Grappe, distillati ma anche gin e rum: il mercato di Roner si amplia sempre di più, sempre portando con sé un'esperienza, frutto di una tradizione che dura da ormai tre generazioni.
Era infatti il 1946 quando Gottfried Roner iniziò a distillare. L'azienda cominciò dalle grappe, per poi specializzarsi in liquori come quello alla genziana, al ginepro o al mirtillo. Nel 1965 fu costruita una nuova distilleria di grappa, e nel '72 se ne aggiunse una di frutta.

Dopo due generazioni, toccò alla terza: nel 2007
Karin Roner raccolse il testimone ed accettò la sfida di diventare amministratore delegato (una sfida ben riuscita se si considera che nel 2010 vinse il premio Distillatore dell'anno). «Devo dire che sono contenta - ha spiegato Karin Roner durante Vinitaly 2018 - dell'andamento degli ultimi anni e, visto come è iniziato l'anno corrente, non ci rimane che continuare per questa strada».
Karin Roner
La strada di cui parla l'ad di
Roner Distillerie è un consolidamento di prodotti che sul mercato già stanno avendo un ottimo successo, come ad esempio l'acquavite di pere Williams, e dall'altra parte l'ampliamento della propria gamma, con l'introduzione di nuovi prodotti: «Abbiamo una nuova gamma di gin, di rum e di Vermouth che ci danno grandi soddisfazioni».

Così facendo Roner si apre al mondo della mixology, «un canale dal grande potenziale, un mercato capace di offrire grandi possibilità ai nostri prodotti».

Ad attribuire un carattere distintivo ai prodotti Roner è indubbiamente il territorio di produzione: l'Alto Adige. «Abbiamo un clima molto particolare: da una parte è quasi mediterraneo, con sole e pianura; dall'altra, vicinissime alla distilleria, a circa 2 chilometri, le montagne. Contribuiscono sbalzi di temperatura molto intensi tra notte e giorno».
Per informazioni:
www.roner.com