Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
lunedì 23 dicembre 2024  | aggiornato alle 18:02 | 109787 articoli pubblicati

Siad
Siad

Il vino di domani

Vendemmia 2021, la produzione cala del 9% ma l'uva è di qualità

L'Unione italiana vini con Assoenologi e Ismea ha presentato le stime per l'annata in corso, tra luci e ombre. Il clima non ha facilitato il lavoro dei vignaioli che però con l'esperienza hanno tratto il meglio

di Mariella Morosi
 
08 settembre 2021 | 17:39

Vendemmia 2021, la produzione cala del 9% ma l'uva è di qualità

L'Unione italiana vini con Assoenologi e Ismea ha presentato le stime per l'annata in corso, tra luci e ombre. Il clima non ha facilitato il lavoro dei vignaioli che però con l'esperienza hanno tratto il meglio

di Mariella Morosi
08 settembre 2021 | 17:39
 

Quella 2021 «sarà la vendemmia del rilancio». Lo ha detto Ernesto Abbona dell'Unione Italiana Vini presentando le previsioni vendemmiali 2021 formulate per il terzo anno consecutivo in collaborazione con l'Assoenologi e con l'Ismea. «Un risultato di un percorso fatto tutti insieme - ha detto - per avere un risultato condiviso, un'occasione per tutto il settore di delineare una politica  del futuro. Sarebbe bello che questo fosse il punto di svolta del biennio della pandemia». Si annuncia, secondo i dati raccolti finora, una vendemmia buona sotto il profilo qualitativo ma a causa dei cambiamenti climatici la produzione potrebbe calare di circa il 9% rispetto all'anno precedente con una produzione 2021 stimata di 44 mln di hl.

A livello territoriale il Nord segna 23,9 mln di hl (-12,5),  il Centro  3,7 (-12%) e il Sud e le isole 16,8 (-5%). In particolare la Toscana perde il 25%, la Lombardia il 20%, il Piemonte e il Lazio il 10%. Analogamente gli altri Paesi europei nostri competitors hanno segnato un calo produttivo, ad eccezione della Germania, come ha illustrato Ignacio Sanchez Recarte del Ceev (Comitèe European Enterpris Vins).

 

Italia al vertice, Francia colpita dalle gelate

L'Italia resta comunque il maggior produttore mondiale di vino mentre la Francia, duramente colpita dalle gelate soprattutto nell'area dello Champagne, cede il primato alla Spagna. L'impegno del Mipaaf per fare in modo che il settore vino continui ad essere trainante nel mondo agricolo è stato ribadito dal sottosegretario Gian Marco Centinaio. «Al tavolo vino - ha detto - proseguiremo sulla via della concretezza e del rispetto. Ulteriori 25 miliardi di euro serviranno al settore per affrontare i nostri competitors e sull'enoturismo apriremo un tavolo di lavoro ufficiale. Una battaglia da affrontare è quella contro la demonizzazione del vino il cui consumo secondo alcuni gruppi europei è definito cancerogeno: il male assoluto. Noi continueremo a sostenere le aziende e di partite in discussione da qui alla fine dell'anno ce ne saranno diverse». 

Per Fabio del Bravo dell'Ismea dai dati raccolti emerge una buona partenza della campagna soprattutto per qualità. I dati dei primi 8 mesi del 2021 ci dicono che se l'agroalimentare è tornato in segno positivo (+7%) anche il comparto vino ha segnato il + 2,3% con una forte affermazione degli spumanti. Le vendite premiano soprattutto le Doc e le Docg mentre gli Igt stanno nel mezzo.Per l'Assoenologi Paolo Brogioni ha tracciato un calendario di alti e bassi meteo che hanno segnato, le varie aree vitivinicole, dalle gelate di aprile ad una primavera-estate del tutto fuori norma con conseguenze anomale anche nella fase di germogliazione. Tuttavia non sono stati segnalati gravi casi di stress idrico e le uve genericamente presentano una buona maturità fenolica. Non scende tuttavia l'attenzione al meteo dei prossimi giorni che potrebbe riservare sorprese proprio nella fase viva della vendemmia delle uve a bacca rossa.

 

 

L'esperienza italiana per limitare i danni

Ma l'eccellenza - come è stato ribadito - si raggiunge con l'esperienza. Soprattutto, come ha ribadito Riccardo Cotarella presidente di Assoenologi elogiando il rapporto unitario che ha unito tutti i rappresentanti del mondo del vino - si può governare il fenomeno climatico con la scienza. «Il clima influenza, certo - ha detto - ma dipende anche dal modo in cui il viticoltore conduce la vigna. Ormai la viticoltura è di precisione, non c'è piu' tempo per il fai-da-te. Forse non risolverà tutti i problemi, ma sarà imprescindibile. Dobbiamo essere sempre più preparati e accettare anche una perdita del reddito. Ma non tutto viene per nuocere. Mi auguro che questo calo produttivo porti ad una certa rivalutazione del mercato. Altri settori perdono ben più di noi. La scienza applicata è l'unica via da percorrere e il tema non è soltanto economico ma anche etico per la sopravvivenza della filiera».

Gioca e Parti

 

Ernesto Abbona a questo proposito ha chiesto l'aiuto delle istituzioni. «Si rende necessario - ha detto - procedere con logiche di sistema. L'agricoltura di precisione costa e  manca la manonopera specializzata, in grado di manovrare anche macchine complesse. Sarebbe necessario predisporre nuove scuole professionali». La qualità del vino italiana è stata ribadita da Filippo Gallinella del settore Agroalimente e dello Sviluppo sostenibile del Mipaaf. «Per le  intemperanze del clima che ha colpito tutte le regioni italiane - ha detto - si potrebbe pensare anche una tutela dei produttori. «Visto che la Pac potrebbe darci una possibilità si potrebbe pensare ad un fondo di unità nazionale perchè le assicurazioni non arrivano da per tutto». Affrontato anche il tema pressante della sostenibilità, ed è stato richiesto al ministro Patuanelli il relativo provvedimento promesso lo scorso luglio. L'Italia sarebbe il primo Paese ad attuarlo, con evidente vantaggio competitivo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Consorzio Tutela Taleggio
Forst
Elle & Vire
Antinori

Consorzio Tutela Taleggio
Forst
Elle & Vire

Antinori
Julius Meiln
Molino Grassi