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Chianti: «Troppi ritardi dal Ministero A rischio la promozione del vino italiano»

 
13 giugno 2018 | 15:38

Chianti: «Troppi ritardi dal Ministero A rischio la promozione del vino italiano»

13 giugno 2018 | 15:38
 

Il Consorzio Vino Chianti torna sul tema fondi Ocm: «È a rischio l'intera promozione all'estero, stiamo accumulando troppi e gravi ritardi. I nostri concorrenti ringraziano», così il presidente Giovanni Busi.

Un allarme ma anche un accorato appello al neo ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. Infatti la situazione che le imprese hanno di fronte è ancora indefinita, causa gli slittamenti nei tempi a livello ministeriale nella predisposizione degli atti amministrativi, per chiarire innanzitutto le opportunità disponibili per aziende e consorzi e in secondo luogo per l'avvio alla presentazione dei progetti per la campagna sui fondi Ocm.

Giovanni Busi (Chianti: Troppi ritardi dal Ministero A rischio la promozione del vino italiano)
Giovanni Busi (foto: Agenzia Dire)

«Ad oggi è stato semplicemente riproposto il decreto di attuazione dell’anno 2017 - ha spiegato Giovanni Busi - ma non sono partite le procedure necessarie per presentare i progetti e stiamo registrando gravi ritardi rispetto alla consueta tempistica. Non abbiamo più tempo, rischiamo di compromettere seriamente l’attività promozionale autunnale che come sempre è diretta verso i paesi asiatici, come Cina e Giappone».

Questi ultimi Paesi citati da Busi sono fondamentali per il mercato dell'export italiano, a dimostrarlo sono proprio gli ultimi eventi internazionali. Ad esempio, a Canton, nel corso dell'Interwine, il Consorzio Vino Chianti ha ricevuto un importante premio: è stato riconosciuto come la denominazione più famosa in Cina dal portale WineIta.

«Se non si farà nulla, non ci saranno più i tempi tecnici per far partire le attività promozionali, lasciando campo libero ai nostri concorrenti. Chiediamo anche al Ministero - ha concluso il presidente Busi - di darci un’interpretazione sull’attività promozionale a lungo termine, oltre i 5 anni, nello stesso Paese in base alle nuove indicazioni europee, sulle quali c’è ancora molta confusione. Tutto il lavoro fatto fino ad oggi, gli investimenti, i rapporti commerciali costruiti con il tempo sarebbero seriamente compromessi. È a rischio l’intero sistema del Made in Italy all’estero».

Per informazioni: www.consorziovinochianti.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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