Carso: credo una giornata storica. Tutte le rappresentanze agricole della regione firmano, presenti allo stesso tavolo, la richiesta di priorità per questo territorio nell'assegnazione di nuovi vigneti. Una dimostrazione in più dell'unità che ci ha portato già ad ottenere importanti risultati ed anche di una sensibilità che ti fa rinunciare a qualcosa per un’agricoltura difficile ed "eroica".
Occasione però anche per ammirare i lavori che con finanziamenti regionali il Consorzio di bonifica ha svolto sullo splendido costone carsico; mettendo in sicurezza i pastini, migliorando viabilità ed irrigazione e che con ulteriori risorse appena stanziate verranno ampliati. E... per finire occasione per vedere il lavoro del Servizio Manutenzioni Regionale che ha ripristinato gli antichi sentieri che da Prosecco e da tutto il Carso raggiungono il mare. Questo è ciò che scrive Cristiano Shaurli l'assessore regionale alle Risorse agricole del Friuli Venezia Giulia sulla sua pagina Facebook. E questo è il comunicato della Regione in merito a quello che è successo oggi
«Nelle autorizzazioni ai nuovi impianti di vigneti per il 2018 chiediamo al ministero delle Politiche agricole di dare una priorità al Carso, sia per le sue peculiarità che per la difficoltà di mantenere e far crescere l'attività agricola su un territorio così difficile». L'assessore alle Risorse agricole del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli, riassume così il contenuto della lettera che è stata firmata oggi a Prepotto, nel comune di Duino Aurisina, sul Carso triestino, e che sarà indirizzata al ministro Maurizio Martina. Hanno sottoscritto il documento, oltre all'assessore, i rappresentanti regionali della Coldiretti, di Confagricoltura, di Fedagri Confcooperative, della Confederazione produttori agricoli e dell'Associazione agricoltori/Kmecka zveza.
«La firma di tutte le sigle agricole del territorio regionale - ha commentato Shaurli - ha una portata storica. La Regione e tutte le organizzazioni lanciano un segnale importantissimo, chiedendo al ministero, tutti assieme, di dare priorità ai viticoltori del Carso nell'assegnazione dei vigneti. È una straordinaria dimostrazione di unità ed è anche il riconoscimento della peculiarità di questa terra». Erano presenti alla firma anche i consiglieri regionali Igor Gabrovec e Stefano Ukmar, ai quali l'assessore ha rivolto un sentito ringraziamento per il ruolo di intermediario tra le istituzioni e gli agricoltori. La presenza, inoltre, del sindaco del Comune di Trieste, Roberto Dipiazza, è per Shaurli un ulteriore segno della partecipazione istituzionale che accompagna la missiva al ministro Martina.
Specificatamente, i firmatari chiedono che dall'anno 2018 venga inserito tra i criteri di priorità il parametro che prevede l'ubicazione delle parcelle agricole in "superfici con scarsa profondità radicale, inferiore a 30 cm" che caratterizza i terreni carsici.
«Un dispositivo - ha concluso Shaurli - strutturato con precise indicazioni tecniche e riferimenti legislativi. Tuttavia, il valore politico è rilevante considerato che questo atto è una ulteriore dimostrazione dell'unità di tutta la filiera vitivinicola regionale registrata già negli anni precedenti con l'ottenimento della Doc Friuli-Friuli Venezia Giulia e non solo. Sono sicuro che il ministro vorrà tenere conto di questo dato straordinario». Insomma, qualche cosa si sta muovendo anche per il Carso Triestino. Il grosso problema per i viticultori del Carso è che tutti i terreni sono sottoposti a vari vincoli (ambientali/paesaggistici) e che per riuscire ad ottenere le autorizzazioni a nuovi impianti la burocrazia è talmente farraginosa e complicata che è quasi praticamente impossibile raggiungere lo scopo.
Con la lettera firmata oggi da tutte le rappresentanze agricole della Regione si chiede al ministro Martina di riconoscere una priorità nel l'assegnazione delle autorizzazioni al Carso per le particolari condizioni e peculiarità della viticoltura in terreni con scarsa profondità radicale, inferiore a 30 cm, e pertanto che le autorizzazioni possano essere concesse secondo una distribuzione proporzionale degli ettari a tutti i richiedenti in base alla superficie per la quale hanno fatto richiesta.
Il Carso, ora, è una piccola realtà (piccola se si parla di numeri non certamente per la qualità) di soli 400 ettari vitati. Solamente il 2% della superficie vitata del Friuli Venezia Giulia che a livello italiano rappresenta solamente il 3% del vigneto Italia. Solo 400 ettari ora in confronto agli oltre 1.000 che fino alla fine dell’800 erano coltivati a vigna e che rifornivano di ottimo vino sia la città di Trieste, che i dintorni per arrivare fino a Vienna. Gran parte di questi terreni erano sul costone carsico, una parete ripida che dal mare si eleva fino ai 350 metri, e coltivati a “pastini”. I pastini sono dei terreni naturali in pendio e consistono in un susseguirsi di terrazzamenti, vale a dire nell’alternanza di fasce prevalentemente pianeggianti e muretti di contenimento storicamente realizzati a secco, in pietra carsica o arenacea. Purtroppo le difficoltà oggettive e burocratiche hanno fatto si che questo patrimonio sia quasi del tutto abbandonato.
Ma le buone novità ci sono. Nella zona che si affaccia sul Golfo di Trieste tra i paesi di Prosecco, Contovello e Santa Croce sono stati recentemente portati a termine i lavori di allargamento della strada di 1,5 km tra i vigneti e la messa in sicurezza dei muretti che sostengono i pastini, ma si è provveduto anche alla posa di una conduttura a scopo irriguo. Questo non è poco per l’agricoltura “eroica”. Poter arrivare con un mezzo e avere l’acqua sono elementi essenziali, oggi, per poter lavorare. Speriamo bene.