A Vinitaly Villa Matilde ha portato tutte le sue nuove annate, i bianchi 2017, i rossi di casa, il Falerno e il Taurasi e il nuovo Piedirosso in purezza Stregamora Igp Roccamonfina 2017. Ma non sono mancate le novità.
In degustazione hanno riscosso notevole successo i Cru e le Riserve Vigna Camarato 2011, il Vigna Caracci 2014 e il Cecubo 2013. E tra le bollicine ha fatto il suo ingresso il nuovo vino spumante Falafesta, Metodo Classico Mata bianco da uve Falanghina e rosato da uve Aglianico.
A proposito di rosati, anteprima a
Vinitaly, il nuovo Terre Cerase 2017. Il rosato di
Villa Matilde è un blend di due territori: l’Aglianico prodotto nel beneventano Rocca dei Leoni, che conferisce al vino freschezza grazie al clima più freddo e altitudini più importanti, e l’Aglianico complesso e di carattere prodotto alle falde del vulcano spento di Roccamonfina.
«Nel 2017 - ha dichiarato
Maria Ida Avallone che con il fratello Salvatore guida l’azienda - abbiamo deciso di utilizzare la tecnica di ghiacciatura delle uve e immediata separazione del mosto dalle bucce, fermentazione in bianco a freddo del mosto. Il risultato è un rosa buccia di cipolla. Un rosso vestito di bianco che conquisterà i palati più esigenti». L’affinamento è in acciaio inox in modo da concentrare l’attenzione sulle note varietali dell’aglianico. Al palato si contraddistingue per lunghezza e buona complessità.
Sempre all'interno della fiera veronese, il primo Falerno del Massico bianco realizzato con una piccola quantità maturata in anfora. La qualità è infatti prima regola produttiva: Villa Matilde non produce vini seriali e investe in studi e ricerche continue. Il Vino in anfora, nato nel 2015, è il primo esperimento di Falerno fermentato e affinato per 12 mesi in Pithoi e Dolia, anfore in terracotta realizzate appositamente per Villa Matilde sul modello di quelle dell’antichità.
Interessante la degustazione di Camarato: ogni giorno è stata offerta una diversa annata, quattro giorni per quattro annate: 2000-2001-2003-2004. Il Camarato è prodotto esclusivamente nelle migliori annate con uve raccolte nell’omonimo vigneto, uno dei più vecchi e meglio esposti della tenuta collinare di San Castrese alle falde del vulcano spento di Roccamonfina.
Qualità, cultura del territorio e della tradizione, rispetto dell’ambiente e uno sguardo spalancato sull’innovazione sono oggi i punti di forza di Villa Matilde. L’aver riportato in vita l’antico Falerno e la grande attenzione prestata al territorio e ai vitigni autoctoni pongono i vini Villa Matilde nel solco di una robusta tradizione; la ricerca costante, il ricorso a tecnologie all’avanguardia, colorano la tradizione con un’innovazione intelligente e dinamica.
«53 anni fa - ha raccontato
Salvatore Avallone - nostro padre piantò la prima vigna, con un progetto per noi entusiasmante, quello di far rivivere l'antico Falerno, il vino di Roma antica. Fu un'operazione di archeologia enologica, perché il Falerno era un vino-mito, scomparso a causa della fillossera che distrusse la maggior parte dei vigneti dell'antico
ager falernus. Papà investì in questo mito della nostra terra, della Campania, e per una serie di anni, circa 15, fece ricerca su quelle che dovevano essere le antiche varietà utilizzate per la produzione del Farleno. Finalmente nel 1965 piantò la prima vite».
Per informazioni:
www.villamatilde.it