vino, ma erano determinarti a farlo con l'enologo Sergio Parmeggiani e con il responsabile della cantina Riccardo Simonelli.
Sculture de "La Vigna del Mare"
Anche qui è di casa l'arte. La cantina è infatti sede della galleria permanente di opere di "Gimas" ovvero Gerardo Masini, pittore dell'essenzialismo europeo e padre del titolare. In pochi anni quest'area, un tempo non particolarmente vocata alla produzione del vino, è cambiata, e altri produttori hanno seguito l'esempio dei Masini. «Venti anni fa c'era solo una cantina sociale», racconta, ed ora l'azienda, bio da 4 anni, è capofila di un gruppo di 7 cantine "Capalbio e Vino". Il calcare dei suoli ha effetti positivi sulla qualità del prodotto finale. Nei tre vigneti della proprietà sono stati impiantati Sangiovese qui più fine, delicato e intrigante, Cabernet Sauvignon e Vermentino. Per la vicinanza del mare i rossi risultano complessi, eleganti e dal Vermentino nascono vini profumati e sapidi, mai banali.
Le botti delle cantine La Vigna sul Mare
La ricerca è estrema, cominciando dalla scelta dei grappoli dal punto di vista funzionale, cogliendo anche in tre fasi secondo il grado di maturazione. I migliori sono destinati alle bollicine. I rossi in purezza sono Masolino (Sangiovese), Pietro Nero (Cabernet Sauvignon), Guido Moro (Syrah) mentre Gimas è un blend con maggioranza di Sangiovese e un 25% per Cabernet Sauvignon e Syrah. Cor d'Or è un Vermentino in purezza e il Lusm un blend. C'anche un rosato, il Bosco della capita. Grande risultato sugli spumanti come nel Rosato Almar (metodo Martinotti) e nel Rosè della Capita (metodo classico).
Il Viaggio di Landò
via Enrico Fermi 14 - 56036 Palaia (Pi)
Tel. 338 1862053
La Sala del Torriano
Via Sorripa 34 - San Casciano Val di Pesa (FI)
Tel. 055 8240013
La Vigna sul Mare
Via Diaccialone, 2 - Pescia Fiorentina (GR)
Tel. 0564 1836271