Anche le cantine cooperative sono protagoniste al Vinitaly e Cva Canicattì, coi suoi 50 anni di storia compiuti quest’anno, è un emblema della virtuosità di questo particolare ramo del settore enologico.
In questo mezzo secolo l'azienda siciliana è diventata espressione autentica di un grande territorio che, partendo da Agrigento fino a toccare la provincia di Caltanissetta, copre un'ampia fetta della Sicilia Sud-Occidentale, contando oggi circa mille ettari di vigneto e 350 vignerons che condividono, tutti insieme, una mission produttiva centrata sulle varietà autoctone, sulla qualità dei vini e sui valori di partecipazione, mutualità e orgoglio identitario.
Per festeggiare al meglio questo importante compleanno,
Cva Canicattì si presenta con ben due nuovi vini alla 53ª edizione della kermesse veronese. Il rosso Menamàra, nato dall'unione di uve autoctone leggermente appassite, e il Cinquantesimo, primo spumante dell'azienda, nato e pensato per celebrare con tutti gli onori questo importante traguardo. Il Menamàra è un vino pensato per i winelover più giovani, con le sue tipiche note di frutti rossi maturi e tutta la sua suadenza in bocca, a cui si accompagnano una freschezza elegante e dei tannini soavi. Il Cinquantesimo invece è un metodo charmat che si distingue per freschezza e per le note agrumate e vegetali portate in dote dai vitigni autoctoni a bacca bianca che lo compongono.
Giovanni Greco
Ma il Vinitaly 2019 di Cva Canicattì sarà emblematico anche per quella che è la sua etichetta-icona: il Diodoros, frutto dell'omonimo progetto condiviso con l'Autorità del Parco della Valle dei Templi, vedrà infatti l'esordio della sua terza annata, la 2015. Le uve da cui nasce questo rosso elegante e intenso - blend di Nero d'Avola, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio - sono raccolte in un vigneto posto ai piedi del Tempio di Giunone, dove, nelle aree demaniali, Cva Canicattì ha recuperato la coltivazione della vite già storicamente presente ma sino a poco tempo fa abbandonata. Un produzione che si amplierà di nuove bottiglie, dato che il Parco ha concesso alla CVA Canicattì di estendere di altri due ettari l'area coltivata.
«Un vino di qualità fine e di successo come il Diodoros - dichiara
Giovanni Greco, presidente di Cva Canicattì - è l'esempio migliore di come anche la cooperazione possa rappresentare un modello di sviluppo in grado di generare grandi bottiglie e reddito. Un risultato perseguibile quando i processi produttivi, in ogni loro fase, sono gestiti con grande professionalità e cura. Una visione che condividiamo con tutte le aziende che fanno parte di The Wine Net - Italian Co-Op Excellence, network che, insieme a Cva, riunisce altre cinque importanti cantine sociali dal resto d'Italia».
Per informazioni:
www.cvacanicatti.it