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Il gusto dell’Amarone moderno? Risultato di 30 anni di cambiamenti

L’ultima masterclass, organizzata dalle Famiglie Storiche dell’Amarone, ha presentato i vini di Allegrini (presidente de Le Famiglie Storiche dal 2013 al 2016), Begali, Brigaldara e Torre d’Orti

di Piera Genta
 
24 maggio 2021 | 11:18

Il gusto dell’Amarone moderno? Risultato di 30 anni di cambiamenti

L’ultima masterclass, organizzata dalle Famiglie Storiche dell’Amarone, ha presentato i vini di Allegrini (presidente de Le Famiglie Storiche dal 2013 al 2016), Begali, Brigaldara e Torre d’Orti

di Piera Genta
24 maggio 2021 | 11:18
 

L’ultima masterclass, organizzata dalle Famiglie Storiche dell’Amarone, guidata sempre da Nicola Frasson, incontra i vini di Allegrini (presidente de Le Famiglie Storiche dal 2013 al 2016), Begali, Brigaldara e Torre d’Orti, presentati rispettivamente da Marilisa Allegrini, Giordano Begali, Antonio Cesare e Franco Piona. Il titolo di questo appuntamento: “Come gli ultimi decenni abbiano profondamente inciso sulla nascita del gusto dell’Amarone moderno”.

I vini di Torre d’Orti e di Brigaldara in degustazione FOTO-Il gusto dell’Amarone moderno? Risultato di 30 anni di cambiamenti

I vini di Torre d’Orti e di Brigaldara in degustazione


I cambiamenti che hanno portato all’Amarone moderno

In questi ultimi 30 anni, fatto salva la tecnica produttiva, molti sono stati, infatti, i cambiamenti che hanno influito sulle caratteristiche degli Amaroni moderni, minor residuo zuccherino, struttura meno importante, maggior freschezza, bevibilità ed abbinamento a molte ricette.

Il cambiamento climatico ha portato ad avere vendemmie sempre più anticipate, a valorizzare le zone collinari, al cambio dei sesti di impianto, al ripensamento come sistema di allevamento della pergola più contenuta e la comparsa, soprattutto nella zona orientale, della spalliera.

L’incidenza dell’annata sull’appassimento non risulta rilevante come in passato, perché questa fase avviene oggi in ambienti sempre più termocontrollati, un appassimento che deve accompagnare lentamente l’uva per avere un buon risultato e sono diventati meno rilevanti nella composizione del vino vitigni come Rondinella e Molinara. Ed ancora fondamentali il rinnovamento dei legni di affinamento in cantina e il passaggio parziale per alcune aziende a contenitori di minori dimensioni.

Prima batteria: le degustazioni di Torre d'Orti, Brigaldara, Allegrini e Begali

Torre d’Orti – Amarone della Valpolicella Docg 2017: Corvina, Corvinone, Rodinella e Oseleta le uve utilizzate, affinamento per un anno in legno piccolo, dopo l’assemblaggio l’affinamento prosegue in botti di grandi dimensioni.
Terza generazione della famiglia Cavalchina, nata sulle colline di Custoza.

Interessante la conformazione del terreno: il punto di incontro tra la terra rossa della Valpolicella classica e quella bianca calcarea della Valpolicella allargata.

Ciliegia, sfumature di pepe, bella vena acida che fornisce leggerezza.

Brigaldara – Amarone della Valpolicella Docg Classico 2016, Corvina 47%, Corvinone 39%, Rondinella 6%, altri vitigni 8%: provengono da un vigneto di 10 ettari situato a 250 metri d’altitudine messo a dimora parte nel 1980 e parte nel 2010 all’imbocco della vallata di Marano, i sistemi d’allevamento sono la Pergola veronese.

Si sviluppa sapido con un tannino ancora evidente.

Allegrini – Amarone della Valpolicella Docg Classico 2016, Corvina Veronese 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5%: vigneti sono situati sempre in collina, su suoli di diversa natura, in prevalenza calcare. Affinamento del vino in barriques per 18 mesi per poi proseguire in botti di grandi dimensioni.

Grande integrità del frutto, ciliegia matura, spinta sapida.

Begali – Amarone della Valpolicella Docg Classico 2016, Corvina 65%, Rondinella 30%, altre autoctone 5%: i vigneti sono situati in frazione Cengia del comune di San Pietro in Cariano, su suoli di natura argillosa.

Un bicchiere compatto, bella profondità, molto integro nella sua parte aromatica.

I vini di Allegrini e Begali in degustazione FOTO-Il gusto dell’Amarone moderno? Risultato di 30 anni di cambiamenti
I vini di Allegrini e Begali in degustazione


Seconda batteria: i vini riserva

Torre d’Orti – Amarone della Valpolicella Docg Riserva “Brolo Camozzini” 2015: seconda annata di produzione per questo vino, i vitigni utilizzati sono Corvina, Corvinone e Oseleta, i vigneti sono situati a 400 metri d’altitudine con esposizione ad Est.

La sua vinificazione prevede un anno di macerazione sulle bucce e cinque anni d’affinamento in botti di rovere. Nasce da un esperimento con il professor Ferrarini.

Frutto di un’annata calda e generosa, il vino si presenta ricco con una buona tensione acida che gli conferisce una bella lunghezza.

Begali – Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva “Monte Ca’ Bianca” 2015: la prima annata di questo vino è stata la 1995, i vitigni utilizzati sono Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta, i vigneti sono situati in frazione Cengia del comune di san Pietro in Cariano, su suoli argillosi-limosi. Esposizione est del vigneto. Sistema allevamento pergola, produzione contenuta. Un vino di pianura. Sapido, di facile beva, tannino deciso.

Allegrini – Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva “Fieramonte” 2013: è la terza vendemmia per questo vino, dopo il reimpianto del vigneto storico effettuato a fine anni Novanta e sino al 2011, in attesa della perfetto equilibrio delle piante, vi si produceva Valpolicella.

Corvina Veronese 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5% provengono da un vigneto situato a 380 metri d’altitudine, il suolo è ciottoloso e ricco di ferro e magnesio, il sistema d’allevamento è a Guyot, inerbito, esposizione ad est.

L’annata 2013 coniuga struttura ed eleganza. Mentolato con tannini importanti, delicato ed ampio.

Brigaldara – Amarone della Valpolicella Docg Classico “Case Vecie” 2012: Corvina 39%, Corvinone 30% e Rondinella 31%, provengono dal vigneto Case Vecie, sito nel comune di Grezzana, messo a dimora nel 1996 e nel 2009, situato a 450 metri d’altitudine ha un’estensione di nove ettari ed è allevato a Guyot. Vendemmia a metà ottobre, presenza di bosco attorno. Processo recupero iniziato nel 1994 ritorno all’alta collina dove i filari si alternano ad ampie zone boschive.

Si tratta del biglietto da visita dell’azienda. Esprime un frutto maturo, l’appassimento rappresenta la nota centrale del vino che denota molta rmonia.




© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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