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I vini italiani all’estero meritano prezzi più alti

Le statistiche dicono che nel 2015 abbiamo venduto all’estero più vino dei francesi, ma abbiamo incassato molto meno. Il vino italiano, buono come quello francese e anche di più, viene pagato molto meno di quel che vale

di Roberto Vitali
 
15 settembre 2016 | 09:25

I vini italiani all’estero meritano prezzi più alti

Le statistiche dicono che nel 2015 abbiamo venduto all’estero più vino dei francesi, ma abbiamo incassato molto meno. Il vino italiano, buono come quello francese e anche di più, viene pagato molto meno di quel che vale

di Roberto Vitali
15 settembre 2016 | 09:25
 

Il raffronto - che diventa ogni anno momento di discussione - è tra Italia e Francia. Parliamo del bilancio conclusivo della vendemmia. Chi avrà prodotto più uva? Italia o Francia? Un anno vinciamo noi, un altro anno vincono i galletti cugini d’Oltralpe.



Ma non è questo il risultato e il raffronto da fare. Quello che ci rende ancora inferiori ai francesi e di cui dobbiamo preoccuparci è il valore del vino prodotto, a quello dobbiamo guardare. Le statistiche dicono che nel 2015 abbiamo venduto all’estero più vino dei francesi, ma abbiamo incassato molto meno. D’accordo - diranno i più ottimisti - ma i francesi sono sulla piazza mondiale da anni e anni, noi ci siamo da poco.

Non voglio però pensare che all’estero vada solo il vino italiano più scarso e meno costoso. La sostanza del problema rimane: il vino italiano, buono come quello francese e anche di più, viene pagato molto meno di quel che vale. Questo è ciò che dispiace, anche perché il prodotto italiano in altri settori (vedi la moda) ha ben altra considerazione...

Inoltre ci sono tutti gli italiani di seconda o terza generazione che sono residenti in ogni angolo del mondo e che guardano sempre con benevola attenzione a quanto proviene dall’Italia. E continuiamo a scrivere che il turista straniero viene in Italia molto spesso perché, oltre all’arte e alla storia, può godere di una cucina ricchissima e di vini altrettanto validi. Quando torna nel suo Paese, quindi, acquisterebbe volentieri (se li trovasse) cibi e vini italiani.

E allora? Qualche errore lo commettono sicuramente anche i nostri produttori e le istituzioni. Riflettiamoci e ripetiamoci ancora una volta che l’unione fa la forza, quindi andiamo all’estero compatti e con le idee più chiare. Non è facile, ma nemmeno impossibile.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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