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Camboi, ultimo nato di Castello di Meleto Tutta la tradizione del Chianti toscano

A Vinitaly 2017 Castello di Meleto ha presentato il Camboi 2014, nuova etichetta della cantina chiantigiana. Una Malvasia Nera in purezza che racconta l’innovazione e la rinascita della tradizione enologica toscana

di Andrea Radic
 
20 aprile 2017 | 10:57

Camboi, ultimo nato di Castello di Meleto Tutta la tradizione del Chianti toscano

A Vinitaly 2017 Castello di Meleto ha presentato il Camboi 2014, nuova etichetta della cantina chiantigiana. Una Malvasia Nera in purezza che racconta l’innovazione e la rinascita della tradizione enologica toscana

di Andrea Radic
20 aprile 2017 | 10:57
 

La novità di Castello di Meleto all’ultima edizione di Vinitaly è stata il Camboi 2014. Ultimo nato nella produzione dell’azienda, è un inedito assoluto per il territorio: il vino è ottenuto da Malvasia Nera del Chianti, vinificata in purezza. Un vitigno che in tempi recenti rischiava la scomparsa perché difficile da coltivare e, che grazie al Camboi, è diventato la massima espressione del territorio. Un vino che, oggi, rappresenta la vera rinascita di Castello di Meleto.

A Vinitaly il Camboi Castello di Meleto La tradizione del Chianti toscano

La mole del Castello di Meleto si staglia sulla collina, quasi a dare il benvenuto a chi arriva a Gaiole in Chianti (Si), fin dal 1256. Una posizione privilegiata da cui il maniero sorveglia e domina i terreni circostanti, disegnati da vigneti e boschi. Perfetta fusione tra passato e futuro, il Castello di Meleto rappresenta ancor oggi l’anima autentica del Chianti, che raccoglie sotto le proprie insegne una prestigiosa cantina specializzata nei vini del territorio, l’enoteca in cui degustare le etichette del castello, un’azienda agricola la cui attività è scandita dalle stagioni, una fattoria nei cui boschi vengono allevati i maialini di Cinta Senese e un borgo medievale divenuto agriturismo di charme. Una storia cominciata nell’XI secolo con i monaci benedettini e proseguita interrottamente sino ai giorni nostri.

Durante la 51ª edizione dell’evento veronese, l’azienda di Gaiole in Chianti ha proposto anche le altre produzioni di punta della valorizzazione territoriale che ha intrapreso negli ultimi anni. Sono stati protagonisti di diverse degustazioni il Chianti Classico 2015, il Chianti Classico Gran Selezione 2012 e il Borgaio Rosato 2016, quest’ultimo caratterizzato da freschi sentori di fragola, accompagnati da un finale morbido, che evocano alla perfezione le colline di primavera del Chianti, in cui il Castello è immerso.

Le stesse colline del Chianti delle quali il Castello di Meleto si fa custode, offrono anche interessanti produzioni di uve bianche. Anzitutto il Vermentino Borgaio 2016, che esprime tutta la mineralità dei circa 400 metri sul livello del mare dove viene coltivato. Inoltre il Vinsanto 2009, tra le produzioni più caratteristiche e storiche della zona, maturato in carati di legno di acacia e ciliegio sigillati e custoditi in locali caratterizzati da una forte escursione termica stagionale e riempiti solo per il 70%. Vini che sono il frutto di ricerca e tradizione e raccontano nel calice il territorio del Chianti, vera culla dell’enologia toscana.

A Vinitaly il Camboi Castello di Meleto La tradizione del Chianti toscano

Il Castello di Meleto: possiede un’estensione di circa mille ettari di cui circa 160 a vigneto e sono situati in diverse condizioni di suolo, pendenza, esposizione e microclima nel Comune di Gaiole in Chianti. Negli ultimi anni, l’azienda ha avviato un lungo lavoro di selezione, individuando le vigne dove il Sangiovese si esprime meglio e destinate, quest’ultime, a diventare una vera e propria collezione di produzioni che esprimono il carattere di ogni specifico vigneto e del territorio.

Il Castello di Meleto è unico nel suo genere nel territorio del Chianti: una vera e propria fattoria medievale protetta dal castello dell’XI secolo, oggi diventata una splendida struttura ricettiva di charme. L’enoteca è il luogo ideale per degustare tutti i vini firmati Castello di Meleto, dal Metodo Classico Rosé, prodotto da uve Sangiovese, al Vinsanto. Qui si possono tuttavia assaporare anche i salumi prodotti con i maialini Cinta Senese allevati bradi nella fattoria, acquistare una bottiglia d’olio extravergine d’oliva ottenuto dagli olivi secolari della proprietà, un vasetto di miele di produzione aziendale o una selezione di specialità tipiche. Si può anche partecipare alle molte iniziative offerte. L’enoteca, infatti, ospita degustazioni, corsi e mostre.

Tra le attività proposte al castello, molte riguardano ovviamente il suo prodotto simbolo, il vino, tra cui merita una citazione wine maker per un giorno, evento su misura dove gli ospiti del castello si provano in cantina per progettare e realizzare il vino dei propri sogni. A questo si affiancano anche i corsi di cucina tradizionale con le cuoche locali oppure i corsi di degustazione. Aperte a tutti sono poi le passeggiate nei vigneti, segnalate da veri e propri percorsi, contraddistinti da colori diversi a seconda della difficoltà, e presto mappate in una app disponibile per tutti.

Per informazioni: www.castellomeleto.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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