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Moncaro chiude l’anno in positivo. Crescono fatturato, patrimonio e margine operativo

Il fatturato della cooperativa marchigiana sale a quota 27 milioni di euro, in crescita di oltre il 4% rispetto all'anno precedente. Crescita anche sul fronte del margine operativo lordo che si attesta al 9,8%.

 
22 dicembre 2020 | 16:45

Moncaro chiude l’anno in positivo. Crescono fatturato, patrimonio e margine operativo

Il fatturato della cooperativa marchigiana sale a quota 27 milioni di euro, in crescita di oltre il 4% rispetto all'anno precedente. Crescita anche sul fronte del margine operativo lordo che si attesta al 9,8%.

22 dicembre 2020 | 16:45
 

Anche in un anno così travagliato, Moncaro, la cantina cooperativa fondata nel 1964 si conferma prima realtà vinicola delle Marche. L'Assemblea dei soci ha, infatti, approvato il bilancio 2020 con dati positivi, nonostante la situazione generale dell'economia. Un dato in controtendenza che vede il fatturato della cooperativa marchigiana salire a quota 27 milioni di euro nell'anno fiscale chiuso al 31 luglio 2020, in crescita di oltre il 4% rispetto all'anno precedente.

Da sinistra Doriano Marchetti, Luigi Gagliardini, Roberto Fabbretti e Luigi D'Ignazi - Moncaro chiude l’anno in positivo In crescita fatturato e patrimonio

Da sinistra Doriano Marchetti, Luigi Gagliardini, Roberto Fabbretti e Luigi D'Ignazi

Il bilancio, approvato all'unanimità, in una sessione tenutasi secondo il pieno rispetto della normativa anti Covid, mostra dati in crescita anche sul fronte del margine operativo lordo che si attesta al 9,8%, con un utile pari a 138 mila euro e un patrimonio netto che aumenta di 7,8 milioni di euro.

«Si tratta di uno dei migliori risultati degli ultimi anni - commenta Doriano Marchetti, presidente e ceo di Moncaro - In linea con le aspettative dei nostri stakeholders e in particolare degli oltre ottocento soci della cooperativa. Il prezzo delle uve conferite nell'ultimo anno, infatti, è salito fino a 51,50 euro al quintale, un dato in netta crescita, che va incontro all'esigenza di una sempre maggiore remunerazione della materia prima e del lavoro agricolo che rimane la mission fondamentale della cantina».

«La gestione operativa estremamente positiva è frutto di una strategia manageriale vincente - spiega Roberto Fabbretti, cfo di Moncaro – nel corso degli anni abbiamo consolidato la posizione finanziaria attraverso operazioni strutturali innovative che ci permettono di guardare al futuro con tranquillità e ottimismo».

Forte il rilancio nella Gdo
L'azienda ha dovuto sperimentare negli ultimi mesi un cambio nel mix di vendita, contrastando il netto calo delle vendite subito nella ristorazione che ha toccato dall'inizio della pandemia punte negative anche del -80%. Il dato congiunturale è stato mitigato da un forte rilancio del canale della Grande distribuzione organizzata, sia a livello nazionale, sia internazionale.

«La crisi del settore horeca ed il contestuale aumento dei volumi nel settore della grande distribuzione è stata una dinamica emersa a livello globale - commenta Luigi Gagliardini, direttore Commerciale di Moncaro – grazie al nostro posizionamento abbiamo mantenuto livelli di vendita soddisfacenti. La sfida ora è quella di continuare la crescita, soprattutto consolidando i mercati storicamente di primaria importanza, come gli Stati Uniti, dove per i vini biologici stiamo portando avanti un progetto di sviluppo di distribuzione integrata con una grande cooperativa argentina La Riojana e il nostro socio svedese Winemarket Nordic AB».

Tra vini bio e progetti di innovazione vinicola
Ed è proprio con i vini biologici ed i progetti di innovazione vinicola, sotto la storica guida dell’enologo Giuliano D’Ignazi, che Moncaro si posiziona su livelli di avanguardia tecnica: «l’attualità, ma anche i princìpi che guidano la produzione, ci impongono una continua attenzione sulla sostenibilità - sottolinea D'Ignazi - concetto che oltre alla produzione biologica, abbraccia tutte le innovazioni messe in atto dall'azienda, dal vigneto, alla cantina».

Moncaro, produce vini biologici da oltre quarant’anni e si è distinta in progetti che vanno dalla produzione di vini senza solfiti allo studio sulla diminuzione del rame in vigneto, grazie all’uso di sostanze organiche come il "chitosano". Un vanto per l'agricoltura innovativa e uno degli attori protagonisti sulla scena vitivinicola del centro Italia che punta alle incombenti sfide della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

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