Un'enorme tempesta si sta abbattendo sul vino italiano. La colpa? L'aumento dei prezzi di energia e materie prime, che rischia di intaccare un settore che nel 2021 aveva confermato il suo ottimo stato di salute ma che si trova ora a fare i conti con un conto salatissimo. Uno studio realizzato da Censis-Alleanza Cooperative Agroalimentari dal titolo "Vino, la febbre dei costi", parla di spese extra per 1,1 miliardi di euro.
Caro energia e materie prime: l'impatto sul vino
Il calcolo realizzato da Censis si basa sui 13,6 miliardi di fatturato 2021 della filiera e su una variazione del 10,5% dei costi di produzione nel febbraio 2022 rispetto allo stesso mese del 2021. Da lì emergono le spese extra per 1,1 miliardi di euro. «Un carico aggiuntivo sulla redditività delle imprese che andrà a erodere i loro margini, compromettendone anche la loro capacità competitiva sui mercati internazionali», ha spiegato Luca Rigotti, coordinatore vino di Alleanza.
Prodotti energetici: aumento del 31,4%
A contribuire in modo sostanziale all'incremento dei costi, precisa il rapporto, sono le componenti dei prodotti energetici per una media del 31,4%, dai carburanti (+38,3%), all'elettricità (+16,7%), ai lubrificanti (+70%). In salita del 32,3% anche fertilizzanti e concimi utilizzati nella coltivazione. Impennata anche per i materiali di confezionamento e imballaggio, che tra gennaio 2021 e lo stesso mese del 2022, quindi al netto degli effetti della guerra, vedono il vetro crescere dell'8,5%, il sughero del 9,4% e la carta fino al 30%.
A questo si aggiunge poi le difficoltà nell'approvvigionamento di alcuni materiali, dovute soprattutto al clima di incertezza causato dal conflitto in Ucraina, ma anche legato agli strascichi del periodo Covid.
Gli effetti sull'export
La guerra in Ucraina, la crisi energetica e la carenza di materie prime potrebbero avere effetti sul Pil di diversi Paesi. Questo, a cascata, potrebbe incidere sulle prestazioni dell'export del vino italiano, cresciuto molto nel 2021. C'è poi il tema legato al mercato russo, che nel 2021 aveva acquistato vino italiano per più di 150 milioni di euro, in crescita di quasi il 20% rispetto al passato. Di certo il 2022 porterà con sé una contrazione. Identico discorso per il mercato ucraino, ridotto per numeri (55 milioni di euro) ma in rampa di lancio (+30%).