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La Compagnia della Spergola cresce Quattro nuove cantine e tre comuni

Alle cantine fondatrici della Compagnia della Spergola, si sono unite le aziende Fantesini, Agricola Reggiana e Sociale di Puianello. L'accordo è stato firmato a Scandiano (Re), prima di “Calici in Rocca”

di Piera Genta
 
05 settembre 2016 | 14:36

La Compagnia della Spergola cresce Quattro nuove cantine e tre comuni

Alle cantine fondatrici della Compagnia della Spergola, si sono unite le aziende Fantesini, Agricola Reggiana e Sociale di Puianello. L'accordo è stato firmato a Scandiano (Re), prima di “Calici in Rocca”

di Piera Genta
05 settembre 2016 | 14:36
 

A cinque anni dalla sua fondazione la Compagnia della Spergola, associazione che promuove il vitigno autoctono a bacca bianca tipico della zona di Scandiano-Ventoso-San Ruffino-Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia si allarga a tre nuovi comuni ed a ulteriori quattro aziende produttrici. Ai fondatori, il comune di Scandiano e le cantine Aljano, Arceto, Bertolani e Casali Viticultori, si uniscono le aziende Fantesini di Bibbiano, Agricola Reggiana di Borzano, Colle di Rondinara e Sociale di Puianello e i comuni di Albinea, Quattro Castella e Bibbiano.

Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, il dinsaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e il sindaco di Albinea Nico Giberti
Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, il dinsaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e il sindaco di Albinea Nico Giberti

Una superficie vitata che rappresenta l’80% dei circa cento ettari totali coltivati a Spergola con una produzione di 150mila bottiglie l’anno, poco più dell’1% della produzione vitivinicola a livello provinciale, ma un importante patrimonio locale con una storia importante, protetto dal 2008 dalla Denominazione comunale. Scandiano si presenta come il luogo ideale per la crescita di questo vitigno, che trova il suo habitat ideale nei terreni argillosi e ricchi di gesso che caratterizzano la cosiddetta “zona ceramiche” e sopporta bene la siccità.

L’accordo che ha formalizzato l’ampliamento è stato firmato presso la Rocca dei Boiardo di Scandiano, sede dell’enoteca regionale, prima di lasciare spazio al classico appuntamento di “Calici in Rocca”, arrivato alla decima edizione. Un convegno dedicato al vitigno, la sua storia ed il suo futuro, con la partecipazione dell’enologo Alberto Grasselli e la giornalista Laura Franchini, che hanno ricordato l’importanza storica del vitigno e le prospettive future. Un vino che va raccontato, potrebbe essere presente nell’areale emiliano sin dal XVI secolo come testimoniano le Memorie di Bianca Cappello, granduchessa di Toscana, che giunta a San Pellegrino in Alpe fu ristorata dal “buon vino di Scandiano dolce e frizzante”.

La varietà è stata nel tempo indicata con diversi nomi, tra i quali Spergola è più recente. Marescalchi e Dalmasso (1937) ritengono che la varietà Pomoria o Peregrina, citata nel 1644 da Tanara, nell’“Economia del cittadino in Villa”, corrisponda alla Spergola. Anche se non se ne ha certezza, a quell’epoca la Spergola era in effetti già coltivata. Un documento del 1670, che elenca i vini inviati da Modena al cardinale Rinaldo d’Este, vede infatti nella lista anche un fiasco di Spargoletta, probabilmente la prima citazione certa di questo vitigno. Inoltre, nella “Nota delle uve venute alla cantina per servizio di sua altezza serenissima”, un documento manoscritto del 1693 conservato nell’archivio di Stato di Modena, viene citata anche la Spargola.



Nel 1839 Gallesio, nella tenuta del conte Salimbeni a Nonantola, può apprezzare le uve di Scandiano e racconta: «Lo Scandianese però è più celebre per le uve bianche e vi si fanno di fatto dei vini bianchi squisiti... essi si compongono di Spargolina, Occhio di gatto, Malvasia e Cedra» e continua «le uve di queste colline sono per sé stesse di qualità eccellente e per i vini da liquore questa parte d’Italia potrebbe farli in grande e rivaleggiare con i più celebri in questo genere». La fama dei vini di Spergola è durata nei secoli, sino a portare nel 1976 all’ottenimento della Doc “Bianco di Scandiano” (poi rinominata Colli di Scandiano e di Canossa Doc Bianco).

Oltre alla attribuzione di nomi leggermente diversi, nella seconda metà del ‘900 si è anche verificata una confusione tra Spergola, Sauvignon e Semillon, vitigni con caratteri morfologici ed enologici diversi. Cosmo e Polsinelli (1961), infatti, nella scheda ampelografica del Sauvignon, adottano per la prima volta la denominazione “Spergolina” quale sinonimo di questa varietà; ed evidenziano inoltre la presenza di una “Spergolina verde” nella zona di Scandiano, diversa dalla Spergolina e che essi identificano nel Sémillon. La confusione e la compresenza dei due vitigni nel Reggiano è confermata anche dal primo disciplinare di produzione del vino a Denominazione di origine controllata “Colli di Scandiano Canossa” bianco (Gu n. 134 del 21/05/1976), in cui la base varietale è identificata nel Sauvignon, localmente detto Spergola o Spergolina.

Inizialmente inserita nel Registro nazionale delle varietà di vite come sinonimo di Sauvignon, al momento dell’iscrizione di questo vitigno, solo nel 2000 ne è stata riconosciuta l’identità varietale grazie ad analisi enzimatiche, genetiche e molecolari che hanno ufficializzato la distinzione della Spergola dal Sauvignon e dal Semillon e l’iscrizione al Registro nazionale delle varietà di vite come varietà autonoma è del 2001. Grande versatilità del vitigno utilizzato per la produzione di vini fermi, frizzanti, spumanti e di vini passiti e liquorosi. Il vino di Spergola si presenta di colore giallo paglierino più o meno intenso, dai profumi caratteristici e persistenti, gradevolmente aromatici, con sentori floreali più evidenti nella versione dolce. Al palato troviamo una importante struttura, fresco e armonico con una lieve nota acidula che lo accompagna nel finale.

La versione secca sfrutta una leggera surmaturazione delle uve per limare le spigolosità del vitigno, si accompagna ad antipasti, primi piatti a base di pesce, pasta ripiena come cappelletti e tortelli, secondi piatti leggeri e salumi. È inoltre ottimo con il Parmigiano Reggiano a inizio o fine pasto. La Spergola dolce si abbina con torte da forno, biscotti, zuppa inglese. Deliziosa la versione spumante Metodo classico che esprime la personalità inconfondibile del vitigno con ampio bouquet di profumi, per la sua persistenza in bocca, per la freschezza e la notevole acidità in grado di accompagnare un intero pasto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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