La bellezza del lago di Garda visto da Lazise (Vr), perla della sponda veronese, ha fatto da cornice alle due giornate dedicate all'anteprima del Chiaretto 2017. I consorzi di Bardolino e Valtenesi insieme.
Obiettivi comuni per ampliare il mercato di un vino che ha tutte le caratteristiche per conquistare gli appassionati italiani e i winelovers d’Europa e oltre oceano. Nell’elegante sala della Dogana di Lazise aperta sul lungolago, più di 80 produttori con circa 140 vini hanno presentato l’annata 2017 del Chiaretto prodotto sulle due riviere, quella veneta e quella lombarda.
«Insieme, il Chiaretto di Bardolino e il Valtenesi Chiaretto - spiega
Franco Cristoforetti, presidente del
Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino - sfiorano le 12 milioni di bottiglie, collocando il lago di Garda nel ruolo di leader assoluto nella produzione italiana di rosé a denominazione di origine. Quest’anno abbiamo voluto unire le forze delle due riviere gardesane all’insegna di uno stile territoriale unico nel panorama dei vini rosati italiani».
Alessandro Luzzago, presidente del
consorzio Valtenesi, aggiunge: «Nella nostra zona, ci siamo liberati dalla zavorra della frammentazione, con un patto di territorio formato dal 95% dei produttori, a creare un’identità sola. Per questo oggi possiamo presentarci insieme come due identità diverse, ma unite».
Lo stile del vino è infatti simile sulle due sponde, sia per le caratteristiche del terreno morenico, che per il clima mediterraneo, che per le uve autoctone naturalmente vocate alla vinificazione in rosa, come la corvina veronese per il Chiaretto di Bardolino e il groppello per il Valtènesi Chiaretto. E soprattutto i dati dello scorso anno, dimostrano che il lavoro dei consorzi sta dando ottimi frutti, con 9,5 milioni di bottiglie vendute, una crescita del 12% rispetto al 2016 per il Bardolino e la soglia dei 2 milioni di bottiglie per Valtènesi. Questa sorta di gemellaggio può essere dunque un primo concreto passo per valorizzare un vino che merita di essere promosso al meglio e fatto conoscere sempre più.
Franco Cristoforetti e il presidente consorzio Valtènesi Alessandro Luzzago
Durante la mattinata di degustazione, professionale come sempre il servizio Ais curato dalla delegazione di Verona, sono stati presentati 47 Chiaretto di Bardolino 2017 e 24 Valtènesi Chiaretto 2017. Innanzitutto è giusto dire che l’ampia declinazione non è mai stata banale, la capacità dei produttori e la cura degli enologi hanno consegnato un ventaglio di profumi, sentori, colori e sapori di bellissima espressione. Nei calici si sono succeduti quei rosa scarichi tipici del Bardolino e quei sentori fruttati, a volte quasi dolci all’apparenza, a volte quasi speziati.
Più soddisfacenti i Bardolino più netti, precisi, “duri” rispetto a quelli tendenti al “caramelloso”, i caratteri più decisi rendono al meglio l’equilibrio tra sapidità, acidità e sentori del terroir. Insomma meglio un Bardolino guerriero che poeta. Tra le 26 etichette di Valtènesi Riviera del Garda classico Doc Chiaretto, tutte annata 2017, da citare Cà dei Frati, Rosa dei Frati. Carattere pieno e precisione di sentori. Il Roseri di Cà Maiol, espressione netta del territorio e ottimo equilibrio di sentori. Il Chiaretto di Cantina Franzosi, intrigante al naso e ben definito al palato. Cascina Belmonte, forse la miglior combinazione di profumi fruttati. Interessante anche Citari. Costaripa, bella acidità e interessate palato, molto espressivo.
La Basia è un vino che si fa notare e va frequentato di più, originale il nome “la moglie ubriaca”. Pietta è una cantina già di livello, ma di possibile crescita. Il podio vede al terzo posto il Turina che presenta ottime caratteristiche di precisione e definizione. Al secondo il San Donino di Selva Capuzza, bella dimostrazione di quanto il Chiaretto possa essere di carattere determinato, senza sbavature sdolcinate. Tra tutti è stata la cantina La Torre ad esprimere la miglior declinazione del Valtènesi Chiaretto 2017.
La sponda veronese è stata rappresentata da 47 etichette di Chiaretto Bardolino tutte del 2017. La canestraia della cantina Bolla, di struttura e bella acidità. La Cavalchina di pieni sentori. Corte Gardoni, duro, serio, di bel carattere. Guerrieri Rizzardi, una conferma nel Chiaretto della buona mano dimostrata nella versione spumantizzata. Lorenzo Morando è un sì pieno e deciso. Equilibrato e di grande passione il Roccolo del Lago, uno dei rari biologici. Sartori ha un carattere netto e pieno, di struttura precisa. Tinazzi ha fatto ottimo lavoro con la sua collezione di famiglia. Sul podio veronese, come migliori espressioni del Bardolino Chiaretto vanno, al terzo posto Monte del Frà, al secondo Gerardo Cesari, mentre il più espressivo è Casaretti con il “Rosa dei Casaretti”.
Un territorio, sia sulla sponda veronese, che su quella bresciana che saprà sempre più esprimere vini di carattere e precisione, che piacciono non solo per un colore ammiccante, bensì per saper trarre dalla terra e dalle uve l’eleganza della storia e della tradizione del Chiaretto dal rosa tenue.
Per informazioni:
www.ilbardolino.com
Cantina Cesari (Bardolino e Valtènesi fanno squadra
80 produttori all'Anteprima 2017)
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Cantina Selva Capuzza (Bardolino e Valtènesi fanno squadra
80 produttori all'Anteprima 2017)
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Cantina Sartori (Bardolino e Valtènesi fanno squadra
80 produttori all'Anteprima 2017)
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