Il comparto del vino «gode di ottima salute». A dirlo è stata Micaela Pallini, presidente di Federvini nel corso della presentazione dell'Osservatorio economico realizzato in partnership con Nomicma e Trade Lab. Un appuntamento che ha permesso di scattare una fotografia del settore (compresi anche spirits e aceti) in un momento di forti cambiamenti determinati dall'impatto della pandemia. Comprese le ultime restrizioni in vista per salvaguardare il Natale dalla recrudescenza dei contagi e l'ondata inflazionistica che sta spingendo l'aumento dei prezzi; due minacce che potrebbero mettere «in serio pericolo la crescita delle nostre aziende nel 2022». Soprattutto dopo che, con la riapetura del canale fuori casa, i consumi di vino e spirits sono lontani solo il 5% dal pieno recupero sul periodo pre-pandemico.
Vini e spirits trainano la ripresa del fuori casa: nel 2021 recupero a solo un -5% rispetto al 2019
Vino, tirano l'acquisto al supermercato e le esportazioni...
Due gli studi presentati che sostanziano l'Osservatorio Federvini. Il primo è quello di Nomisma: "Vini, Spiriti e Aceti: Valori Mercato e Competitività". Dai dati raccolti emerge un generale trend di ripresa delle vendite, sia sul mercato interno che su quello estero. Secondo i dati forniti da Nielsen IQ, infatti, le vendite di vino nel canale off-trade (negozi specializzati e supermercati per intenderci) mostrano a fine settembre una crescita a valori del 6,1% rispetto allo stesso periodo 2020, grazie soprattutto al forte impulso dato dagli Spumanti che mettono a segno un aumento del 27,5%, trainati dalle tipologie Charmat secco e Metodo Classico.
Crescono anche le esportazioni e in generale il vino italiano sta riscuotendo importanti successi presso i principali paesi importatori. Gli acquisti di vino italiano, sempre per il periodo gennaio-settembre 2021 a confronto con il 2020, evidenziano aumenti del 14,7% negli Stati Uniti, del 6,1% in Gran Bretagna, del 9,4% in Germania, del 15% in Canada, del 27% in Russia e di ben il 47,2% in Cina. Negli Stati Uniti, in particolare, le esportazioni di vino italiano registrano un tasso di crescita rispetto al livello pre-pandemico (2019) che è oltre il doppio di quello fatto registrare dalla crescita dei vini spagnoli (+6,8%) e oltre il triplo di quello fatto registrare dalla crescita dei vini francesi (4,7%).
... ma bisogna valorizzare di più il Made in Italy
Con questi numeri l'Italia si conferma il primo paese esportatore mondiale di vino per volumi, seguita dalla Francia che, però, è prima per valore delle esportazioni. Sui mercati internazionali i vini italiani scontano, rispetto a quelli francesi, una differenza di prezzo che non trova giustificazioni sotto il profilo della qualità. Basti pensare che, mentre i rossi di Bordeaux escono dai confini francesi a 14 euro al litro, quelli piemontesi non vanno oltre i 9,4 euro mentre i toscani non arrivano a 8 euro al litro.
Italia primo paese esportatore di vino per volume, ma la Francia ci batte ancora in valore
Spirits in crescita fra le mura domestiche e all'estero
Andamento positivo anche per gli spirits che nei primi 9 mesi del 2021 hanno messo a segno una forte crescita delle vendite nel canale off-trade: +8,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Sebbene la gran parte delle vendite sia da ricondurre a distillati ed acquaviti (44% del totale in valore), con un ruolo di primissimo piano della grappa, a mostrare le migliori performance è la categoria degli aperitivi: +23,8% sul 2020. A trainare le vendite degli aperitivi alcolici è il fenomeno del mixology che da quando è scoppiata la pandemia non è più solo legato alle occasioni di consumo fuori casa ma è sempre più diffuso anche tra le mura domestiche: a conferma di ciò, ben il 35% dei consumatori italiani preferisce bere a casa spirits in modalità mixata.
Anche gli spiriti segnano una buona performance sui mercati internazionali facendo registrare nei primi 8 mesi dell’anno un export di 828 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020 e superando i livelli pre-Covid, grazie alle ottime dinamiche di due eccellenze del Made in Italy: liquori e grappa. Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di destinazione per i liquori italiani e registrano, negli 8 mesi, una crescita del 21% rispetto al 2020, seguono la Germania (+20%), il Regno Unito (+43%), la Francia (-41%) e il Canada (+22%). Per la grappa, che sempre nel periodo considerato cresce sensibilmente su tutti i principali mercati, i principali paesi di destinazione sono Germania (+30%), Svizzera (+27%), Austria (+18%), Canada (+48%) e Usa (+46%).
La grappa mantiene la leadership dei consumi nella categoria spirits
Aceti in calo, ma il Balsamico fa eccezione
Per quanto riguarda gli aceti, è da rilevare l’ottimo andamento dell’Aceto Balsamico le cui vendite nel canale off-trade italiano crescono del 4,3% nei primi 9 mesi dell’anno, a fronte di un trend di generale contrazione per la categoria (-5,0%). Positivi anche i trend sui mercati internazionali, soprattutto sul principale mercato di riferimento, gli Stati Uniti, dove le esportazioni segnano un aumento del +24% nel periodo gennaio-agosto 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. In crescita anche le vendite in Francia mentre soffrono le esportazioni in Germania e Regno Unito.
Vino e spirits trainano il recupero dei consumi fuori casa
Per quanto riguarda l'andamento del consumo “fuori casa” di vini e spiriti è lo studio condotto da Trade Lab a presentare le evidenze maggiori influenzate dall’impatto delle chiusure determinate in relazione alla pandemia e dal ruolo di vini e spirits nei momenti di convivialità fra le mura di casa. Elementi che hanno determinato una sorta di ritirata a livello di consumi. Nonostante ciò, se da un lato il fatturato generato da cibi e bevande consumati fuori casa nel 2021 sarà ancora inferiore di del 23% rispetto al 2019 (una differenza di circa 19 miliardi di euro), dall'altro proprio vini e spirits registreranno un recupero migliore attestandosi al -5%. Nel solo periodo estivo, per esempio, sono stati consumati 170 milioni di aperitivi fuori casa e 101 milioni di cocktails. Oltre 1 milione al giorno.
Per quanto riguarda la ripartizione delle consumazioni fuori casa, al primo posto rimane il vino con 330 milioni di consumazioni, seguito da cocktails e spirits lisci con 235 milioni di consumazioni, bollicine (120 milioni di consumazioni) e amari e liquori dolci (115 milioni di consumazioni).