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Oltrepò pronto per il rilancio Pace tra Consorzio e Distretti

Intesa in Oltrepò Pavese tra aziende di filiera e Consorzio dei vini, dopo gli incontri pre natalizi e i nuovi tavoli di denominazione che hanno visto l’inserimento di diversi vignaioli. Un passo importante che segna la cucitura dello strappo avvenuto lo scorso maggio.

20 febbraio 2019 | 11:18
Oltrepò pronto per il rilancio 
Pace tra Consorzio e Distretti
Oltrepò pronto per il rilancio 
Pace tra Consorzio e Distretti

Oltrepò pronto per il rilancio Pace tra Consorzio e Distretti

Intesa in Oltrepò Pavese tra aziende di filiera e Consorzio dei vini, dopo gli incontri pre natalizi e i nuovi tavoli di denominazione che hanno visto l’inserimento di diversi vignaioli. Un passo importante che segna la cucitura dello strappo avvenuto lo scorso maggio.

20 febbraio 2019 | 11:18
 

Intesa in Oltrepò Pavese tra aziende di filiera e Consorzio dei vini, dopo gli incontri pre natalizi e i nuovi tavoli di denominazione che hanno visto l’inserimento di diversi vignaioli. Un passo importante che segna la cucitura dello strappo avvenuto lo scorso maggio.

La stretta di mano tra le due realtà è avvenuta nella giornata di mercoledì. La Regione, con l’assessorato retto dal bresciano Fabio Rolfi, ha scommesso su questa partita, mettendo sul piatto, oltre alla cabina di regia di Ersaf e alla riforma federalista dello storico ente di tutela, anche qualcosa come 750mila euro in tre anni per la creazione di un piano di promozione e rilancio dell’immagine del territorio.

(Oltrepò pronto per il rilancio Pace in vista tra Consorzio e Distretti)

La volontà di entrambe le realtà è quella di trovare un percorso comune da sviluppare, mettendosi alle spalle le frizioni che ci sono state nel recente passato.

Secondo i bene informati non mancherebbero le aziende di filiera fuoriuscite negli anni scorsi, ora pronte a rientrare nel Consorzio, e per questo lo stesso Distretto del vino ha sottoscritto un accordo con il Consorzio per stabilire regole nuove nella governance futura dell’ente: in buona sostanza, se ci sarà una rappresentanza equilibrata dei vignaioli ai posti di comando del Consorzio, l’esperienza del Distretto del vino di qualità potrebbe anche finire e l’Oltrepò potrebbe tornare ad avere un solo ente (pur federato per ogni vino).

Insomma, il nodo da sciogliere, in fondo, è sempre lo stesso, quello della rappresentanza. Per questo si discute di “patti parasociali” da inserire nello statuto che permettano di ristabilire il peso delle aziende di filiera, piccole ma forti a livello di immagine, nei confronti dei big del vino sfuso e dei grandi imbottigliatori, per ripartire meglio i pesi con un nuovo Cda più equilibrato, un’azione mirata per decidere le strategie. Con queste premesse, qualcosa nel 2019 - osserva qualcuno tra i filari - in Oltrepò dovrà pur succedere.

«La firma di questo accordo - ha detto Fabio Rolfi dopo la firma - rappresenta una occasione storica per tutto il territorio dell'Oltrepò pavese, un nuovo inizio. Avere una voce unitaria significa anche avere una forza maggiore per tutelare e promuovere i vini di quella zona. La Regione Lombardia ha creduto con determinazione a questo risultato, creando un progetto concreto e collaborando a tutti livelli istituzionali per trovare unità di intenti. Possiamo dire di aver intrapreso la strada giusta. Ora tocca ai produttori fare squadra per il bene e l'interesse di un territorio, in cui si produce oltre la metà del vino lombardo. Auspico che anche altri protagonisti del territorio decidano di aderire all'accordo. Il tavolo regionale sull'Oltrepò prosegue e si aggiungerà un ulteriore momento di collaborazione con i sindaci, con l'obiettivo di costruire politiche condivise per la promozione e l'attrattività del territorio».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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