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Cuore, carattere e cultura I tre cardini del Chianti Classico

In queste parole può trovarsi l'essenza dell'Anteprima del Chianti Classico 2017, che viaggia sul mercato a vele spiegate: dati economici positivi per l'export, ricerca della qualità e importanza del territorio

di Piera Genta
27 febbraio 2017 | 10:35

Cuore, carattere e cultura I tre cardini del Chianti Classico

In queste parole può trovarsi l'essenza dell'Anteprima del Chianti Classico 2017, che viaggia sul mercato a vele spiegate: dati economici positivi per l'export, ricerca della qualità e importanza del territorio

di Piera Genta
27 febbraio 2017 | 10:35

Cuore, carattere, cultura: tre sostantivi che racchiudono l’essenza dell’Anteprima del Chianti Classico 2017 alla Leopolda di Firenze in cui sono state presentate le annate 2016 e 2015, la Riserva 2014 oltre ai nuovi prodotti certificati Gran Selezione. Dati economici positivi per un brand internazionalmente conosciuto.

Impegnativi i progetti futuri che vedono oltre la registrazione della traslitterazione in ideogrammi delle parole Gallo Nero avvenuta nel 2016 anche delle parole Chianti Classico; rafforzata la collaborazione con la zona della Champagne, dopo 62 anni dal patto di gemellaggio tra Firenze e Reims; partecipazione all’alleanza transnazionale per la tutela dei territori e dei marchi di origine come unico Consorzio italiano e proseguimento dei progetti impostati lo scorso anno, riconoscimento Unesco al territorio del Chianti classico e lacostituzione del Distretto rurale del Chianti, che diventerà uno dei cardini della tutela e dello sviluppo del territorio Grande l’attesa per l’annata 2016, quella dei Trecento anni, si sta rivelando eccellente grazie all’andamento stagionale favorevole che non ha fatto registrare problemi sanitari in vigna con vini caratterizzati da grande acidità, eleganti con profili aromatici di interesse declinati nei tanti terroir dove il sangiovese si esprime in modo singolare. Sicuramente un’annata da grandi sorprese.

Cuore, carattere e cultura  I tre cardini del Chianti Classico

Nella tavola rotonda “L’importanza di chiamarsi …Chianti Classico” si è parlato della centralità del territorio, detentore di risorse diverse in grado di attribuire quel valore di unicità non riscontrabile altrove. Hanno partecipato oltre a Giuseppe Liberatore, direttore generale del Consorzio Chianti Classico, i presidenti del Comité du Vin des Champagne, Jean-Marie Barillére e Maxime Tourbart; César Saldana, direttore generale del Consejo Regulador Vinos de Jerez; in rappresentanza della viticoltura del Nuovo Mondo, Harry Perterson-Nedry, fondatore della denominazione Willamette Valley Association (Oregon) e Bill Nesto, Master of Wine e professore presso la Boston University ed autore di una importante ricerca sulla storia del Chianti Classico. Coordinati dal giornalista Nicola Porro. Tanto lavoro per proteggere le denominazioni dagli abusi del mercato; tanto lavoro per fare chiarezza ed educare i consumatori in un mondo globalizzato sull’importanza dell’origine come patrimonio collettivo.

Cuore, carattere e cultura  I tre cardini del Chianti Classico

Gli intervenuti sono esponenti delle denominazioni che hanno sottoscritto la Joint declaration to protect wine place & origin, un accordo presentato da un’alleanza transnazionale che si propone di collaborare con i governi locali e con la Comunità europea al fine di promuovere la tutela dei territori e dei marchi di origine, nata nel 2005, oggi conta 20 membri e precisamente, oltre al Chianti Classico che ha aderito nel 2007, Bordeaux, Borgogna e Champagne in Francia; Tokaj in Ungheria, Jerez e Rioja in Spagna, Douro e Porto in Portogallo, Sonoma County, Willamette Valley, Walla Walla Valley, Bapa Valley, Washington State Wine, Long Island, Santa Barbara, Oergon e Poso Robles negli Usa, Barossa, Wine Vicotria e Wester Australia per il continente australe.

Ad accogliere i visitatori della Chianti Classico Collection nel foyer della Stazione Leopolda una mostra fotografica di Dario Garofalo, giovane fotografo toscano, dal titolo “Chianti Tellers”: l’artigiano, l’architetto ed ancora il farmacista, l’artista, il giornalista e protagonisti di produzioni del tutto particolari guidano un viaggio nel Chianti a tu per tu con la sua gente. A partire dal mese di aprile la mostra sarà visitabile presso Casa Chianti Classico a Radda in Chianti (Si).

Cuore, carattere e cultura  I tre cardini del Chianti Classico

Sempre durante la manifestazione è stato consegnato il Premio Giulio Gambelli. Il Premio Giulio Gambelli, giunto alla edizione, è stato istituito nel 2012 da Aset (Associazione stampa enogastroagroalimentare Toscana) ed Igp (blog network “I giovani promettenti”) per premiare il giovane enologo under 35 il cui lavoro abbia saputo incarnare l'idea di vino portata avanti dal grande Maestro del Sangiovese: rispetto ed esaltazione delle tipicità di ogni singolo vitigno, delle caratteristiche del territorio e delle peculiarità dell'annata vendemmiale.

Per la quinta edizione sono stati premiati Diego Bonato e Luca Faccenda, operanti rispettivamente in Toscana e in Piemonte, i cui vini, tre presentati in assaggio da ognuno, tutti già in commercio, sono stati valutati attraverso una degustazione alla cieca - con sola segnalazione di tipologia, annata e varietà utilizzate - da una giuria formata da 10 giornalisti Aset ed Igp.

Per informazioni: www.chianticlassico.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
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