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Vino, l'export non cresce: bene le bollicine, in difficoltà i rossi

Secondo i dati dell'Osservatorio del vino Uiv-Ismea, nei primi nove mesi del 2022 i volumi delle esportazioni italiane restano piatti. I risultati in valore sono da record (5,8 miliardi), ma pesa fortemente l'inflazione

 
13 dicembre 2022 | 17:13

Vino, l'export non cresce: bene le bollicine, in difficoltà i rossi

Secondo i dati dell'Osservatorio del vino Uiv-Ismea, nei primi nove mesi del 2022 i volumi delle esportazioni italiane restano piatti. I risultati in valore sono da record (5,8 miliardi), ma pesa fortemente l'inflazione

13 dicembre 2022 | 17:13
 

Nove mesi piatti. Sono quelli vissuti dall'export del vino italiano che, secondo i dati dell'Osservatorio del vino Uiv-Ismea, ha chiuso i primi nove mesi del 2022 in sostanziale continuità (+0,3%) sul risultato dello stesso periodo dello scorso anno, per un controvalore di quasi 5,8 miliardi di euro. Una cifra da record che non fa però sorridere. Se infatti i 5,8 miliardi rappresentano un incremento del 12,3% rispetto allo scorso anno, a causare il boom è stata l'inflazione, molto più della domanda reale, e la cifra potrebbe non essere sufficiente a coprire l'aumento dei costi che ha dovuto affrontare il comparto. 

L'export del vino italiano è stato piatto nei primi nove mesi del 2022  Vino l'export non cresce: bene le bollicine in difficoltà i rossi

L'export del vino italiano è stato piatto nei primi nove mesi del 2022

Export del vino italiano: bene le bollicine, male i rossi 

Sempre più influenzato dalla performance delle bollicine, che in attesa della consueta prova di fine anno tra gennaio e settembre mettono a segno +9,2% in quantità e +22,7% in valore, il vino tricolore vede i fermi appiattiti sui volumi dello scorso anno (-0,3%), con i rossi in particolare difficoltà (-2,6% la performance dei 9 mesi contro +2,6% dei bianchi). Le Dop ferme, in particolare, si posizionano sotto la media sia per quantità (-2%) che per valore (+9,6%). 

Le esportazioni volano in Giappone, contrazione per gli Usa 

La domanda di vini fermi si dimostra stabile o in leggero calo in Germania e UK, mentre sono in contrazione le quantità vendute negli Usa (-6%) e in Svizzera (-7%). Tra le piazze in positivo, Giappone (+29%), Canada (+8%), Svezia e Paesi Bassi. Meglio invece i trend dei top buyer per quanto riguarda gli sparkling, che vedono gli Stati Uniti a saldo zero per volume, il Regno Unito a +5% e la Germania a +6%, con exploit di acquisti da Francia (+25%) e Canada (+15%).

Il peso delle Dop: valgono la metà delle vendite 

Analizzando l’export secondo la piramide della qualità, nei primi 9 mesi dell’anno, il segmento Dop ha realizzato nel complesso poco più della metà delle vendite made in Italy (8,4 milioni di ettolitri), registrando un +2,2% dei volumi per un totale di circa 3,9 miliardi di euro (+14,6% sullo stesso periodo 2021), pari a due terzi del valore dell’export enologico italiano. Stabili a 4 milioni di ettolitri i vini Igp per un controvalore di 1,3 miliardi di euro (+7,2%).

 

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