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Montelvini e il “Vigneto ritrovato” Un anno dopo...

12 novembre 2018 | 17:15

Montelvini e il “Vigneto ritrovato” Un anno dopo...

12 novembre 2018 | 17:15

Montelvini continua a investire energie e passione nel recupero del “Vigneto ritrovato”, alla ricerca delle proprie radici e di quelle dell’Asolo Prosecco Docg. Ricerca, biodiversità e territorio i tre punti chiave.

È passato un anno esatto dalla presentazione dell’ambizioso progetto, quando l’azienda simbolo della denominazione più rappresentativa e autentica del Montello annunciò il desiderio di far rivivere questo piccolo vigneto abbandonato, l’unico nel cuore della cittadina di Asolo e presente già nelle mappe napoleoniche.

(Montelvini e il Vigneto ritrovato Un anno dopo...)

Si apre ora una nuova importante fase. In collaborazione con il Crea-ve (Centro di ricerca per la viticoltura e l’enologia), è stato individuato un clone di Glera tipico dell’area, praticamente scomparso negli anni perché poco produttivo. Grazie a tecnici, agronomi ed enologi, si sta ora preparando il terreno per mettere a dimora, all’inizio del prossimo anno, le barbatelle. Nello specifico, il clone è l’ISV-VA8, selezione di Glera di origine asolana che presenta caratteristiche qualitative interessanti e tipicamente rappresentative del territorio.

«Quello del Vigneto ritrovato - spiega Alberto Serena, amministratore delegato di Montelvini, artefice in prima persona del progetto - è un progetto che richiede tempo, risorse e dedizione. Ogni scelta, ogni azione va calibrata con attenzione, mantenendo il delicato equilibrio tra paesaggio, enologia, storia e territorio».

(Montelvini e il Vigneto ritrovato Un anno dopo...)

Il sogno di ridare vita a una vigna abbandonata in un posto suggestivo e così denso di storia come Asolo, è nato in occasione di una degustazione alla Locanda Cipriani, un’estate di due anni fa, quando Alberto incontrò i proprietari di Villa Contarini: «Mi parlarono di un’antica vigna abbandonata che sorgeva di fronte al giardino - racconta - e del loro desiderio di recuperarla. In quel momento ho immaginato la rinascita del vigneto in tutta la sua bellezza. La nostra famiglia è sempre stata profondamente legata al territorio di Asolo: facciamo vino dal 1881 e questo progetto rappresenta un dono che facciamo a noi stessi, alla nostra famiglia, ai nostri avi, ma anche un omaggio alla nostra terra, ad Asolo e alla comunità. Il vigneto, a pochi passi dalle antiche mura cittadine, è un giardino dal valore inestimabile che abbiamo “ritrovato” e che vogliamo diventi patrimonio di tutti».

Il progetto del “Vigneto ritrovato” racconta, dunque, il legame speciale tra l’azienda e la “Città dei cento orizzonti”, simbolo di cultura e storia, cuore della denominazione Prosecco Superiore Asolo Docg. Un territorio dove l’uva è parte integrante del paesaggio, da quando la nobile famiglia Contarini, proprietaria dei terreni, fece edificare nel 1558 quella che oggi è conosciuta come “Villa degli Armeni” con il celebre giardino all’italiana, dove si affaccia il “Vigneto ritrovato”. In questo ambizioso progetto, la famiglia Serena è affiancata da un gruppo di lavoro multidisciplinare, un vero e proprio pool di professionisti, fatto di architetti e specialisti del paesaggio, docenti universitari, documentaristi e storici, istituzioni comunali, esperti di viticoltura.

(Montelvini e il Vigneto ritrovato Un anno dopo...)

L’interesse della famiglia Serena verso la ricerca e la conservazione della biodiversità in quest’area si concretizza in iniziative come questa, testimoniando la voglia di continuare una viticultura che ha una lunghissima tradizione. Viticoltura che, nel tempo, ha mantenuto la diversità biologica dei vitigni, preservando le varietà minori e che, già ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia, era nota per la qualità, tanto che i vini provenienti da questo territorio venivano tassati di più rispetto agli altri prodotti nell’area di Treviso.

Per quanto riguarda l’ambiente, Montelvini cerca di preservarne le risorse, contenendo il consumo di energia e lo sfruttamento del territorio, garantendo al tempo stesso il consumatore. In vigneto, l’uso dei prodotti fitosanitari è ridotto al minimo e sostituito dall’uso di sostanze selettive a bassa o nulla tossicità. L’inerbimento del terreno vitato contribuisce a contrastare l’erosione superficiale del terreno collinare e a mantenere l’equilibrio dei minerali presenti nel suolo. La subirrigazione evita la dispersione dell’acqua.

Sarah e Alberto Serena (Montelvini e il Vigneto ritrovato Un anno dopo...)
Sarah e Alberto Serena

«Applichiamo questo principio a tutte le fasi produttive - spiega Sarah Serena, direttore amministrativo e finanziario di Montelvini - quindi anche allo smaltimento dei reflui e dell’imballaggio, e privilegiamo l’utilizzo di energia green». Un patto con la terra, una promessa da mantenere sintetizzata egregiamente dal motto “Alleati in vigna” che, spiega Sarah, «significa impegno quotidiano, quello che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro: noi, i nostri dipendenti, i nostri agenti e distributori, i ristoratori che propongono i nostri prodotti e che credono nella filosofia di Montelvini. Siamo tutti “alleati in vigna”, perché chiamati a farci interpreti del territorio dell’Asolo Prosecco Superiore Docg, a valorizzarlo e a custodirlo».

Per informazioni: www.montelvini.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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