Quando nel marzo dello scorso anno Marchesi Antinori aveva acquisito le quote di maggioranza di Jermann, cantina friulana, come spesso accade con l'azienda che raggruppa diverse tenute in Italia, Stati Uniti e Argentina, l'operazione non era stata seguita da particolari dichiarazioni.
«Condividiamo con Silvio Jermann gli stessi valori di rispetto per la tradizione famigliare, passione per le sfide, rispetto per la terra. Il nostro desiderio è quello di garantire sviluppo e continuità in piena collaborazione con Silvio e con quanto ha fatto in questi 40 anni», si era limitato a sottolineare Piero Antinori.
Ora, più di un anno dopo, è stato Renzo Cotarella, amministratore delegato di Antinori, a tornare sul tema, in occasione del Food Industry Summit del Sole 24 Ore.
Jermann vista dall'alto
Antinori ha scelto Jermann per crescere con il vino bianco
Jermann, azienda di Dolegna del Collio, in Friuli Venezia Giulia, ha origini antiche: è stata fondata nel 1881. Può contare su oltre 200 ettari di vigneto, dei quali 170 vitati e 20 a regime biologico. La cantina friulana è nota per i suoi vini bianchi, a partire dall'iconico Vintage Tunina, blend di Sauvignon, Chardonnay, Ribolla gialla e Malvasia.
Non solo rossi
Proprio nell'esperienza di Jermann con i vini bianchi va ricercato il motivo principale dell'operazione di un anno fa. Antinori è infatti conosciuta soprattutto per i suoi grandi vini rossi, prodotti principalmente in Toscana (Chianti, Bolgheri, Montalcino), ma anche in Piemonte e persino in Oregon, negli Usa.
I vini di Antinori
«Nell’acquisizione di Jermann - ha detto Cotarella al Sole - abbiamo intravisto la possibilità di rafforzarci in maniera significativa anche nel segmento dei vini bianchi, di farlo con etichette friulane celebri come Vintage Tunina. Abbiamo scommesso sui vini bianchi non solo per realizzare un riequlibrio della nostra offerta ma anche perché siamo convinti che i bianchi abbiano un grande potenziale di crescita anche in linea con stili di vita più improntati alla leggerezza».