Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
lunedì 23 dicembre 2024  | aggiornato alle 09:21 | 109769 articoli pubblicati

Siad
Siad

L’export di vino cresce, anzi no La Cina sconfessa l’Istat

 
17 luglio 2019 | 16:45

L’export di vino cresce, anzi no La Cina sconfessa l’Istat

17 luglio 2019 | 16:45
 

Secondo l’Istituto di statistica le esportazioni nel primo quadrimestre sarebbero in aumento del 7,9%; al contrario, le dogane cinesi dichiarano che il dato è in calo del 14,4%. Caso analogo con il Canada. La spiegazione sta probabilmente nei diversi parametri di calcolo utilizzati dai vari organismi di raccolta dati e di statistica.

Le esportazioni di vino dall’Italia alla Cina e al resto del mondo crescono o calano? La risposta non è semplice, soprattutto se ad esprimersi sono organismi diversi. Secondo le ultime rilevazioni di Istat, l’export di vino italiano verso la Cina sarebbe (il condizionale è d’obbligo) in forte crescita nel primo quadrimestre di quest’anno, con un trend in valore a +7,9% (40,8 milioni di euro). Eppure, secondo le dogane cinesi lo stesso dato merceologico registrerebbe invece una perdita secca del 14,4% e un controvalore a 48,1 milioni di euro.

C'è incertezza sui dati dell'export di vino in Cina (L’export di vino cresce, anzi no La Cina sconfessa l’Istat)
C'è incertezza sui dati dell'export di vino in Cina

Un’incongruenza che, oltre a minare la credibilità di reputati organismi nazionali, rischia di far precipitare il settore nell’incertezza. «Prosegue - rileva Ispropress su base dati Nomisma WineMonitor - la babele di numeri nel mondo del vino: due pesi e due misure diverse su uno stesso prodotto nei medesimi mercati, in cui risalta il caso-Dragone ma non solo. Le esportazioni verso il Canada, per esempio, sono segnalate in perdita da Istat (-0,3%) ma in ottima salute per le dogane (+6,2%). Una confusione che genera un effetto domino nelle analisi di stakeholder, stampa, produttori, investitori e amministratori pubblici, che necessiterebbero di una lettura univoca sull’andamento della domanda in un settore chiave per il Made in Italy (oltre 5,5 miliardi di euro la bilancia attiva annuale)».

Al netto di elementi secondari, la differenza sostanziale - ed è qui probabilmente la risposta all’arcano - è che Istat tiene conto dell’export verso la prima destinazione estera, senza perciò considerare le triangolazioni delle merci in transito, mentre le dogane determinano la provenienza delle merci sulla base dell’origine.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Antinori
Julius Meiln
Molino Grassi

Antinori
Julius Meiln

Molino Grassi
Forst
Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena