Al Vinitaly 2022 per la prima volta Consorzio vini Doc Sicilia ha un suo stand. «Un simbolo della nostra voglia di ricominciare», come sottolineato da vicepresidente Giuseppe Bursi. Una ripresa post Covid che si muove in solchi ben chiari: tradizione, legame con il territorio e sostenibilità.
Consorzio vini Doc Sicilia
Consorzio vini Doc Sicilia al Vinitaly
C'è ottimismo per il futuro. Il Consorzio sfiora i 100 milioni di bottiglie, con una crescita del 6% rispetto al 2020. L'obiettivo per il futuro è quello di sempre: valorizzare il vino dell'isola. Non soltanto attraverso le etichette tradizionali, Grillo, Nero d'Avola e Lucido, ma anche percorrendo strade differenti. Quella per esempio dei vini rosati siciliani, su cui a Vinitaly è previsto un focus, ma anche quella di vitigni considerati oggi "minori".
È il caso del Catarratto. «Vogliamo valorizzare i vitigni autoctoni - ha spiegato Bursi - Se tutto va bene a breve partirà un progetto sul Catarratto. Si tratta di un vitigno che rappresenta un terzo del panorama vitivinicolo siciliano ma che viene considerato il fratello minore e pure bruttino degli altri. Ci sono però tutti i presupposti per renderlo un vitigno importante e caratterizzante».
Giuseppe Bursi
La forza della sostenibilità
A Vinitaly e nel futuro, il Consorzio vini Doc Sicilia non smetterà di puntare sulla sostenibilità dei suoi prodotti. Lo ha già fatto dando vita al progetto Fondazione SOStain, in quella che è la prima regione in Italia per area agricola dedicata al biologico. «Il vino siciliano va valorizzato anche legandolo alla sostenibilità», ha concluso Bursi.